Anche se oggi non si usano più i birocci la raccomandazione vale sempre anche per le carrozze e il vostro Tecnico di Attacchi vi suggerirà la miglior soluzione per voi, sia con l’aggangio al paraspruzzi (orfanella) o con la “catenella” pendente dal “sellino”

 

A tutti i principianti è capitato questo inconveniente che ai giorni nostri si risolve solitamente con la slogatura di un pollice e il cavallo “scosso” che si fa una passeggiata in velocità

 

Particolare della Villa dei marchesi Pancrazi a Bagnolo

 

Tesori nascosti:

importanti testimonianze del passato in una villa toscana

Testo: Susanne E.L.Probst

La Toscana è paesaggio magico dove tutto è gentile intorno, tutto è antico e nuovo”. Non conosciamo l’artefice di questa frase attribuita da molti al famoso giornalista Curzio Malaparte, autore del brillante pamphlet “Maledetti Toscani”. Ma mai una descrizione fu più veritiera per descrivere dei paesaggi tanto ameni come quelli presenti nell’Area Naturale Protetta del Monteferrato, situata a nord-ovest della città di Prato. Ne fa parte anche la sommità del Monte Le Coste che l’eclettico scrittore pratese scelse come luogo per il proprio sepolcro.

Interni della cantina vinicola

 

Nelle immagini Mirko Belli, esperto driver e Giudice di attacchi, in allenanento con il tiro a quattro e il tandem presso il suo Centro Ippico nell’area protetta naturale del Monteferrato

 

La piana agreste occidentale che si estende fino al confine con Pistoia fu coltivata fin dai tempi degli Etruschi. Tra le tipiche fattorie a villa costruite durante il Rinascimento dalle grandi famiglie fiorentine, si trova la Villa di Bagnolo dei Marchesi Pancrazi. La tenuta, nota per il suo eccellente Pinot Nero IGT, ospita nelle sue cantine visitabili durante le degustazioni un piccolo tesoro del passato: una serie di manifesti del 1930, estratti dai bollettini editi dalla “Associazione degli industriali d’Italia per prevenire gli Infortuni sul Lavoro”.

Quest’ultima nasce nel 1894 con il compito di vigilare, segnalare e prevenire gli infortuni sul lavoro nelle aziende agricole e industriali. Essa pubblica con regolarità periodica un bollettino inteso a fornire le istruzioni ed i disegni per agevolare la conveniente ed efficace attuazione delle opere, oltre a memorie riguardanti la prevenzione degli infortuni con esempi di situazioni realmente accadute. Una particolare attenzione è dedicata ai lavoratori nei campi agricoli dove da sempre si registra un alto numero di incidenti. Il 31 marzo 1926, grazie ad un decreto legge promosso dall’allora ministro per l’economia nazionale Giuseppe Belluzzo, prende il nome di “Associazione Nazionale per la Prevenzione degli Infortuni sul Lavoro”. Si istituisce inoltre l’obbligo delle aziende di assicurare i propri lavoratori contro gli infortuni.

Queste raccomandazioni si riassumono oggi con un corretto “assetto” in carrozza costituito dalla giusta posizione del corpo e aiutati da una “bietta o cuneo” sulla seduta.

 

Anche in questo caso il vostro Tecnico di riferimento vi darà i consigli giusti per il vostro attacco considerando che le due attività illustrate sui cartelloni hanno smesso di esistere 100 anni or sono!

I sette manifesti esposti nelle cantine vinicole della Villa spiegano, mediante le loro illustrazioni, le cause più frequenti di incidenti causati da chi lavora con il cavallo attaccato e come evitarli. Ricordiamoci però: quello che valeva allora, quasi un secolo fa, vale ancora oggi. In Italia la media degli infortuni sul lavoro negli ultimi dieci anni, secondo i dati INAIL, è di quasi 1200 morti all’anno, superando di gran lunga la media europea. Anche nelle attività equestri non si scherza: secondo l’Istituto Superiore di Sanità gli sport legati al cavallo sono tra i più pericolosi in assoluto, alla stregua con le gare di moto, con la pratica dell’ automobilismo e dell’ alpinismo. Allora facciamo tesoro dei preziosi consigli indicati nei manifesti!

Nel corso della manifestazione dei “Cocchi a Firenze” la sfilata si è conclusa davanti a Santa Maria Novella, la cui facciata è decorata con marmi policromi, tra cui il cosiddetto “verde di Prato” o “serpentino” proveniente dalle cave del Monteferrato. Fin dal medioevo e per tutto il rinascimento il “verde di Prato” fu usato in tutta la Toscana ma anche fuori regione per decorare le facciate delle chiese. (Nelle immagini la basilica di Santa Maria Novella e Mirko Belli )

 

Per chi desidera fare un’ottima degustazione alla Villa di Bagnolo dei Marchesi Pancrazi:

https://www.pancrazi.it/pages/guida-ai-vini

 

Bibliografia di riferimento:

https://www.lombardiabeniculturali.it/pereco/schede/676/