La locandina parla chiaro: AFAC … in rosa. Doverosa una spiegazione: tra i numerosi Soci AFAC, oramai disseminati in tante regioni italiane, alcuni di loro risiedono in queste zone e, guarda caso, tra i soci più attivi troviamo tante donne, tutte appassionate di cavalli e di attacchi in particolare. Ci troviamo in Lombardia, esattamente nel Parco del Mincio, ed è quì che il fiume Mincio, nato dal Lago di Garda, rallenta il suo corso formando una delle più importanti “zone umide” d’Italia. La località Castellucchio di Mantova è stata prescelta come punto di partenza di questa due giorni in carrozza sulle terre anticamente dei Gonzaga. Cavalli e carrozze sono stati scuderizzati presso l’allevamento di cavalli Gerderland di Chiara Donati.

 

Che dire? W le “Quote Rosa!” Dall’alto Patty, poi Anna Maria e Marika, infine un bel quartetto con Cristina, Marika, Chiara e Carolina.

 

Un angolo di Paradiso in mezzo alla natura: non riusciamo a trovare parole più adatte per descrivere questo piccolo ma importante allevamento gestito in prima persona da Chiara Donati. I cavalli sono ospitati in una scuderia che anche sotto il punto di vista estetico è il massimo che un cavallo possa pretendere: 25 comodi box e spaziosi paddock in sabbia o erba in base alle necessità; completa il tutto un grande campo in sabbia con annesso tondino, indispensabili per la movimentazione e l’addestramento dei puledri. Anche se a prima vista potrebbe sembrare un allevamento poco conosciuto e fuori dalle solite rotte commerciali … il pluricollaudato biglietto da visita della qualità e serietà riesce sempre ad avere la meglio su tutto e su tutti!

Sentiamo il commento di Chiara Donati:

“Tra gli ultimi clienti che hanno scelto alcuni di questi cavalli Gerderland annoveriamo un noto appassionato e driver agonista di livello internazionale come Aletti Montano, ma uno dei nostri puledri è andato in Olanda, mentre altri tre sono stati acquistati da clienti in Piemonte. Abbiamo altri bellissimi e promettenti puledri ora in scuderia che sicuramente daranno grandi soddisfazioni ai futuri proprietari. Una piccola lacrima di dispiacere per la partenza della nostra fantastica mula “Pollon”, ma così è la vita: c’è chi va e c’è chi viene!”

 

Nelle foto la spettacolare scuderia e una panoramica degli spazi esterni

 

Una piccola panoramica dell’allevamento; i due puledri che vediamo sono figli di “Magnifiek x Delviro” (baio) mentre il puledro morello è di “Lanto x Vaandrager”

 

L’antico che si fonde con il moderno ed a guadagnarci troviamo l’uomo e l’amico cavallo

 

Luigi Persico all’interno della scuderia

 

SEI MESI FA UN DOLCE ADDIO: LA MULA “Pollon”

Sappiamo bene che per un Allevatore le vendite di qualsiasi tipologia sono come una parte di te stesso che non ritorna più, ma così è la vita, e così è stato per la dolce mula “Pollon” che si è trasferita addirittura in un’altra Nazione.

 

La mula “Pollon”

 

Einsatz- und Ausbildungszentrum für Tragtierwesen 230

 

Einsatz- und Ausbildungszentrum für Tragtierwesen 230

(Centro di impiego e addestramento per animali da soma)

https://de.wikipedia.org/wiki/Einsatz-_und_Ausbildungszentrum_f%C3%BCr_Tragtierwesen_230

 

Dopo la visita veterinaria di rito la mula “Pollon” parte da Corte Pilone verso la Germania

 

 

La lunga carovana di mezzi targati AFAC scarica le carrozze in posizione di partenza, dai bauli insieme a valige e indumenti vari si intravedono bottiglie di vino dei tipici Colli Friulani contenenti il famoso “Nettare di Bacco”, spuntano anche corroboranti “Elisir di lunga vita” e il tonificante “Rosolio dolce della Nonna” il quale, insieme all’Amarone di nonno Gigio, danno la giusta carica per iniziare questa giornata operativa! La foto in basso ci dice tutto: uno solo sulla scala a lavorare e otto persone più un cane che controllano il lavoratore!

