Le carrozze sfilano al Parco delle Cascine

 

Ritorna sulle ali del successo la seconda edizione della manifestazione I Cocchi del Marzocco” in quel bellissimo e unico contesto che è la città di Firenze. Questo evento rientra nel programma delle manifestazioni CIAT – Concorso Internazionale Attacchi di Tradizione – pertanto, come successo nella prima edizione, si è avuto modo di vedere uniche e rarissime carrozze d’epoca trainate da cavalli esibirsi in tutte le loro performance incluso uno spettacolare colpo d’occhio rappresentato da una passeggiata al Parco delle Cascine in una stupenda giornata di sole sotto gli occhi estasiati di migliaia di persone, turisti inclusi. Nella edizione di questo 6 e 7 maggio 2023 oltre alle notizie solite riguardanti i dati tecnici sui partecipanti e relativi vincitori, vogliamo addentrarci in alcune curiose analogie o se preferite curiosità tecniche che hanno coinvolto in passato carrozze, automobili, aerei e relativi piloti. Non c’è sede e momento più adatto per parlarne; lasciamo dunque la parola a Susanne E.L. Probst accompagnata in questa sua cronaca dalle fotografie di Michaela Pfütze.

LE CARROZZE A FIRENZE NEL CENTENARIO DELL’AERONAUTICA

Concorso di carrozze di tradizione al cospetto del Pegaso 

Autore: Susanne E.L.Probst – Fotografie: Michaela Pfütze

 

Nel 1944 ad Alghero davanti ad una trebbiatrice del costruttore piacentino Artemio Bubba il celebre scrittore e aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry tiene le redini del cavallo al lavoro

 

Per ogni fine c’è un nuovo inizio”,

concludeva la sua riflessione Il Piccolo Principe. Suo ‘padre’, il celebre scrittore e aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry, di tempi che mutano ne sapeva qualcosa. Nato da famiglia nobile in un momento di grande evoluzione quale fu la Belle Epoque a soli dodici anni salì sul suo primo aeroplano e da allora la passione per il volo non lo avrebbe più abbandonato. Una passione che gli costò la vita quando si inabissò col suo velivolo in mare durante una missione bellica di ricognizione tra la Francia e la Sardegna.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale finisce un periodo storico a favore di un’era nuova, quella tecnologica; e con essa si consacra la lenta ma inesauribile agonia dei mezzi ippotrainati che per oltre tremila anni avevano permesso all’umanità di spostarsi con maggior rapidità e meno fatica. Se è storicamente accettato che, nei decenni precedenti alla grande catastrofe, i trasporti su rotaie e l’invasione inarrestabile delle automobili avevano ormai tolto alle carrozze il primato di principale mezzo di locomozione, è altrettanto vero che durante la Fin de Siècle le carrozze rivivono un improvviso Amarcord. Come l’ultimo canto del cigno, quello più bello e più commovente, i costruttori forgiano tra Ottocento e primo Novecento un’infinità di modelli che si superarono per originalità, varietà d’impiego e trovate tecniche. L’attenzione era rivolta soprattutto al mercato delle carrozze sportive, attività che, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, aveva visto tra i protagonisti una grande schiera di appassionati provenienti non più soltanto dall’antica nobiltà ma soprattutto dalla neoborghesia danarosa del Vecchio e Nuovo Continente. In questo clima un po’ nostalgico, dove sport e competenza si intrecciano col denaro e la società d’élite, si forma uno dei personaggi tra i più importanti per la storia degli attacchi, Benno von Achenbach, i cui insegnamenti rappresentano tuttora le linee guida per la disciplina.

 

 

Matteo Laera

Ma il progresso è inarrestabile e alcuni fabbricanti di carrozze più lungimiranti decidono di allargare le loro attività dedicandosi ai mezzi moderni motorizzati per poter rimanere competitivi sul mercato. Questo è il caso della Abner Creasey’s Coach Building Company, che aveva la sede nel sobborgo londinese di South Norwood. Già dal 1906 l’azienda famigliare comincia a produrre carrozzerie per automobili e durante la Prima Guerra Mondiale diventa uno dei principali fornitore dell’esercito britannico di componenti meccanici. Non c’è da meravigliarsi che questa attività si rifletta anche nella costruzione delle carrozze tradizionali e la stessa ditta realizza i suoi modelli con caratteristiche simili alle carrozzerie delle automobili. D’altronde famosi costruttori di automobili, come Karl Benz e Gottlieb Daimler, si servono proprio dell’esperienza e delle conoscenze tecniche delle maestranze di carrozze per mettere in pratica i loro progetti.

Ai primi del Novecento si avvera, grazie ai fratelli Wright, un sogno millenario dell’umanità: la conquista dell’aria. Se inizialmente gli aeroplani vengono impiegati in primis a fini militari – è durante la Prima Guerra Mondiale che questi nuovi mezzi mostrano tutta la loro supremazia bellica – già nel decennio successivo si hanno in Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti i voli regolari di trasporto civile. La nascente industria aerea necessita di manodopera ad alto livello e per soddisfare il suo obbiettivo recluta molti apprendisti e operai formatisi nelle officine dei carrozzieri. Le stesse ditte, tra cui il famoso fornitore ufficiale della Famiglia Reale Britannica, la Hooper & Comp., accoglie le opportunità del nuovo mercato. A partire dal 1917 l’impresa si specializza nella costruzione di fusoliere d’aereo. Tra i velivoli più famosi c’è il biplano Sopwith Camel, l’aereo che volerà in Canada fino al 1967. Successivamente viene inglobata nel gruppo Rolls-Royce e molti modelli del prestigioso marchio portano la firma del ‘Coachbuilder’ londinese.

