Per la piccola Svizzera pioggia di medaglie ai Mondiali Singoli 2024
LOCATION IMBATTIBILE
L’Haras du Pin nel nord della Francia non è certo nuovo all’organizzazione di campionati di attacchi, avendo già ospitato l’ultima edizione del Mondiale Singoli nel 2022, ma anche il Mondiale Pony nel 2021 e il Mondiale Pariglie nel 2023. Quattro stagioni, quattro campionati del mondo: non male! Quest’anno tuttavia i concorrenti hanno potuto usufruire di una struttura completamente rinnovata a garanzia di un’accoglienza più confortevole e all’altezza sia della nomea del luogo che del livello di atleti in lizza per le importanti medaglie: una ristrutturazione specialmente prevista per lo sport di punta, inaugurata nel luglio 2023, facente capo al Pôle International de Sports Equestres e come tale al suo primo mondiale. Senza contare comunque che l’ambientazione di per sé, ricca di storia e di charme tipicamente francese, con il castello sullo sfondo, in un’area che costeggia un magnifico bosco che ben si adatta alla disputa di una maratona coi fiocchi, è difficilmente pareggiabile.
Ovviamente le aspettative sono state pienamente rispettate e ai nastri di partenza si sono presentati 79 equipaggi provenienti da 19 nazioni, di cui 17 con una rappresentativa in gara anche per le medaglie a squadre e 31 concorrenti a titolo individuale.
I PRONOSTICI DELLA VIGILIA
Prima della gara tutti gli occhi erano puntati sugli assi pigliatutto, in particolare sui vincitori delle medaglie nelle più recenti edizioni come la francese Marion Vignaud, la canadese (residente in Olanda) Kelly Bruder che ha potuto avvalersi in qualità di groom della pluri-medagliata Saskia Siebers, con al suo attivo due ori, un argento e un bronzo a titolo individuale nelle ultime quattro edizioni del mondiale. Non da meno i fratelli Bartlomiej e Weronika Kwiatek, lo svizzero Michael Barbey e la tedesca Claudia Lauterbach, per citare solo i più recenti. Ebbene, come in ogni Campionato che si rispetti, i pronostici, quando del binomio fa parte un altro essere vivente con sensibilità che possono inaspettatamente variare per mille ragioni indipendenti dalla volontà del driver, rappresentano sempre una grande incognita.
Da notare che tutti i concorrenti terminati ai vertici delle classifiche di questo Campionato (Ecalle, Bruder, Vignaud, Marie Schiltz, Gandolfo, Stefan Ulrich, Schubert) avevano alle spalle analoghi risultati nel test event al Haras du Pin di giugno, dove figuravano nelle prime 8 posizioni della classifica finale, mentre nessun attacco italiano aveva partecipato.
QUANDO LA GARA SI FA DURA
Ma andiamo con ordine. L’asso da 90, prima nella ranking list dei singoli, la canadese Kelly Bruder, ha pienamente soddisfatto le aspettative, vincendo il dressage con un magnifico punteggio di 40,65. L’altra outsider, la francese Marion Vignaud concludeva la prima prova a meno di 4 punti di distanza, con 44,52, esattamente la stessa valutazione ottenuta dal conterraneo Tony Ecalle, cosa assai rara in un evento di questa portata. Solo altri tre concorrenti sono riusciti a rimanere sotto la soglia dei 50 punti.
La maratona, con una fase di riscaldamento seguita dalla Fase B con 8 ostacoli, tutta nel comprensorio del Parc du Hautbois, rimetteva tutto in gioco. A fare capolino tre concorrenti non nelle prime posizioni dopo la prima prova: alla fine ad aggiudicarsi le prime tre posizioni sono stati nell’ordine lo svizzero Mario Gandolfo (18° nel dressage), la tedesca Ciara Schubert (19° nel dressage) e l’altro componente della squadra svizzera, Stefan Ulrich (13° nel dressage). Nonostante Marion Vignaud riuscisse ad ottenere solo un 12° posto in maratona, risultava in testa alla classifica provvisoria dopo le prime due prove; a meno di 3 punti (equivalenti ad una pallina) si insediava lo svizzero Mario Gandolfo che precedeva di altri 2 punti scarsi il connazionale Stefan Ulrich.
