GLI ITALIANI ALL’EUROPEO HAFLINGER
Si è concluso nell’ultimo fine settimana di agosto a Stadl-Paura in Austria il Campionato Europeo Haflinger, alla sua ottava edizione, un appuntamento che si ripete ogni 3 anni a partire dal 2003 e che qui viene organizzato per la quinta volta.
STADL-PAURA: UNA LOCATION BEN CONSOLIDATA
Riguardo alle strutture, l’odierno Pferdezentrum Stadl-Paura nacque nel 1807 per alloggiare i cavalli adibiti al traino delle navi che trasportavano il sale lungo il fiume Traun e nel 1826 fu fondato qui il deposito stalloni dell’Impero Asburgico, con un allevamento di cavalli sia a sangue freddo che mezzosangue destinati a scopi militari ed agricoli. A causa di disordini, nel 1866 il centro fu promosso a “deposito statale” passando dalla gestione del Ministero Imperiale della Guerra a quella del Ministero dell’Agricoltura, con una presenza, nel 1869, di 192 dipendenti e di 200 stalloni che aumentò costantemente fino a raggiungere la bellezza di 560 soggetti nel 1939.
A cominciare dagli anni ’50 l’impiego dei cavalli a livello lavorativo e militare perse importanza e quindi ebbe inizio lo sviluppo in campo sportivo e per il tempo libero. Nel 1998 l’allevamento fu venduto alla provincia dell’Alta Austria e alla locale Associazione Allevatori che fondarono l’odierno “Pferdezentrum Stadl-Paura GmbH”, con le singole associazioni provinciali di allevatori come azionisti. Dalla sua privatizzazione nel 1999, il Pferdezentrum Stadl-Paura gestisce il più grande centro ippico dell’Austria con una struttura di 20 ettari. Con l’inizio del nuovo millennio l’ex istituzione federale ha fatto il salto di qualità, diventando un centro servizi indispensabile per l’industria austriaca del cavallo e sede di eventi, concorsi, campionati, corsi e stage a livello internazionale. Attualmente il centro ospita in media un centinaio di cavalli in addestramento e si avvale di quattro maneggi coperti, quattro campi di gara all’aperto, un ampio percorso di fondo e maratona: insomma, una location unica che non lascia nulla a desiderare.
STADL-PAURA E GLI HAFLINGER
Una curiosità. Lo stallone arabo 133 El Bedavi XXII era stazionato proprio a Stadl-Paura da dove fu mandato in Alto Adige. Qui, dall’accoppiamento con una fattrice locale di origini galiziane, nacque 249 Folie, il capostipite della razza Haflinger, esattamente 150 anni fa, nel 1874. Infatti quest’anno ricorre il 150° anniversario della razza.
Stadl-Paura ha da sempre avuto un interesse particolare nella razza Haflinger, della quale ha ospitato varie famiglie di stalloni, quindi non è un caso che su 8 Campionati Europei Haflinger ben 5 si siano disputati proprio in questa location.
Tra tutti i Campionati quello degli Haflinger ha sicuramente una connotazione del tutto particolare, in quanto tutto ruota intorno all’unico protagonista, il biondo cavallino che occupa un posto decisamente peculiare nel cuore degli amanti di questa razza, per i quali rappresenta spesso un compagno per la vita, una presenza che è talvolta possibile veder scorrazzare nel prato davanti a casa ed è sempre pronto a tutto, un amico più che un semplice mezzo per affermarsi costi quel che costi. Tutto ciò risulta evidente dallo spirito gioioso dell’evento, con tanti volti sorridenti ben diversi dal serio cipiglio che contraddistingue l’agonismo nelle sue accezioni più estreme. Anche se, ovviamente, in questa occasione ai nastri di partenza c’è pure un esiguo numero di super-professionisti, proprietari di allevamenti ben conosciuti nell’ambiente, con stalloni riproduttori di pregio e capacità addestrative di alto livello. Nel caso del Campionato Europeo Haflinger si evidenzia la dote che nessun’altra razza può vantare in egual misura: la versatilità, ovvero quella che oggi si definirebbe “multi-tasking”. Qui il “biondino tuttofare” si mette in gioco in ben 22 specialità equestri, dalle tre classiche prove olimpiche del salto ostacoli, del dressage e del completo, a varie specialità della monta western, al salto in libertà fino agli attacchi, con altrettanti titoli in palio.