 

Un’ultima lucidata ai finimenti, un controllo tecnico alle moderne e robuste carrozze e pare che sia tutto pronto

 

La partenza è fissata per le ore 15 e mentre i cavalli si rilassano dopo gli oltre 300 chilometri di strada percorsi su van e trailer, ai rispettivi driver e proprietari inizia a venire appetito, dunque crediamo sia arrivato il momento di un veloce e leggero spuntino.

 

Tutti pronti per l’aperitivo consistente che darà il via alla trottata tra poche ore. In alto a sinistra Chiara Donati fa vedere al pubblico dei commensali un modello di salame mantovano molto apprezzato in queste zone: quasi un metro di bontà da assaggiare lentamente, fetta dopo fetta! Cristina Donati con il vassoio colmo di altri affettati tipici, per la musica di sottofondo che ha sempre accompagnato pranzi, cene e spuntini, in cabina di regia Carolina e Jonathan. In braccio al papà Mia Puntin, 3 mesi di vita, l’unica che non ha potuto apprezzare le specialità mantovane, ma siamo certi che con il tempo …

 

Per gli spuntini o assaggi che dir si voglia non entriamo nei dettagli e non facciamo nessun tipo di critiche: siamo di fronte all’Olimpo della “ristorazione vagante” targata AFAC (Associazione Friulana Appassionati Carrozze).

 

 

Tutti gli equipaggi al via. Alle redini: Luigi Persico, Bruno Cotic, Fabrizio Canali, Marco Puntin, Alessandro Cattarin

 

Alle redini Marco Puntin e alle sue spalle la moglie Sonia con in braccio la partecipante più giovane di oggi: Mia Puntin. In carrozza anche Sara Puntin e Marco Momtagner

 

Bruno Cotic e la sua nuova pariglia di cavalli di razza “Oldenburg”

 

Redini in mano, ordina il Presidente AFAC; Bruno Cotic, e tutta l’allegra comitiva parte in fila indiana dalla Corte dell’allevamento per poi addentrarsi con garbo nelle campagne circostanti.

 

Angelo Da Frè

 

Alessandro Cattarin esordisce in questa stagione 2024 con una pariglia di cavalli “Murgesi”

 

In testa al gruppo Franco Pancera che con la sua pariglia di cavalli “Trotter” si avvicina alla Piazza del Santuario della Madonna delle Grazie

 

A guidare il corteo delle carrozze Franco Pancera

 

https://mantovastoria.it/2017/08/15/5-stranezze-o-curiosita-sul-santuario-delle-grazie/

(di Margherita del Castillo)

Non puoi essere considerato un mantovano se non sai cosa succede il 15 di Agosto al Santuario delle Grazie. La tradizione prevede di arrivare di mattina prestissimo alla Fiera, partecipare alla messa e poi mangiare il panino con il cotechino. Questo spuntino è uno dei rivelatori attivi di mantovanità: se riesci a mangiartelo anche con 40 gradi all’ombra sei davvero di Mantova. Eppure questa è solo una delle tradizioni delle Grazie, un borgo minuscolo che durante i tre giorni della festa dell’Assunta ospita quasi 150.000 visitatori.

 

Il Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie

 

http://www.curtatone.it/index.php/il-borgo/il-santuario-b-v-maria-delle-grazie

http://www.fiumemincio.it/tour.htm

L’immagine della Vergine di Curtatone, (Mantova) custodita nel santuario delle Grazie, ha una storia correlata alla venerazione di Maria. Barcaioli e contadini erano soliti implorare grazie e miracoli dalla Vergine. Sotto la prima volta, infatti, pende dal soffitto un coccodrillo impagliato, ex voto di un barcaiolo graziato.

La parola greca Eleousa descrive il rapporto affettuoso tra Madre e Figlio che un certo tipo di icona mariana, di origine bizantina, esprime. É un’Eleousa, allora, l’immagine della Vergine di Curtatone, custodita nel santuario delle Grazie, ad una manciata di chilometri da Mantova, la cui storia è strettamente correlata alla venerazione popolare nei confronti di questa Madonna. Guancia contro guancia, la Vergine e il Suo Bambino sono stretti in un tenero abbraccio.

Il Figlio accarezza il viso della Madre, avvolta in un prezioso mantello di fattura orientale. Il dipinto, oggi sull’altare maggiore del Santuario, intorno all’anno Mille era collocato sopra un semplice capitello su un’altura ai cui piedi il fiume Mincio formava una palude. Barcaioli e contadini erano soliti implorare grazie e miracoli alla Vergine, la devozione verso la quale crebbe al punto che si costruì dapprima un’edicola e poi una grande chiesa per onorare degnamente la presenza mariana.

