Una delle prime "Mietritrici automatiche" con un solo operatore

 Il Barone Bettino Ricasoli, nel 1857, fece arrivare dall’Inghilterra due mietitrici McCormick modificate dagli inglesi Burgess & Key. Le collaudò con successo nella sua tenuta di Barbanella nella Maremma toscana.

 

Nei primi anni del ‘900 era abbastanza normale vedere queste attrezzature trainate da cavalli nei campi

 

Viviamo in un mondo in trasformazione e tante volte le troppe ed esasperate trasformazioni ci costringono a ritornare al passato. Staremo a vedere come va a finire.

I numeri dei lavoratori agricoli con 1 solo hp (cavallo) sono modesti e qualcuno potrebbe anche dire: ridicoli. Potremmo stimare 50 persone in tutta Italia con una decina di professionisti che si dedicano in maniera assidua a questo comparto di nicchia dell’agricoltura. Alcuni di loro vendono i loro prodotti al pubblico e più volte li abbiamo sentiti lamentarsi dei loro prezzi di vendita ridicoli in confronto alle spese. Se si pensa negli ultimi 15 anni l’aumento che c’è stato sul prezzo delle patate o delle carote rispetto a quello della benzina-liquida e delle accise-solide più tutto il resto, c’è da mettersi le mani nei capelli!

Abbiamo chiesto qualche parere ma forse per scarsa informazione, forse perché alla maggioranza non interessa, forse a qualcuno va bene così, altri proprio non sono d’accordo con questo sciopero, fatto sta che ci sono arrivati in redazione solo tre contributi su un potenziale di 50 persone. Considerato che da anni pubblicizziamo questa categoria di imprenditori agricoli a redini lunghe, non ci siamo persi d’animo e, valutata l’importanza dei contributi ricevuti sotto vari aspetti li proponiamo alla vostra attenzione.

 

RANCH MARGHERITA – Meleto Valdarno – ranchmargherita.org

Da anni Roberto Boni è a livello italiano l’unico professionista che si può permettere di esprimere pareri e commenti sul mondo dell’asino, spaziando dalla cura all’addestramento e a 100 altre attività molte delle quali anche a scopo benefico. Nelle foto vediamo come un piccolo e modesto asinello riesca, con i suoi tempi, ad aiutare nella raccolta delle olive e nella pulizia del bosco. Notiamo anche il benessere dell’animale il quale, invece che soffrire all’interno di un box o un recinto senza che il suo proprietario lo porti in giro e gli sussuri una buona parola, viene pienamente accontentato!

 

Roberto Boni: “La mia prima infanzia l’ho vissuta durante la guerra e moltissime famiglie non avevano veramente niente da mangiare; nei paesi tiravano avanti coltivando l’orto, con il pollaio, qualche pianta di frutti ecc., oggi non si potrebbe fare così ma si sente il bisogno di una BUONA  AGRICOLTURA con progetti fatti da persone COMPETENTI.  Nel mio piccolo cerco di stimolare i giovani alla terra e con piacere vedo molti che sono interessati; l’agricoltura è il carburante per tutti, e se venisse molto penalizzata sarebbe come avere una Ferrari senza benzina.

 

 

GIAN CARLO BINA: un esempio da seguire

 

Gian Carlo Bina, un esempio da seguire: alla portata di tanti possessori di un cavallo, di un fazzoletto di terra e di tanta buona volontà!

 