HAFLINGER COL TRICOLORE
Ecco quindi che anche l’Italia si è presentata puntuale all’appuntamento con in tutto 47 partenti su un totale di 330 iscritti. Nella disciplina degli Attacchi, dopo aver disertato la passata edizione del 2021 che risentiva ancora molto del fermo dovuto al Covid, la rappresentativa italiana ha schierato 5 binomi, tutti nella categoria Singoli Adulti: Giulia Arreghini, residente in Friuli VG ma tesserata FISE nel Veneto, Martin Feichter dall’Alto Adige e le tre concorrenti facenti parte del Gruppo Romagna Attacchi, Anita Salghini, Gaia Casadio e Luana Panichella, moglie quest’ultima del proprietario e tecnico della Scuola Attacchi, Ivano Cavina.
Limitandoci al settore Attacchi, molti anche gli ufficiali di gara e le figure istituzionali provenienti dall’Italia: da Nicoletta Milanese, membro della giuria di terreno, a Gabriele Panier Suffat, costruttore dei percorsi, dal delegato tecnico Roland Morat e dalla Chief Steward Valeria Nicolis, entrambi responsabili di tutte le discipline, al Presidente dell’ANACRHAI Francesco Ramella.
Chi tuttavia ha seguito da vicino l’intero svolgimento delle gare di attacchi, prendendone sotto la lente d’ingrandimento con cognizione di causa, in quanto ex-agonista e tecnico attacchi, tutte le varie sfaccettature, è stato Corrado Cotti, al quale abbiamo chiesto un resoconto dettagliato che qui vi proponiamo.
IL RACCONTO MINUTO PER MINUTO DI CORRADO COTTI
E’ stata una bellissima gara, con un sacco di cavalli, organizzata molto bene, grazie anche agli ampi campi a disposizione, alla dovizia di terreni e ai diversi maneggi coperti allestiti vuoi per le gare, vuoi come campi prova o per il catering e in virtù della lunga esperienza dello staff locale, dato che praticamente ogni settimana vengono organizzati qui eventi di vario tipo.
Quest’anno non sono state disputate le categorie di corse al trotto e al galoppo, e anche la categoria pariglie giovani cavalli non viene più organizzata fin dal 2012. Per gli Attacchi rimanevano quindi tre categorie: singoli cavalli adulti dai 6 anni in su, la più numerosa con 26 partenti alla quale partecipavano anche i nostri 5 portacolori, singoli cavalli giovani (5 anni) con 3 soli concorrenti e pariglie cavalli adulti, che ha visto in gara 6 attacchi.
Per i nostri, quella del dressage non è stata una giornata particolarmente buona e i giudici sono stati abbastanza esigenti, anche se le valutazioni dei primi erano decisamente – e meritatamente – alte. Per i nostri c’è da considerare che il gruppo proveniente alla Romagna partecipava con Haflinger poco esperti e in fase di perfezionamento. Inoltre per Anita Salghini, brevetto, questa era la prima volta che partecipava ad una gara col testo del 2*. Si era esercitata molto a casa, ma le mancava completamente l’esperienza in concorso. Pur non trattandosi di un evento FEI, sono stati comunque adottati i testi FEI e anche gli ufficiali di gara sono tutti in possesso di qualifiche FEI.
Per contro, riguardo ad esempio alla concorrente tedesca Kathrin Karosser, sempre presente fin dal 2006, occorre considerare che lei lo fa per mestiere, dispone nel centro di sua proprietà di alcuni stalloni riproduttori di altissimo livello ed è specializzata soprattutto nella preparazione dei giovani cavalli (non solo Haflinger), tanto è vero che qui ha vinto la medaglia d’oro proprio in tale categoria, mentre con il soggetto adulto, dopo un dressage da 48,89 che le era valso il terzo posto provvisorio, è poi scivolata, come spesso le accade, al 10° posto finale, giusto davanti alla nostra Arreghini, perdendo parecchie posizioni sia in maratona che nei coni.
