Firenze – Parco delle Cascine “Come è delizioso andar sulla carrozzella”
In passeggiata con i fiaccherai nel Parco delle Cascine a Firenze
Testo: Susanne E.L.Probst
Fotografie: Patrizia Messeri e Sergio Turini
“Come è delizioso andar sulla carrozzella”
In passeggiata con i fiaccherai nel Parco delle Cascine a Firenze
Come è delizioso andar
Sulla carrozzella,
E sulla carrozzella
Sotto braccio alla tua bella.
A cassetta stà il cocchier,
Né ci perde d’occhio,
Guarda dentro il cocchio
Poi sorride e chiude un occhio.
Il cavallo sa come deve andar
Se c’è una coppietta.
Correre non va, bella è la città
E poi non c’è fretta…
Così cantava Odoardo Spadaro ricordando una grande passione del passato dei fiorentini: andare in carrozza, magari accompagnato dalla donna amata. Una passione che non era soltanto riservata alla nobiltà ma condivisa dai ceti popolari che durante tutto l’anno mettevano i soldi da parte per poter permettersi di tanto in tanto un giro su un vettura di piazza, il “fiacre” fiorentino. Accanto alla città la meta preferita in assoluto era il Parco delle Cascine dove i cavalli rappresentavano da sempre un legame indissolubile. E non solo per l’esistenza ultracentenaria del più antico ippodromo del galoppo sul continente tuttora in funzione, il Visarno, ma anzitutto per i numerosi visitatori che in passato in sella o in carrozza si godevano qualche momento di svago nel più grande polmone verde della città fiorita.
Un po’ di storia:
Nel 1563 Cosimo I trasformò la zona boscosa adiacente alle antiche mura della città in terreno agricolo per l’allevamento delle mucche granducali e da allora prese il nome ‘le Cascine di Firenze’. Già all’epoca i membri della famiglia de’ Medici vi organizzarono spesso le cacce a cavallo come attività di allenamento dei giovani rampolli del casato o per intrattenere i loro ospiti forestieri più illustri.
Furono i loro successori, i Lorena, a trasformare alla fine del XVIII secolo l’area in un parco monumentale, permettendo l’accesso durante le feste anche ai cittadini comuni che accorrevano insieme alla nobiltà fiorentina a piedi, a cavallo o in carrozza ad assistere agli spettacoli allestiti dall’architetto granducale Giuseppe Manetti. Ma il merito di aprire le Cascine come parco pubblico vero e proprio agli abitanti di Firenze è attribuito alla sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte, consorte del principe Felice Baciocchi e governatrice di Toscana dal 1809 al 1814. A questo scopo la granduchessa valorizzò gli ampi spazi lungo l’Arno con ulteriori viali alberati chiedendo al suo architetto, Hyacinthe Boucher de Morlaincourt, di progettare due ponti per collegare l’altra sponda del fiume al fine di garantire così una maggior fruibilità anche da parte dei proprietari di carrozze che avevano proprio lì le loro scuderie.
Dopo la caduta di Napoleone e il ritorno dei Lorena nasce a Firenze una nuova attività: nel 1820 inizia il servizio pubblico dei “fiacres” per il trasporto a pagamento che viene subito ben accolto dai turisti ma anche dagli stessi fiorentini. Si racconta che la parola “fiacres” era in uso già durante il Seicento a Parigi e che l’etimo deriva da una rimessa che noleggiava ai pellegrini le carrozze per raggiungere il Santuario di Saint Fiacre a Meaux. La rimessa esponeva come insegna l’effige del Santo e col tempo la parola “fiacre” divenne sinonimo di vettura pubblica a cavallo. La corte lorenese la introduce nel Granducato dove venne subito “toscanizzato” in fiacchere con i conducenti che da allora si chiameranno fiaccherai.
Quello che Elisa non riuscì a portare a termine, tra cui la costruzione dei ponti, lo proseguì l’architetto della Firenze Capitale, Giuseppe Poggi. Egli riconobbe il potenziale del Parco e creò un ingresso degno di una città reale. Infatti il nuovo piazzale, oggi Piazzale Vittorio Veneto, fu disegnato dal grande urbanista a forma ellittica e pensato proprio come un invito aulico per le carrozze. Forse il Poggi si era ispirato con questo progetto ad una sorta di Porta del Paradiso: dall’inferno della città, rumorosa, maleodorante e con il suo caldo soffocante durante la stagione estiva, si entrava in un vero e proprio paradiso, dominata dall’aria fresca e dalla quiete, con il suo verde lussureggiante, gli alberi ombrosi, il cinguettio degli uccelli e i suoi viali larghi che terminavano in piazze rotonde che permettevano la circolazione delle carrozze in massima sicurezza.