Gian Carlo Bina:  “La mia famiglia da sempre ha avuto la presenza di un cavallo in stalla. La passione non è mai mancata, ma un tempo era una necessità. Nel 1904 la mia nonna paterna ha aperto una locanda, l’attuale “Antica locanda del Groppo”. Quindi oltre all’azienda agricola si è aggiunta anche questa attività, con tanto di negozio di commestibili e tabaccheria. Il cavallo veniva usato sia per i lavori agricoli, coadiuvato da una coppia di buoi, sia per recarsi a Voghera, che dista 17 km dal nostro paese, per recuperare le provviste per il negozio. Per non fare viaggi a vuoto, all’andata, essendo i miei anche frutticoltori, trasportavano i loro prodotti di stagione al mercato.
La passione per il cavallo non mi ha risparmiato e non appena il lavoro mi concedeva un attimo di tregua, correvo ad attaccare. Ho partecipato a parecchie manifestazioni di attacchi e in minor misura lo faccio tuttora. Adesso che il tempo è dalla mia, mi diverto facendo cose utili: coltivo la terra con il cavallo, producendo più del 50% degli alimenti per la mia famiglia, composta da cinque unità. Credo di fare il vero biologico. Produco per il nostro fabbisogno la frutta: mele, pere, albicocche, susine, pesche eccetera e dove è stato possibile ho messo a dimora piante che producono frutta a maturazione scalare. Coltivo, sempre con il valido aiuto di Jouke, questo è il nome del mio frisone, anche tutte le tipologie di ortaggi che crescono nella nostra zona (provincia di Alessandria). Faccio tutte le confetture, dalla salsa di pomodoro alle marmellate di frutta. Coltivo un’antichissima varietà di granoturco, la “otto file tortonese”, dalla quale si ricava una squisita polenta, macinata con il mio mulino a pietra per uso famiglia. Le carni le ricavo allevando polli, anatre, tacchini, faraone e conigli. Ho fatto una selezione naturale di questi animali, senza l’uso di antibiotici. Inizialmente ho avuto parecchie perdite, ma in seguito non più, in quanto si sono immunizzati all’ambiente dove vivono. Cerco di non portare in allevamento nuovi capi per non introdurre patologie. Solo ogni due anni sostituisco i riproduttori maschi. Jouke aiuta attivamente nella produzione delle foraggere che servono per la sua alimentazione e per gli erbivori presenti in azienda. Collabora (il cavallo Jouke) anche per far sì che il suo datore di lavoro beva, in compagnia dei suoi familiari, del buon vino.”

 

 

Intervista all’esperto di trazione animale in agricoltura ed amico, Graziano Ganzit

 

Graziano Ganzit, grande esperto di trazione animale in agricoltura e su strada

 

LA SOVRANITA’ ALIMENTARE DI UNA GRANDE SOVRANA

“Tutto comincia con una domanda che mi fa Ermes rispetto ad una affermazione ascoltata alcuni anni fa da un rappresentante del Governo sloveno a Fiera Cavalli di Verona. Interpellato sulle condizioni agricole europee e sulle proteste che stanno montando costui affermava che loro non hanno problemi in quanto hanno la loro Sovranità Alimentare. Ermes incuriosito telefona a me in quanto mi reputa buon conoscitore dell’Arte ma anche perché, come friulano, mi ritiene il più vicino geograficamente alla Slovenia. Alla domanda rispondo che la ritengo veritiera e gli spiego il perché, cosa che lo lascia stupefatto dal momento che, non essendo addentro al problema, lo incuriosisce l’intreccio che ha avuto l’agricoltura col popolo, la cultura, la politica della zona mitteleuropea di cui la Slovenia fa parte. La Slovenia ha fatto parte dell’Impero Asburgico fino al 1918 e la sua storia è la storia di quell’Impero che ebbe in Maria Teresa d’Austria (1717-1780), ritengo, la più grande Sovrana di quei secoli. Arrivata al trono giovanissima affrontò problemi sociali enormi con determinazione assoluta che valsero all’Impero una pace interna che altre monarchie meno avvedute non ebbero. La riforma più ardua che intraprese fu quella agraria che portò la società di allora dal feudalesimo dei nobili alla piccola proprietà terriera dei contadini locali. Togliendo le terre ai nobili e distribuendole ai capifamiglia agricoltori tarpò le unghie ai nobili che fornivano le truppe per l’esercito in cambio del possesso dei latifondi e l’esenzione dalle tasse. Con l’istituzione dell’esercito di leva, per sette anni, di fatto avocava a sè il comando dell’esercito, liberava i nobili dalla ricattatoria incombenza, gli toglieva parte delle terre e li metteva sotto il torchio del fisco asburgico. Niente male per una donna di quei tempi!

