con Cristiano Cividini in diretta dai campi di gara

 

All’ottava edizione dei Campionati del Mondo per Giovani Cavalli sono state assegnate nel fine settimana del 5-8 ottobre le ultime medaglie FEI del 2023 per la disciplina degli attacchi. L’epilogo è andato in scena ancora una volta in Francia, a una sola settimana dal Mondiale Pariglie. Questa volta l’appuntamento è stato presso gli impianti del Centro Equestre Federale di Lamotte-Beuvron, location nel centro della Francia a circa un’ora di distanza da Orléans, in quello che corrisponde in pratica ai Pratoni del Vivaro per l’Italia, per la prima volta al di fuori dei confini ungheresi dall’anno della sua istituzione.

Il “Parc Equestre Fédéral” si estende su una superficie immensa, dispone di 520 box fissi, 25 ettari di campi sportivi, 3 maneggi coperti per un totale di 4.000 m2 di cui uno potrebbe ospitare da solo due dei nostri campi da dressage, 20 ettari di parcheggio e più di 5000 m2 di locali amministrativi, 3 ristoranti e 15 sale da riunione modulari e ben equipaggiate.

 

Il campo di gara del derby di domenica che ha decretato i vincitori delle medaglie (fonte facebook)

 

Unico neo per lo sport delle redini lunghe il fondo dei campi, esclusivamente in sabbia bianca fine, senza aggiunta di fibra (forse perché è un parco a tutela ambientale?), il che lo rende molto pesante per gli attacchi. Se poi consideriamo che in quest’occasione ad essere impegnati erano i giovani cavalli a partire dai 5 anni, il fattore non è di poco conto tanto più che tra un anno si replica nuovamente a Lamotte-Beuvron alla fine di settembre.

Fatta la necessaria premessa, iniziamo con il dare la parola al nostro unico rappresentante, Cristiano Cividini, presente con due cavalli Lusitani di 6 anni, Nico das Figueiras (grigio) e Ninja das Figueiras (baio), il primo dei quali aveva già partecipato l’anno scorso nella categoria 5 anni.

 

“Reduci quest’anno da Campionati Internazionali effettuati in luoghi magnifici sotto tutti i punti di vista, qui abbiamo dovuto confrontarci con un unico grosso problema, quello del fondo, tanto che io ho dovuto desistere dal riscaldare i cavalli nei vari campi di lavoro, optando per le stradine, i viali o i parcheggi dei van, che erano in parte ghiaiosi. Entravo solo per gli ultimi 10 minuti nell’ultimo campo prova e provavo le parti del galoppo per fare in modo che i cavalli non mi si appesantissero. Da notare che è il primo anno in cui tutti i Gelder passano in finale, perché permanendo nei campi prova in sabbia per 30-40 minuti, tutti crollavano con l’incollatura, diventando più lunghi e, dato che quella razza le gambe le muove per natura, così risolvevano il problema dell’incollatura troppo alta e bloccata. Altro fatto increscioso è stato che alla domenica, giorno dedicato al derby, alla mattina alle 8 – io, avendo 2 cavalli, sarei stato il primo a partire con il migliore dei due alle 8.40 – la gara è stata posticipata di 2 ore per problemi di irrigazione che avevano reso il campo una palude. Non sono uno che si appella alla sfortuna come scusa se il risultato sperato non arriva, ma l’insieme di questi fattori ha sicuramente influito negativamente. Posso invece dire che non abbiamo avuto il colpo di genio, e me ne assumo tutta la responsabilità, di ritirare dalla gara Ninja, che era entrato nella finale grazie al ripescaggio. Se lo avessi ritirato, non sarei stato il primo a partire sia nel dressage di sabato, sia nel derby di domenica, ma sarei entrato secondo la mia giusta posizione in classifica provvisoria, quindi verso la metà e a quel punto avrei sicuramente fatto io una gara diversa e anche i giudici avrebbero avuto delle aspettative diverse. Infatti si è visto che aggiustavano il tiro a mano a mano che proseguiva la gara, rendendosi conto delle difficoltà a cui erano sottoposti tutti gli attacchi. Come si suol dire “mal comune, mezzo gaudio”.

 

Nico das Figueiras (fonte facebook)

 

I miei cavalli sono stati comunque veramente bravi e a questo proposito vorrei sottolineare la grande importanza di disporre di un validissimo team a casa, capitanato dalla mia “vice” Laura Bortolato e dai ragazzi di scuderia Lisa, Alberto e Alin che mi hanno mantenuto i cavalli in efficienza, seppur non attaccandoli ma costantemente lavorati e conservati in ottime condizioni. E non vorrei dimenticare l’importanza di avere un supporter come Fiorenzo Erri che crede più di me in quest’impresa. E’ la prima volta che due Lusitani entrano in finale, tanto che il responsabile del Dipartimento Attacchi della FEI, Manuel Bandeira de Mello, portoghese, è stato un mio grande fan, contento delle performance dei miei cavalli. Nico e Ninja sono stati veramente bravi, perché danno tutto quello che avevano. Ninja, sebbene stanchissimo, e per quanto si tratti di un cavallo ancora molto giovane, con 4 giorni di gara, 3 giorni di dressage in un campo in sabbia su cui solo 4-5 mesi fa a Pisa non riusciva a tirare la carrozza: ha avuto un’evoluzione grandiosa. Lo stesso Nico ha usato tutta la sua forza ma era veramente difficile “mettersi in mostra”.