Tornando ai nostri, in passato abbiamo vinto delle medaglie, ma sempre ad opera di semi-professionisti/tecnici con patente di 2° Grado (Weitlaner, Gamba, Cividini). Quest’anno è stato un trampolino di lancio sia per le tre driver della Romagna, che per i due più esperti Arreghini e Feichter, ciascuno alla guida di un cavallo alla sua prima esperienza internazionale. La Arreghini ha portato a termine un dressage pulito, corretto, senza tuttavia riuscire ad entusiasmare rispetto a cavalli dal portamento imponente, che sprizzavano energia da ogni poro anche se costantemente sotto controllo. Stesso discorso per Feichter, alla sua 3^ gara con questo cavallo che, pur avendo 10 anni, proviene da un prolungato periodo di fermo: viste le premesse il proprietario si è comunque dichiarato soddisfatto per la prestazione fornita dal suo cavallo, soprattutto messo a confronto per la prima volta con distrazioni ambientali a lui sconosciute. Molto meno precisa la ripresa eseguita dalle altre tre concorrenti, un po’ sotto tono a causa soprattutto dell’inesperienza, con qualche errore qua e là, a volte corretto, a volte no, che hanno abbassato notevolmente le valutazioni. Un po’ di delusione, ovviamente, ma per fortuna lo spirito è rimasto positivo per affrontare con fiducia la prova di fondo.
Tutti hanno portato a termine la maratona in modo onorevole, anche se in generale con poco slancio all’interno degli ostacoli. La Panichella (groom Elisa Vinci) aveva la scusante di non aver potuto montare i ramponi per tendenza del cavallo a perdere i ferri a seguito di recenti problemi agli zoccoli. Inoltre anche la sua groom, appassionata al punto tale da trascorrere un intero mese con lei per poter crescere agonisticamente, era comunque alla sua prima gara come navigatrice. Alla Arreghini (groom papà Adelio), alla Salghini (groom Ivano Cavina) e alla Casadio (groom Giorgia Monti) invece la maratona ha permesso di risalire di un paio di posizioni, avendo eseguito il percorso in maniera corretta e regolare, fase A compresa. Feichter (groom Astrid Aigner, la mamma di Philip che a sua volta ha partecipato come groom in dressage e coni) invece è stato un po’ sfortunato essendo stato fermato per due volte prima di entrare negli ostacoli fissi in quanto la Arreghini che lo precedeva nell’ordine di partenza era ancora all’interno. Alla fine ci sono state delle contestazioni riguardo ai tempi non abbuonati per la sosta forzata che hanno portato giustamente alla cancellazione delle penalità. Dato che in questo campionato non c’è distinzione tra cavalli e pony – sono tutti Haflinger – per la maratona sono stati presi come base i tempi previsti per le categorie pony (12 km/h per la fase A e 13 km/h per la fase B), mentre poi nei coni hanno adottato quelle dei cavalli (250 m/min e non 260) anche in considerazione del fatto che, accanto ai professionisti, c’era comunque un’ampia partecipazione di agonisti occasionali.
Riguardo alla prova coni, il percorso è risultato molto selettivo, con tre soli percorsi netti nel tempo ed un eccellente risultato messo a segno da Giulia Arreghini, senza errori agli ostacoli e con una lieve infrazione di tempo. Discrete anche le prestazioni degli altri concorrenti che sono riusciti a risalire di qualche posizione rispetto alle classifiche provvisorie dopo la maratona.
A margine, la cosa interessante per me è stata la concorrente svedese che guidava un cavallo senza paraocchi in tutte e tre le prove oltre che nella cerimonia di apertura, dove le distrazioni, tra concorrenti vocianti, bandiere svolazzanti e musica ad alto volume, sono una bella sfida. In generale comunque tanti cavalli bellissimi, ben addestrati, ben allenati, padroni della scena. D’altro canto, da qualche parte bisogna pur incominciare a fare esperienza e questo concorso è stato un trampolino di lancio fantastico.