 

 

Ma l’asso nella manica era che, distribuendo la terra, di fatto creava una classe sociale molto forte e con la così detta “Legge del Maso Chiuso” di fatto blindava il possesso della terra ad una successione salica come quella della Casa Regnante. Di fatto lei disse all’agricoltore che, come lei aveva la responsabilità di amministrare l’Impero, lui doveva sentire su di sè la responsabilità di amministrare il piccolo pezzo di Impero che il destino gli aveva affidato. Conseguenza logica era che il figlio delegato alla successione dovesse assumere lo stesso compito nel mentre da giovane, chiamato alla leva militare, avrebbe avuto lo spirito giusto per combattere in difesa della sua patria intesa soprattutto come territorio sul quale viveva e progettava il suo futuro. Semplicemente geniale! Oltretutto era lei a dare l’esempio sfornando figli e mandandoli nelle corti di tutta Europa. Questo, ad esempio, fa si che alle grandi feste delle zone rurali si vedano calare in maniera massiccia giovani della borghesia cittadina alla ricerca della loro anima gemella coniugando così in maniera perfetta il mondo rurale con quello borghese. Altra ovvietà sta nel fatto che, sempre nelle zone rurali, solitamente il Sindaco, il Borgomastro, sia solitamente un agricoltore in possesso dei requisiti di equilibrio riconosciuti dalla intera comunità. È bene ricordare che il Sindaco viene eletto per suo conto mentre il Consiglio è eletto in data sfalsata. Così può succedere che il Sindaco sia, poniamo, socialista, e la maggioranza del Consiglio sia di orientamento popolare. Funziona benissimo, con sindaci lì anche da 25/30 anni. Come un Re! Questo perché ci sono leggi semplici, anche se draconiane, che hanno portato nel popolo, nelle istituzioni, nel mondo agricolo il concetto di “Responsabilità” al posto del concetto egoistico di “Proprietà”. Così quel mondo, quella agricoltura, quegli agricoltori hanno il sostegno di tutte le classi sociali, dal clero al mondo accademico, dalla politica ai sindacati, contribuendo così al benessere di un intero popolo. Lo posso confermare per esperienza diretta avendo partecipato a diversi convegni di Alpe-Adria nel mio settore che è l’agricoltura biologica che da loro sta viaggiando sul 30% delle superfici, addetti, economia, produzioni. Questo per scelte consapevoli che l’agricoltura basata sulla chimica avesse un impatto non sostenibile nel tempo e così, all’apparire delle Direttive Comunitarie sull’ Agricoltura Biologica nel 1992 il loro passaggio fu determinato e senza tentennamenti o resistenze. Al contrario di quanto avviene qui dove noi “bio” siamo in uggia al capataz agricoli, burocrazia a mitraglia, scuola e politica assenti al punto che arranchiamo con un misero 9% di presenza. Tornando alla Sovranità Alimentare, il concetto si fonda sulla capacità di un popolo a produrre in forma libera il proprio fabbisogno alimentare. Questo significa anche poter produrre senza il supporto vizioso del petrolio che fornisce tutto, dal gasolio ai concimi, dai fitofarmaci ai diserbanti. Un mondo che mantiene altri interessi e nel contempo crea problemi ambientali, sociali, culturali enormi. Esempio eclatante è la popolazione Amish negli USA che, lavorando con i cavalli, produce derrate alimentari con una forbice tra costi e ricavi decisamente in utile, produttrice di ricchezza che crea una liquidità tale che si permettono di comprare le aziende hi-tech attorno a loro, dedite alla produzione di OGM, che falliscono. Ecco da chi dobbiamo prendere esempio. Da chi ha le idee chiare su dove andare e come farlo. Si capisce adesso la differenza tra gli Asburgo e i Savoia ma se abbiamo l’esempio qui a un’ora di auto, non dobbiamo protestare ma darci da fare per imitare chi ci ha indicato la strada”.

Graziano Ganzit per l’amico Ermes la vigilia della primavera del 2024.