E di carrozze a Firenze all’epoca ce n’erano tante in circolazione e non solo private ma anche quelle pubbliche dei fiaccherai, il cui numero nel 1869 era salito a ben 500 vetture. Non c’è da meravigliarsi che dalla fine dell’Ottocento e fino alla Seconda Guerra Mondiale quest’area fosse frequentatissima, sia dalla Firenze nobile che sfoggiava modelli di gran moda con attacchi di cavalli di razza, sia dai numerosi fiaccherai che portavano in passeggiata coloro che la carrozza non se la potevano permettere. Ma il progresso era inarrestabile e il dopoguerra segnò definitivamente il declino dell’uso delle carrozze come mezzo di trasporto principale e con esso purtroppo anche il degrado del Parco delle Cascine.
Passeggiata in carrozza nel Parco delle Cascine per le celebrazioni della “Settimana del Fiorentino”
La bellissima iniziativa all’interno del programma della “Settimana del Fiorentino” di offrire ai fiorentini di godersi il Parco delle Cascine a bordo di un “fiacre”, ha consentito a molte persone di rivivere una mattinata immersa nel passato, nonché di ricordare e valorizzare lo storico mestiere dei fiaccherai fiorentini.
Grazie alla disponibilità di dieci fiaccherai con i loro rispettivi cavalli e carrozze, numerosi cittadini hanno avuto la possibilità di usufruire gratuitamente di questo appuntamento. La passeggiata era resa ancora più memorabile non solo da uno splendido sole di marzo ma anche, e soprattutto, da una guida d’eccezione: Luciano Artusi, importante studioso e grande divulgatore delle tradizioni e della storia di Firenze. Luciano, parente del famoso Pellegrino Artusi, non curandosi dei suoi 92 anni, ha personalmente accompagnato a “cassetta” il corteo per tutto il tragitto ed illustrato ai partecipanti, tramite auricolari, la storia dei vari monumenti presenti lungo il tragitto, raccontando i tanti aneddoti ad essi legati.
Il percorso prevedeva la partenza dalle Scuderie del Visarno per arrivare dal piazzale Thomas Jefferson fino al monumento dell’Indiano sotto l’omonimo ponte, passando dall’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche, già sede per ben due volte dei “Cocchi di Firenze” ossia del “CIAT – Concorso Internazionale Attacchi di Tradizione” organizzato da Parte Guelfa in collaborazione con il Gruppo Italiano Attacchi – G.I.A. (vedi: https://www.carrozzecavalli.net/2023/05/le-carrozze-a-firenze-nel-centenario-dellareonautica/). Non poteva mancare il “dulcis in fundo” nel vero senso della parola: la fermata alla Piramide delle Pavoniere dove la sosta veniva “addolcita” da una prelibatezza già in passato molto apprezzata dai fiorentini: il gelato.
Infatti la Piramide, situata lungo il viale degli Olmi e che prende il nome dagli antichi sepolcri egiziani di cui imita la forma, può essere forse considerata la prima gelateria pubblica di Firenze. Costruita nel 1796 ad opera dell’architetto Manetti, nasce come ghiacciaia per conservare durante i mesi estivi il ghiaccio per produrre i gelati e i sorbetti che deliziavano i palati dei fiorentini durante le stagioni più calde. Quanto erano ghiotti del gelato i fiorentini lo dimostra il fatto che anche le persone meno abbienti cercavano di concedersi questa leccornia nei momenti speciali.
Per l’occasione, una storica gelateria artigianale aspettava i viaggiatori con il suo furgoncino per offrire a tutti i partecipanti, compresi i fiaccherai e, naturalmente, anche a qualche immancabile “cavallo goloso”, una bella coppa di buon gelato. La scelta del gusto al “Buontalenti” per il quale la gelateria oggi è rinomata perfino all’estero, non poteva essere più indovinata trattandosi di un’antica ricetta fiorentina cinquecentesca che la tradizione attribuisce all’illustre allievo del Vasari, Bernardo Buontalenti, l’architetto di corte de’ Medici.
Organizzata dall’Arciconfraternita di Parte Guelfa, in primis dal Dr. Stefano Tani e da Manuela Sacchetti, insieme a numerosi confratelli e consorelle presenti a garantire da terra il servizio d’ordine, la manifestazione è stata condivisa da Mirco Ruffilli, consigliere comunale alle Tradizioni Popolari e della Fiorentinità. La partecipazione di un grande esperto e maestro del mondo degli attacchi, quale è Alberto Bellini, ha dato un ulteriore valore aggiunto.
Lo straordinario successo dell’evento, registrato dai tanti commenti positivi giunti in seguito, si deve soprattutto alla generosa collaborazione dei fiaccherai fiorentini tra cui: Giacomo Goldkorn che, con la sua splendida pariglia di cavalli grigi di razza francese di Percheron formata da Topaze e Admiral, ha fatto da “ammiraglia”, seguito da Luca Guerrini con il cavallo Show, Chiara Saviozzi con Platini, Paola Medici con Benton, Francesca Cerbone con Soraya, Cristiano Albisani con Nando, Andrea Giovannoni con Fernanda, Claudio Mafara con Tango, Paolo Panconi con Lady e Franco Soannini con Stella.