Una prova coni, costruita da Johan Jacobs, all’apparenza facile, visti i tanti percorsi netti sia agli ostacoli che nel tempo: ben 18, altra rarità per un percorso da mondiale. Marion Vignaud, l’ultima ad entrare in campo, sembrava avere la vittoria in tasca ma galeotto fu l’ultimo ostacolo: una pallina costata una medaglia d’oro per una differenza di 0,51 punti! Sia Mario Gandolfo che Stefan Ulrich avevano appena realizzato un doppio netto, quindi Gandolfo si assicurava il gradino più alto del podio, mentre al giovane Ulrich il risultato bastava per conquistare la medaglia di bronzo. Un finale decisamente da cardiopalma!
CHI SONO I VECCHI E I NUOVI BENIAMINI?
Mario Gandolfo, benché alla sua prima medaglia in un Campionato del Mondo di Singoli, non è sicuramente una figura sconosciuta nel mondo degli attacchi. Grande specialista come preparatore di giovani cavalli, aveva ottenuto già un lodevole 11° posto ai precedenti mondiali sempre qui al Haras du Pin nel 2022 con la stessa cavalla Franches-Montagnes di 10 anni, Favela. Da notare che, con altri cavalli ma sempre Franches-Montagnes, nelle ultime ultime 3 edizioni dei Mondiali per Giovani Cavalli ha collezionato la bellezza di 5 medaglie, di cui 2 d’oro, 1 d’argento e 2 di bronzo.
Di Marion Vignaud e del suo KWPN di 14 anni c’è ben poco di nuovo da raccontare. Con il suo First Quality – un nome, una garanzia – aveva vinto la medaglia d’argento nel 2022 e si era classificata 4° nel 2020, ma il loro sodalizio dura da parecchi anni, ovvero da quando nel 2015 e 2016 avevano iniziato la loro scalata ai vertici mondiali vincendo insieme due concorsi internazionali per giovani cavalli. Marion è di stanza a Chablis, dove ogni anno viene organizzato un importante concorso internazionale.
Stefan Ulrich, figlio d’arte di papà Werner, anch’egli qui in veste di concorrente a titolo individuale con un ottimo 5° posto finale, è alla sua prima vittoria in un Campionato del Mondo. Qui attaccava un cavallo del Meclemburgo, Samito, di 12 anni, che può vantare di aver partecipato con lo stesso Stefan alla precedente edizione del Mondiale Singoli classificandosi 13°, mentre con papà Werner aveva affrontato il Mondiale Pariglie sia nel 2019 che nel 2023, piazzandosi rispettivamente al 24° e al 7° posto. Un cavallo evidentemente in costante crescita, proiettato verso una splendida carriera agonistica.
A proposito di quanto già riscontrato in occasione dei recenti Mondiali di Tiri a Quattro, nella disciplina degli attacchi non è raro vedere in gara, l’uno contro l’altro, i membri della stessa famiglia. Analogamente a Stefan Ulrich e a papà Werner, anche il Lussemburgo era rappresentato da Marie Schlitz, che ha mancato il terzo gradino del podio per soli 0,22 punti, e da papà Franz, mentre la Svezia schierava Jens Larsson e papà Ake. Anche l’accoppiata di fratelli però è ben rappresentata, con i polacchi Bartlomiej Kwiatek e la sorella Weronika.
CLASSIFICA A SQUADRE: QUANDO BASTA UN SOLO PUNTO…
Il capo equipe e trainer della nazione ospitante, Félix-Marie Brasseur, non poteva che essere estasiato dalla seconda vittoria consecutiva della squadra francese, che per l’occasione schierava, oltre alla mitica Marion Vignaud, anche il campione francese in carica, Tony Ecalle e Clément Deschamps.
Medaglia d’argento a squadre per la Germania, con un’équipe tutta al femminile: Ciara Schubert, Marie Tischer e Anne Unzeitig, la prima con i suoi 22 anni la più giovane concorrente di questo mondiale, ma tutte in età da disputare ancora i Campionati per Giovani Driver. Attenzione alla prossima tornata, se queste sono le nuove leve…!