 

 

Da anni pubblicizziamo e sosteniamo le giuste cause dei liberi professionisti agricoli a redini-lunghe, pubblicando svariati articoli sia di cronaca e attualità che storici; a seguire ve ne proponiamo due nei rispettivi Link:

https://www.carrozzecavalli.net/2023/05/le-macchine-per-mietere-a-trazione-animale-nelle-campagne-italiane-dell800/

 

La”Festa del Grano” di Bastia di Ravenna 2022. Un successo annunciato!

 

 

Concludiamo con una nostra “Inchiesta a bordo campo”

Gennaio 2024, periferia di una città, campi coltivati ad ortaggi e frutta. Domenica, ore 7 del mattino, fa freddo, tre persone sono chine a raccogliere ortaggi, guanti grossi e coltello; saranno lavate successivamente in ambiente più sopportabile. Dopo 5 ore le tre persone (liberi professionisti agricoli) riescono a raccogliere, pulire e confezionare 30 euro di prodotti che “dovrebbero” essere venduti ai Mercati generali, o ai commercianti, se… Perché la parola “se”? Perchè se di quei prodotti ce ne sono troppi, il prezzo cala a 20 euro. Se quei prodotti nessuno li compra verranno buttati via. Se quella mattina quegli stessi prodotti arrivano con un Tir dall’estero e costano meno dei nostri saranno svenduti o forse buttati via! Se va bene quelle tre persone in 5 ore di lavoro hanno guadagnato 10 euro a testa. (due euro all’ora).

A qualche chilometro di distanza, nel centro della città, c’è un ufficio dove lavora un altro libero professionista, un Avvocato; l’ufficio è a temperatura vivibile in tutte le stagioni, non si lavora il sabato e la domenica e anche il nostro libero professionista è al lavoro; dopo un’ora abbondante scrive una lettera (ingiunzione di pagamento), nel finale un piccolo numero telefonico cui fare riferimento per l’onorario: una voce gentile risponderà: “Sono 350 euro”. (Tariffa oraria simile al libero professionista agricolo, solo uno zero in più, 200 euro all’ora)

Alla luce di questi eventi che pare si ripetano sempre più spesso, rimedi efficaci da parte delle istituzioni preposte non se ne vedono; ecco che una nuova figura professionale si affaccia sul mercato del lavoro in Italia: “Il Tariffatore”. Chi è?

Il “Tariffatore” se contattato si incaricherà di migliorare la tariffa oraria dell’Imprenditore agricolo e ragionare a quattro occhi, muso a muso e faccia a faccia con l’egregio sig. Avvocato chidendogli le precise motivazioni della sua tariffa. Entrambi gli imprenditori sono proprietari dei loro immobili e terreni e mettono entrambi a disposizione della popolazione la loro professionalità. Nel caso che entrambe le categorie siano assistite da sindacalisti di settore (come appare risaputo da tempo) il “Tariffatore” si rivolgerà a costoro per chiedere spiegazioni in merito. Le trattative saranno molto riservate e delicate, ma da indiscrezioni e voci trapelate pare che si concluderanno con successo e con grandi risultati a favore del libero professionista agricolo. Perché? Semplice, con un kg di carta non si mangia, ma con un kg di mele si!

Da molte settimane con lo sciopero dei Lavoratori Agricoli del C.R.A. (Comitato di Mobilitazione Nazionale) si inizia a capire qualcosa di più ma tante motivazioni restano ancora avvolte nel mistero; le elezioni europee sono alle porte e gli agricoltori ed i loro simpatizzanti in Italia ed in Europa hanno la possibilità di andare a votare, ragion per cui ci si muove con circospezione. In questi casi e con argomenti così “scottanti” siamo andati a vedere un video che proponiamo pure ai nostri lettori, dove l’ideatore di questa protesta elegante, moderata e silenziosa, il Sig. Danilo Calvani spiega una buona parte delle motivazioni che hanno fatto scattare questa scintilla di protesta.

Video Danilo Calvani

https://www.facebook.com/100075537623150/videos/1374298327298207