Committente fu Francesco Gonzaga, capitano del popolo di Mantova: sul finire del Milletrecento, per la cessazione di una violenta ondata di peste, volle, con l’erigendo tempio, ringraziare la Madonna per la Sua materna intercessione. Affidò i lavori a Bartolino da Novara, già architetto del Castello di San Giorgio, che concluse la costruzione entro la data della sua consacrazione avvenuta il 15 agosto 1406.

L’aspetto austero della facciata è leggermente mitigato dalla presenza dei pinnacoli e delle due alte finestre. Nel XVI secolo, per dare ricovero ai sempre più numerosi pellegrini, al prospetto venne addossato un portico di tredici arcate a tutto sesto, sostenute da colonne. Le lunette sottostanti furono affrescate, in quello e nel secolo successivo, con episodi della storia del luogo, dalle origini ai miracoli lì accaduti.

 

Interni ed esterni del Santuario

 

Elemento ancora più caratteristico di questo ambiente è l’impalcatura lignea che corre lungo la fascia mediana delle pareti della navata, con ottanta nicchie disposte su due livelli. Qui trovano posto statue in cartapesta o altri materiali quali ferro, gomma, legno, gesso, che rappresentano ex voto per grazie ricevute, riproducenti, con il tipico realismo lombardo, a tratti grottesco, fatti miracolosi occorsi a re, principi, cardinali, come a soldati, paesani o semplici commercianti.

Questo apparato votivo, unico al mondo, fu ideato dal frate francescano Francesco da Acquanegra nel 1517. Il presbiterio, attribuito alla progettazione di Giulio Romano, è dominato dalla struttura del tempietto a pianta centrale, rivestito da marmi policromi, al centro del quale è custodita la sacra icona.

 

Passaggio degli equipaggi davanti al sagrato del Santuario

 

Il Coccodrillo appeso e impagliato.  Storia, leggende, supposizioni e misteri, avvolgono di curiosità il visitatore: abbiamo riportato a seguire qualche commento tra i più autorevoli e veritieri

Nessuno tra i bambini mantovani è indenne al fascino del coccodrillo impagliato appeso al centro della navata. Il muso rivolto verso l’ingresso e il corpo avvolto dalle catene, questo rettile rappresenta probabilmente una sorta di memento del male sconfitto e si tratta pertanto di uno di quei retaggi medievali appesi nelle chiese a scopo apotropaico (ovvero per scacciare gli spiriti maligni). Non si sa da dove arrivi questo coccodrillo (considerato che ce ne sono altri che sono conservati a Mantova – leggi qui il post dedicato). La tradizione vuole che si tratti di una delle fiere che i Gonzaga tenevano nel loro Serraglio e che per una disattenzione era scappata alla custodia. Non si tratta di un modellino ma di un vero e proprio coccodrillo, recentemente restaurato e studiato, il cui nome latino è Crocodilus Niloticus. Questa non è l’unica chiesa in cui si può trovare una simile stranezza, anche nella chiesa di Santa Maria delle Vergini a Macerata infatti si può trovare un coccodrillo appeso, probabile dono dei maceratesi tornati dalle Crociate.

Tre campate, sormontate da volte ogivali a crociera, decorate con motivi floreali che rimandano a Maria, ritmano lo spazio dell’unica navata interna. Un ex voto insolito accoglie il fedele all’ingresso: sotto la prima volta, infatti, pende dal soffitto un coccodrillo impagliato. Si dice che fu un intervento miracoloso della Madonna a permettere la sua uccisione da parte di un barcaiolo assalito dal predatore mentre riposava sulle rive del fiume. In realtà i coccodrilli, come i draghi o i serpenti, sono stati sempre associati, anticamente, all’idea del male ed incatenarli nelle chiese stava ad indicare, molto semplicemente, la vittoria sul demonio.