Quindi sono contento. Speriamo per il prossimo anno, pur confessando di essere un po’ in dubbio sulla partecipazione, se le condizioni sono queste. Attualmente ho in scuderia 2 cavalli di 4 anni che l’anno prossimo potrebbero entrare nella categoria 5 anni, mentre Nico e Ninja compiranno 7 anni. Dovrò incominciare già durante l’inverno a pensare e a trovare delle innovazioni per poter affrontare al meglio l’impegno. Sono amareggiato ma contento dei cavalli, fantastici, soddisfatto della mia scelta, di questo progetto a lunghissimo termine, con cavalli che non hanno problemi con il mondo che li circonda, ma solo eventualmente con le loro capacità. Questo è una grande salvezza dopo anni passati nel singolo a combattere con i cavalli olandesi. Ci aspetta un futuro di lavoro. Adesso sto facendo delle prove anche con dei nuovi cavalli tedeschi. Grazie al fatto di aver acquisito le scuderie all’inizio dell’anno, ora lavoro con più serenità e si stanno vedendo i primi risultati: la proprietà delle strutture mi permette di lavorare in tranquillità creando progetti a lungo termine”.

 

Ninja das Figueiras (fonte facebook)

 

Per entrare nei numeri, occorre tenere presente che si tratta di una gara anomala rispetto ai normali CAI in quanto il punteggio di tutte le prove è determinato dalla valutazione concordata della giuria, riunita nella postazione C, e l’obiettivo è stabilire l’attitudine del cavallo per la specifica disciplina basata sulla scala del training. Dal giudizio vengono poi detratte le eventuali penalità sui percorsi. Vince chi ha il punteggio più alto nelle ultime due prove.

Nella prima giornata tutti i concorrenti effettuano una manche di qualificazione che prevede un dressage seguito immediatamente da alcune porte coni già presenti nel rettangolo all’inizio della prova. Il 50% dei concorrenti, purché abbiano ottenuto almeno 6 punti, passa direttamente in finale, gli altri effettuano una seconda prova di ripescaggio e, sempre entro i limiti dei 6 punti, sarà la giuria a determinare quanti vanno ad aggiungersi a quelli già qualificati per la finale, con un limite massimo di 10 per categoria d’età.

Saranno poi le due sole prove successive quelle che andranno a formare il risultato finale e determineranno i vincitori delle medaglie. Nella giornata di sabato i cavalli qualificati eseguono una prova di dressage “puro” mentre alla domenica effettuano un percorso derby con 1 o 2 ostacoli fissi e un numero variabile di porte coni, a seconda della categoria d’età.

Per il nostro Cividini il rammarico di aver portato Nico fino alla soglia del podio, sfumato per soli 0,23 punti. Qualche difficoltà in più per Ninja, risultato 10°.

 

Ma chi sono i vincitori delle medaglie?

Va detto innanzitutto che quest’anno non erano presenti i pezzi da 90 della Germania, nella fattispecie le plurimedagliate Bettina Winkler e Jessica Wächter e totalmente assente la Polonia, solitamente rappresentata con onore da Bartlomiej Kwiatek e da sua sorella Weronika.

 

Cat. 5 anni

Fabrice Martin, oro cat. 5 anni (fonte FEI)

Oro per il francese Fabrice Martin, ufficiale degli Haras, con la femmina Selle Français Idromel Noir di proprietà dell’IFCE

Argento per il tedesco Lars Krüger con il cavallo baio dell’allevamento Sassonia-Turingia Valentino

Bronzo per lo svizzero Mario Gandolfo con il suo Franches Montagnes Johnson du Signal

 

Cat. 6 anni

Mario Gandolfo, oro cat. 6 anni (fonte FEI)

Oro per lo svizzero Mario Gandolfo con il suo Franches Montagnes Lemmy-K, cavallo con cui Gandolfo aveva vinto l’oro l’anno scorso a Szilvasvarad nella cat. 5 anni

Argento per il tedesco Lars Krüger con la femmina Salomé

Bronzo per l’olandese Sabrina Melotti con il KWPN Melotti Texel

 

Cat. 7 anni

Marie Schiltz, oro cat. 7 anni (fonte FEI)

Oro per la lussemburghese Marie Schiltz con il cavallo Oldenburg del padre Freaky Friday 12

Argento per l’olandese Wilbrord van den Broek con il suo KWPN Love to Dance

Bronzo per l’ungherese Agnes Paulovics con il KWPN L-Grappa-WK, di proprietà di Jozsef Vida, già bronzo nella scorsa edizione, stallone spesso in gara con il tiro a quattro del proprietario e in singolo con la stessa Agnes.

 

classifiche finali