Quest’anno è stato il lancio in grande stile di Gabriele Panier Suffat in campo internazionale, ora come delegato tecnico, ora, come in questo caso, come Chef de Piste. Sentiamo cosa ha da dirci al riguardo.
GABRIELE PANIER SUFFAT: divertirsi lavorando!
E’ proprio questa la sensazione più bella: quando si riesce a lavorare bene tanto da essere pienamente soddisfatti, il tutto all’insegna del divertimento. Quando poi il Comitato Organizzatore si dichiara apertamente contento, cosa rimane di cui lamentarsi?
Bellissimi i campi per dressage e coni e anche la maratona è venuta bene. Nessuno si è ribaltato, contrariamente a quanto si è spesso verificato in passato, e questa prova, insieme al percorso coni, hanno fortemente determinato la classifica finale, con percorsi al cardiopalma tanto che la concorrente austriaca Ulrike Roth, terza dopo la maratona, ha perso il gradino del podio per soli 11 centesimi di punto a favore del belga Frederik Jans, che aveva alle spalle un 16° posto nel dressage. Per un costruttore dei percorsi è sempre una soddisfazione vedere che il proprio operato ha un peso determinante sul risultato finale.
Quanto ai nostri, la Arreghini ha fatto un bel concorso, con un dressage molto corretto, una buona maratona e un bellissimo percorso coni con solo una lieve infrazione sul tempo. Feichter se l’è cavata bene al suo 3° completo, con il cavallo che è arrivato piuttosto stanco alla fine della maratona, visti tutti i dislivelli da superare, cosa che in ogni caso è risultata ardua per la maggior parte dei concorrenti. La Panichella meglio del solito e le due ragazze hanno subito un po’ l’inesperienza. Tutto sommato però nella norma rispetto alle loro possibilità.
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Dato che 3 delle nostre concorrenti fanno parte dello stesso centro attacchi di Forlì, abbiamo chiesto un breve commento al proprietario della scuola, loro trainer e qui in veste anche di groom della più giovane, Anita Salghini.
IL PENSIERO DI IVANO CAVINA: de Coubertin docet.
Siamo tornati abbastanza soddisfatti. Io avevo partecipato personalmente ad un paio di edizioni di questo Campionato Europeo, ma dalla nostra ultima presenza nel 2018 ho trovato un livello di cavalli che è salito vertiginosamente. I nostri Haflinger erano preparati, pronti a partecipare degnamente alle gare, pur dovendo constatare che il nostro livello era a tutti gli effetti nettamente inferiore. Si è visto subito, fin dal campo prova, che nel dressage, ma poi anche in maratona, gli altri cavalli facevano paura. Diciamo che noi c’eravamo, abbiamo imparato, le nostre atlete hanno visto come funziona e l’esperienza fa sempre bene, perché a casa siamo tutti bravi poi quando ci confrontiamo con questi capiamo che abbiamo a che fare con concorrenti più bravi di noi. Noi abbiamo dato il massimo di quello che potevamo dare. Le ragazze sono tornate a casa contente, il concorso l’hanno portato a termine senza grossi errori da parte loro, presupposto indispensabile per la loro futura crescita agonistica. In conclusione è stata veramente una bella gara, in un bell’ambiente, con una bella atmosfera e tanto, tanto da vedere, da capire, da valutare, da imparare.
La parola ora al Delegato Tecnico per tutte le discipline, attacchi compresi.
ROLAND MORAT: un’organizzazione da manuale
La manifestazione in generale è andata molto bene, con circa 340 cavalli provenienti da 14 nazioni. Io, in quanto “regista”, sono molto soddisfatto perché tutto è andato esattamente come era stato programmato, senza intoppi di alcun genere, senza incidenti, senza lunghe ed aspre polemiche, con qualche reclamo susseguente alla pubblicazione della classifiche, ma senza spiacevoli strascichi.
Per gli Attacchi Panny ha messo giù dei bei percorsi di maratona e coni e sono stati veramente in tanti a fargli i complimenti. Rispetto alle passate edizioni, quest’anno siamo passati al testo di dressage FEI 2*, mentre in precedenza è sempre stato adottato il vecchio testo 7, ormai dismesso dalla FEI.