In terza posizione non poteva non insediarsi la squadra svizzera composta oltre che da Mario Gandolfo e Stefan Ulrich anche da un agonista di lungo corso che ha partecipato con successo a numerosi mondiali: Michael Barbey, argento individuale nel 2012, ma anche vincitore di varie medaglie a squadre, dall’argento nel 2010 e nel 2012, al bronzo nel 2008, 2014 e 2016 .
Da segnalare la presenza, per la prima volta nella storia dei Mondiali Singoli, di una squadra canadese.
DEBUTTO PER L’ITALIA DEL FUTURO
In 12 Campionati del Mondo Singoli fin qui disputati a partire dal 1998, la bandiera italiana non è mai mancata e in 11 era presente il nostro Cristiano Cividini. Se poi contiamo le sue 8 partecipazioni al Mondiale Giovani Cavalli, non si può certo dire che si tratti di un neofita, né per età, né per esperienza. L’inghippo però sta nel fatto che per l’altra parte del binomio, il cavallo Ircolando B, il termine debuttante calza a pennello. Infatti si tratta di un soggetto KWPN passato dal dressage montato agli attacchi solo all’inizio dell’anno corrente. Dato tuttavia che in Italia e in parte anche nei maggiori concorsi internazionali durante l’anno è praticamente impossibile mettere un cavallo a confronto con un ambiente così pieno di distrazioni, fatto di un folto pubblico perennemente in movimento, vociante, con decine e decine di bandiere sventolanti, di abbellimenti floreali, e non, di grande impatto visivo, di musiche ad alto volume, di stand gastronomici e con appariscenti offerte commerciali dietro ad ogni angolo, di cavalli più o meno tranquilli che spuntano improvvisamente di fianco al paraocchi, quella del mondiale è una palestra ineguagliabile: se su quel cavallo si hanno progetti a lungo termine, solo in una situazione come questa si può verificare se c’è “la stoffa”.
In quanto agli altri due membri della squadra per loro è stato effettivamente il debutto ad un mondiale singoli. Antonio Rigamonti si avvale di un cavallo molto giovane, il KWPN di 7 anni Mito, con il quale ha partecipato nel 2022 al Mondiale Giovani Cavalli nella categoria 5 anni, classificandosi 4°. Mirko Cassotti invece attacca un cavallo sempre della razza KWPN di 10 anni, Joy Boy H, con il quale ha disputato vari concorsi internazionali proprio in preparazione di appuntamenti importanti come questo, sempre con risultati confortanti; ricordiamo in ogni caso che Mirko proviene dalle fila dei concorrenti che solo otto anni fa portava il vessillo italiano nel Campionato Europeo per Giovani Driver.
Negli ultimi anni in Italia i driver di alto livello seniores con obiettivi di massima levatura si sono via via dissolti nel nulla e c’è da formare la nuova classe di validi portacolori sviluppando strategie da ponderare con discernimento ma anche con una buona dose di slancio e fiducia. Ecco quindi che, in mancanza di binomi con una solida esperienza acquisita, si è puntato tutto sull’apertura ai debuttanti dando loro la possibilità di crescere piano piano.
Detto ciò, cediamo volentieri la parola ai diretti interessati per un racconto puntuale e obiettivo sulla loro esperienza al Haras du Pin.
Cristiano Cividini
“La cosa che mi sento di dire è che è stata veramente molto dura. Io in qualità di capo equipe avevo in squadra due ragazzi giovani al loro primo mondiale e io avevo un cavallo senza esperienza. Per quanto mi riguarda, per una scelta condivisa anche con la Federazione, dovendo comunque venire qui come capo equipe e non togliendo il posto a nessuno, si è deciso di cogliere l’opportunità portando qui questo cavallo anche se con alle spalle un tempo d’addestramento veramente troppo corto.
