Spigolature
Testo e foto di Renato Bruzzone
Per addivenire alla conclusione del contratto per la vendita del castello di Grosso Canavese furono necessari vari sopralluoghi in loco con la Sovraintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte. La vendita ebbe per oggetto il solo immobile senza i pregevoli arredi risalenti al XVI e XVII secolo, tranne un preziosissimo, ma pressoché sconosciuto, dipinto della Sindone vincolato dalla Soprintendenza alla cappella gentilizia consacrata al Santo Sudario e facente parte integrante del complesso nobiliare stesso.
A titolo di ringraziamento per la consulenza prestata da me anche in sede notarile, la proprietà Comoglio (già Armano, casato oggi estinto), oltre a vari oggetti quali un imponente scrittoio, un arabescato parafiamma da camino, un servizio art déco (su cui aveva gettato gli occhi la sovrintendente) mi regalò il coupé di famiglia marchiato “Casali Cremona”, ditta che seppi poi essere la stessa che costruì un Landau di Giuseppe Verdi!
Giaceva poi nella carrozzeria, in un angolo, una Charrette assai particolare con le balestre a “C” e attacco tipo Cab inglese, ruote alte, gialle, gommate, cassa blu, mantice in tela grezza: chissà quante volte il legno ha percorso le strade che univano le quattro cascine di proprietà del piccolo feudo Grosso, Nole, Mathi, Villanova!
Incuriosito mi avvicinai per esaminarla meglio, ovviamente frugai qua e là, e nell’angolo, sotto vari finimenti ormai rinsecchiti, vidi spuntare parte di una targhetta resa illeggibile dalla patina del tempo. Con gran cura ripulii il “tesoretto” ed allora mi comparve la scritta “CONCORSO IPPICO INTERNAZIONALE – Categoria Attacchi “ e nel logo un ferro di cavallo con al centro una testa di cavallo: “Concorso Ippico di Torino 1938 – A XVI“ – concorrente.
Va da sé che i proprietari con piacere me la donarono ed ora è in bella mostra nella mia rimessa accanto al legno che l’ha custodita anche se forse non dedicata a sé. Gelosia?