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In quanto ai concorrenti, abbiamo dato la parola alla nostra rappresentante che ha ottenuto il miglior risultato, una driver di lunga esperienza alla guida della mitica Haflinger Desiré, che qui si è presentata con un soggetto di 11 anni, Achim, ancora in fase di crescita agonistica ma sulla buona strada per ottenere grandi soddisfazioni.
GIULIA ARREGHINI: il mondo visto “da dentro”
“Quella dei campionati europei è stata un’esperienza meravigliosa ed emozionante nonostante non fossero i primi a cui partecipavo.
L’organizzazione dell’evento, svoltosi presso la struttura di Stadl-Paura, è stata impeccabile e grazie al supporto continuo del team ANACRHAI tutto si è svolto nel migliore dei modi.
Per quanto riguarda la mia prestazione devo dire che sono molto soddisfatta considerato anche l’elevato livello degli altri concorrenti nella mia categoria.
A luglio avevo partecipato ad un CAN a Seekirchen (AUT) nella categoria dedicata agli Haflinger che aveva lo scopo di selezionare i binomi austriaci che avrebbero preso parte all’Europeo; lì mi sono resa conto di quanto la preparazione di cavalli e guidatori fosse elevata e che anche finire il concorso a metà classifica sarebbe stato un ottimo risultato.
Dal canto mio sono molto soddisfatta dalla prova del mio cavallo Achim soprattutto nella maratona in cui, nonostante fosse molto impegnativa, abbiamo concluso all’8° posto in classifica. Nell’ultimo anno e mezzo i miglioramenti sono stati notevoli ma sono consapevole che c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto nel dressage. Nei coni invece Achim era leggermente provato dalla prova del giorno precedente e siamo usciti leggermente dal tempo accordato ma, nonostante il percorso “alla Panny” fosse estremamente tecnico ed insidioso tanto da mettere alla prova tutti i concorrenti, siamo riusciti a lasciare tutte le palline al loro posto, segno che il lavoro che stiamo facendo sta portando i suoi frutti.
Ora è tempo di iniziare a pensare al prossimo Europeo.”
Alla fine le medaglie sono andate ai “soliti noti”: oro all’austriaca Christiane Schluder, alla sua quarta vittoria consecutiva, argento al suo conterraneo Roman Elend e bronzo al belga Frederik Jans che ha bissato la prestazione ottenuta nella passata edizione. Per i giovani cavalli oro alla tedesca Kathrin Karosser, allevatrice e addestratrice di professione, sul podio in ogni edizione a cui ha partecipato. Mattatore nelle pariglie quello stesso Lothar Zebisch che si aggiudica per la terza volta l’oro, dopo essersi dovuto accontentare dell’argento nel campionato del 2021.
Ottima la prestazione in genere della rappresentativa italiana che ha vinto la metà delle medaglie rispetto all’Austria ma con un terzo dei concorrenti. Inferiore a noi per numero di medaglie la Germania che tuttavia si è insinuata al secondo posto nel medagliere a seguito dei coefficienti applicati come previsto dal regolamento.
In quanto ai nostri attacchi, in conclusione si può dire che, visto il continuo calo di concorrenti in questa disciplina in generale e con una presenza di Haflinger ridotta all’osso, date le poche occasioni di cimentarsi in concorsi in cui alla parola “palestra” corrisponda una reale possibilità di crescita agonistica, constatata l’assenza di una programmazione del settore che non sia un semplice “vivacchiare” senza mete precise e senza mezzi o aiuti per raggiungerle, i nostri atleti si sono comportati con onore. L’11° posto della Arreghini e il 13° di Feichter, con cavalli al loro esordio internazionale, fanno ben sperare e per la rappresentanti del Gruppo Romagna Attacchi una prima esperienza decorosa che vale più di tanti stage.
Per alcune foto inserite nei singoli collage si ringrazia Sonja Bauer e per le immagini delle premiazioni il Team Myrtill.