Ircolando – detto Nando – è un cavallo per me nuovo, un cavallo che arriva dalla sella, messo agli attacchi tra il mese di gennaio e di febbraio di quest’anno. Il cavallo mi ha dato subito delle ottime sensazioni, ma non senza difficoltà. Con un lavoro mirato fatto nel mese di luglio e nel mese di agosto ai Pratoni del Vivaro siamo riusciti a metterci insieme per affrontare una gara a 3*. Quando si è aperta questa possibilità di fare il mondiale, avevo personalmente dei grossi dubbi ma alla fine ho fatto questa scelta, forse ai limiti dell’azzardo. Ho eseguito un dressage molto tranquillo, molto morigerato con il cavallo che non ha rappresentato dei grossi problemi ma solamente una mancanza di base nell’addestramento, quindi le transizioni, quindi la riunione: io però sono contento perché il cavallo ha dato il massimo che poteva.
Sono rimasto piuttosto stupefatto nella maratona dove pensavo che la prova molto dura, molto lunga, lo provasse fisicamente e invece il cavallo si è rivelato al di sopra delle mie aspettative: ha retto molto bene fisicamente, seppure io abbia fatto una scelta molto controllata negli ostacoli, perché il cavallo non aveva mai concluso una vera maratona (a parte un test fuori categoria a Pleternica – ndr). Ircolando ha presentato delle piccole difficoltà quando si è un po’ spaventato o forse si è trovato sorpreso da tutta la coreografia di questi ostacoli molto belli e mi si è messo leggermente indietro, facendo un po’ fatica a girare ma abbiamo puntato a portare la gara fino in fondo.
Allo stesso tempo la prova coni, benché il risultato della classifica con tanti zeri faccia pensare che fosse un percorso facile, in realtà era tutt’altra cosa. Negli avversari c’è un livello eccezionalmente alto e questo ci deve far ragionare e pensare sul come strutturare in futuro il lavoro del cavallo. Nelle prime porte Ircolando era molto guardingo, osservava molto le coreografie e mi restava un poco indietro, non aveva fiducia, anche perché nel campo prova purtroppo non c’erano tutte queste coreografie. Nel prosieguo della gara invece il cavallo mi si è messo bene e posso dire che dopo le prime porte, dove ho avuto grosse difficoltà, il cavallo ha agganciato un buon ritmo per portare a termine la gara. Sinceramente il riscontro è stato buono anche nella prova coni. Questo fa pensare a quanto tempo bisognerà lavorare con il cavallo, come bisogna lavorare, scegliendo delle gare magari di un livello leggermente superiore con delle fasi intermedie di allenamento intensivo in location come potrebbero essere i Pratoni del Vivaro o posti molto attrezzati dove far abituare il cavallo a coreografie molto impattanti.
La scelta di non presentare qui Nico è stata dettata dal fatto che a brevissima distanza di tempo c’è un altro campionato del mondo, sempre in Francia, e ho preferito risparmiargli la doppia fatica. Adesso parteciperà ad una gara dove ci saranno degli avversari super-qualitativi perché ormai il mondiale giovani cavalli è ristretto solo a guidatori super professionisti, ancor più che il mondiale assoluto. E’ stato un gesto di rispetto verso il cavallo per permettergli di poter crescere secondo la giusta scala del training.
Come capo equipe della Federazione, oltre a me, questi due giovani ragazzi si sono comportati molto bene, si sono veramente impegnati a fondo, con un approccio decisamente professionale. Purtroppo entrambi sono stati fermati, possiamo dire, da un filo di sfortuna. Mirko Cassotti, che era la persona su cui puntavo di più nella maratona, stava conducendo un’ottima prova, ma una toccata in un palo veramente fortuita ha provocato un evidente ematoma sulla spalla del cavallo che veniva giustamente fermato onde evitare problemi in futuro, soprassedendo anche ad effettuare la prova del giorno dopo. Una grossa disdetta per Mirko, che ha raggiunto un livello veramente alto ma ultimamente non è stato baciato dalla fortuna. Anche Antonio Rigamonti l’ho trovato molto cresciuto, e lo stesso vale per il suo cavallo, che già conoscevo, e che è migliorato moltissimo. Peccato per il dressage dove forse ha alzato un po’ troppo l’asta delle richieste, ma poi ha fatto una buona maratona incorrendo malauguratamente nell’ultimo ostacolo in un errore di percorso che ne determinava l’eliminazione e un percorso coni veramente all’altezza, che fanno ben sperare per un futuro.