 

Alcuni scatti degli interni con il “coccodrillo” appeso in catene

 

Una delle tradizioni religiose che si è persa nel tempo è rappresentata dagli Ex Voto. Questi Ex Voto i quali recano tutti una piccola scritta, P.G.R. (Per Grazia Ricevuta) rappresentavano in un lontano passato un dono che una persona “miracolata” portava in omaggio alla Madonna o ad un Santo per lo scampato pericolo. Erano di diverse tipologie questi oggetti, ma i più abituali erano rappresentati da piccole tavolette in legno, latta o cartone, che il miracolato faceva dipingere da una persona abilitata a questo scopo. Questi quadretti che vedete in basso sono presenti insieme ad altri presso il Santuario delle Grazie dove, insieme a tutto il complesso, potrete ammirarli. Noi per “campanilismo” abbiamo fotografato quattro tavolette che rappresentano altrettante disgrazie “equestri” occorse a persone che si salvarono dalla morte grazie alla intercessione della Beata Vergine che vediamo solitamente nella parte alta del quadretto all’interno di una nuvola. Nelle quattro immagini vediamo alcuni comuni mezzi di trasporto del tempo dove la mano del “dipintore” non professionista faceva del suo meglio per “fotografare” l’accaduto nel miglior modo possibile. Per avere un’idea degli anni in cui era abitudine diffusa porgere questi ringraziamenti alla Madonna, possiamo osservare l’ultimo quadretto in basso a destra datato 1659 dove la scritta PGR la si legge per esteso insieme alla data. Solitamente era scritto anche il nome del “graziato”.

 

Per ammirare questi Ex-Voto e tante altre cose ancora all’interno del Santuario vi consigliamo caldamente una visita nella piccola frazione di Grazie del comune di Curtatone a nove chilometri da Mantova. Se poi durante la visita e dopo riuscite a tenere spento il vostro smartphone almeno per 5 ore, ecco che una piccola “Grazia” l’avrete già ricevuta dall’alto dei cieli: siete diventati un po’ più intelligenti …

 

Superato il Santuario dopo pochi metri una piccola strada ci conduce ad una radura dove troviamo anche un piccolo porticciolo dove il Consorzio “I Barcaioli del Mincio” effettuano delle belle e interessanti escursioni fluviali con tanto di guida. Li potete contattare sul web – www.fiumemincio.it  – barcaioli@fiumemincio.it

 

Inutile spendere parole: questi sono posti da visitare e basta!

 

L’imbarco turistico gestito dai “Barcaioli del Mincio” registra quasi sempre il tutto esaurito.  Siamo sulla rotta giusta: W la Natura!

 

Dopo circa 11 km la prima parte della passeggiata è terminata: cavalli e guidatori si concedono un attimo di relax

 

 

Tre chioschi sono presenti in questa piccola ansa del fiume Mincio: quello dei Barcaioli e relativa biglietteria, quello dei gestori del chiosco rappresentati dalla “Associazione Volontari San Marco” e il più piccolo e importante di tutti con l’immagine della Madonna circondata da bellissimi fiori

 

 

La prima parte di questa passeggiata volge al termine ma non finisce quì: domani è un’altro giorno!

 

 

Il viaggio prosegue sempre con qualche sosta per commentare le bellezze storiche e architettoniche dei luoghi attraversati. Diciamo che nella giornata di oggi la cultura ha avuto il sopravvento sul frizzantino!

 

Territori fatti su misura per le carrozze e i rispettivi cavalli. Nella giornata odierna due equipaggi si sono aggregati al gruppo delle prime sette carrozze: Luciano Gaiardoni e Gian Luigi Caravaggio

 

 

 

Apre l’antica e rinomata “Taverna-AFAC-Girovaga”. Nella foto in basso vediamo il sig. Donato (papà di Chiara) il quale ha messo a disposizione un antichissimo torchio in legno per fare un tipo di pasta denominata “bigoli” e conseguentemente è stato servito per primo dai cucinieri AFAC. E’ poi intervenuta Cristina che ha elaborato un sugo incredibilmente saporito, frutto di una antica ricetta di mammà! Nelle due foto in alto vediamo Bruno (assistente cuciniere) che aiuta Cristina mentre i bigoli con una doppia giravolta si tuffano nel pentolone di acqua bollente, salata al punto giusto.  Al centro Farizio Canali alla sua prima esperienza come “sollevatore di pentolone” mostra alla stampa il contenuto del pentolone che non è frutto della I.A. (Intelligenza Artificiale) ma è il risultato di un progresso inarrestabile verso il futuro cioè … l’ Intelligenza non-Artificiale!

 

 

Accanto all’Allevamento di Chiara Donati troviamo la “Forneria Rizzato” con la sua rivendita al pubblico di prodotti dagli antichi sapori.

E come per tutte le cose belle, arriva purtroppo il momento dei saluti. Alla prossima!