Per me c’è ora molto da lavorare per il futuro. Quando rientrerò da questo giro, si saranno definite anche le situazioni a casa e cercheremo di capire come sviluppare il domani. Adesso mi trasferisco a Lamotte Beuvron e spero in una gara pulita. Abbiamo un parco di avversari non alto di numero ma con una qualità eccezionale: troveremo anche il campione del mondo, Gandolfo, ma ci saranno anche Jessica Wächter, Weronika Kwiatek e tanti altri nomi di prestigio. Porterò lì con me anche Ircolando per poterlo mettere ancora una volta a confronto con un ambiente di così alto livello, per poi andare a casa e valutare cosa fare per il campionato italiano.”
Antonio Rigamonti
Riportiamo qui il resoconto fornitoci da Matteo Brambilla, appositamente arrivato dall’Italia per assistitere il nostro concorrente durante tutto l’evento e coadiuvandolo nelle vesti di groom in maratona.
“Antonio Rigamonti ha partecipato ai Campionati del Mondo di Attacchi Singoli al Haras National du Pin, dove ha affrontato una competizione molto intensa.
La prova di dressage non ha soddisfatto le aspettative, evidenziando alcune difficoltà che hanno influito sul punteggio finale.
La maratona, invece, è stata una nota positiva in quanto il cavallo Mito di soli 7 anni ha mostrato un buon potenziale nonostante la sua poca esperienza. Purtroppo un momento di disattenzione da parte del guidatore e del groom nell’ultimo ostacolo ha portato all’eliminazione.
Nonostante questo contrattempo, la prova coni ha offerto una soddisfazione inaspettata: il team ha completato un percorso netto con solo 10 punti di penalità sul tempo, dimostrando una buona sintonia tra guidatore, groom e cavallo.
Guardando al futuro, Antonio Rigamonti e il suo team intendono prepararsi per la prossima competizione mondiale del 2026 con l’intento di affrontare le sfide con maggiore preparazione ed esperienza.”
Mirko Cassotti
“Per chi come me non è mai stato a Le Pin au Haras c’è una sola cosa da dire: è un posto che quando arrivi rimani incantato dalla bellezza. Soprattutto poi se sei consapevole e realizzi veramente di essere arrivato a disputare un mondiale.
Il training ha evidenziato un costante miglioramento nella forma del mio cavallo e nel campo prova del dressage eravamo veramente molto in sintonia: il cavallo non era mai stato così bello. Entrati in campo gara l’emozione si è fatta sentire e la prima parte del dressage fino all’alt è stata un po’ “rigida”, per poi proseguire sempre in miglioramento in modo da abbassare così il punteggio finale.
Una maratona molto difficile, anche solo da memorizzare: 8 ostacoli tutti in legno (quindi con pochi punti di riferimento), di cui 2 in acqua. Girate molto strette e tecniche hanno fatto davvero la selezione ma ad ogni ostacolo i miei tempi miglioravano finché purtroppo, in un ostacolo un’incomprensione tra me e Joy Boy lo ha portato a sbattere contro un elemento fisso creandogli difficoltà a proseguire nella maratona. Ci siamo quindi fermati al penultimo ostacolo. E’ stata una pugnalata al cuore perché comunque tutti noi nell’ambiente cavalli facciamo sacrifici costanti per un obbiettivo e quando per un errore non puoi raggiungerlo pienamente rimani deluso, ma purtroppo lo sport è anche questo.
Sono comunque contento perché nonostante tutto il cavallo ha reagito bene in questa grossa competizione dimostrando una chiara crescita. Adesso, dopo un po’ di pausa e il giusto tempo di ripresa di Joy, metteremo un cerotto sul cuore e ci rimboccheremo le maniche.”
classifica finale a titolo individuale
Photo credits: per tutte le immagini del team Italia Chris van Elk, per tutte le altre Haras national du Pin Pôle Sport