Storia simile per l’azienda viennese Wiener Hof-Wagenfabrik Jakob Lohner & Co Flugzeugbau: fornitore dell’Impero Austroungarico ma anche della Casa Reale Svedese, si era specializzata, oltre che nelle carrozze di lusso, in ambulanze e mezzi di soccorso ippotrainati. Quando nel 1887 le redini dello stabilimento passano al figlio Ludwig, la Lohner aveva già venduto più di 10.000 carrozze in tutto il mondo confermandosi tra i più importanti costruttori del settore. Ludwig, dopo aver concluso gli studi al Politecnico di Vienna, espande la produzione. Nel 1900 presenta con grande successo, insieme a Ferdinando Porsche alla Exposition Universelle di Parigi, il Lohner-Porsche primo veicolo della storia a motore ibrido nonché a trazione integrale. Dal 1909 si specializza nella realizzazione di aeroplani equipaggiati con i motori del progettista italiano Alessandro Anzani e nel corso della Grande Guerra la sua impresa, oltre a continuare a costruire carrozze, consegna alla k.u.k. Luftfahrtruppen quasi settecento velivoli. In Olanda, i fratelli Spyker, autori della sontuosa carrozza dorata per l’incoronazione della Regina Guglielmina, fabbricano nel periodo bellico più di cento aerei da combattimento e duecento motori che portano il loro marchio.

Al di là di questi esempi, i fatti si ripetono un po’ ovunque a dimostrazione del contributo dato dai maestri costruttori di mezzi del passato a quelli del futuro. In virtù di questo legame storico nessun luogo poteva essere più adatto dell’Istituto Scienze Militari Aeronautiche (ISMA) ad accogliere la manifestazione dei Cocchi del Marzocco che quest’anno è arrivata alla sua seconda edizione. Vedi: https://www.carrozzecavalli.net/2022/05/i-cocchi-del-marzocco-concorso-internazionale-di-tradizione-firenze/

Pasquale Pisani

 

Il giornalista di ITALIA 7 al centro intervista il Capitano Jonathan Cosentino (a sin.) e l’organizzatore dell’evento Sergio Turrini

 

L’evento, magistralmente organizzato da Sergio Turrini e dal Dr. Stefano Tani per Parte Guelfa in collaborazione con il Gruppo Italiano Attacchi (GIA), in particolare Mirko Belli e Carlo Girivetto e patrocinato dallAssociation Internationale d’Attelage de Tradition (AIAT), è stato per la seconda volta ospitato dal comandante del ISMA, il Generale Pilota Urbano Floreani. La mattina di sabato 6 maggio, una dozzina di carrozze d’epoca provenienti da tutta l’Italia, Germania e Svizzera si sono date appuntamento per la prima prova del Concorso Internazionale di Tradizione (CIAT) Al cospetto del grande monumento del Pegaso, il cavallo alato simbolo del ISMA e opera dello scultore Giorgio Gori i concorrenti hanno sfilato sul grande piazzale di questo magnifico luogo, capolavoro dell’architettura razionalista costruito nel 1938 in soli dieci mesi da Raffaello Fagnoni.

La particolare carrozza di Paolo Fornara. Un “legno unico”? No, una carrozza … unica!

 

La presenza nel 2023 dei Cocchi del Marzocco all’interno dell’ISMA risulta ulteriormente prestigiosa per la ricorrenza del Centenario della Costituzione dell’Aeronautica Militare Italiana, nata il 28 marzo 1923 come Regia Aeronautica. Gli attacchi del Concorso Internazionale di Tradizione per l’occasione si sono distinti per la raffinatezza ed eleganza dei cavalli e degli equipaggi. Essi sono inoltre coevi al periodo pionieristico della storia del volo italiano che conta tra i suoi assi il grande cavaliere Francesco Baracca. Vi spicca il Grosvenor Phaeton di proprietà del Dr. Paolo Fornara di Halle, Germania. La carrozza, costruita dalla già citata Abner Creasey’s Coach Building Company di Londra risulta databile proprio nello stesso anno della nascita dell’Aeronautica, nel 1923. Ed è un perfetto esempio di “ibrido”: simile alle carrozzerie delle macchine con la scocca fatta interamente in lamiera, che rende l’insieme più leggero e resistente. Ma probabilmente il costruttore non riteneva ancora pronta la sua clientela per questa “modernità”. Infatti, per dare l’aspetto di un mezzo tradizionale, dipinse la superficie del metallo in finto legno.

Paolo Fornara ad ogni Concorso presenta sempre delle piacevoli novità ippotrainate

 

Sullo sfondo il monumento del Pegaso, il cavallo alato simbolo dell’ISMA e opera dello scultore Giorgio Gori

Per chiudere il cerchio torniamo al nostro personaggio iniziale: nel 1935 Antoine de Saint-Exupéry tenta il raid aereo Parigi-Saigon. A corto di soldi, spera di vincere con il suo Caudron 630 Simoun il ricco premio di 150.000 franchi messo in palio dal Ministère de l’Air per questa impresa. Ma la notte tra il 30 e il 31 dicembre il velivolo si schianta nel deserto della Libia. Lo scrittore e il suo meccanico sopravvivono, grazie anche al soccorso dato dai beduini locali. Successivamente è proprio la Regia Aeronautica Italiana con i suoi aerei di base a Derna a trarre in salvo i due francesi.

 

La cartolina Postale a ricordo del primo volo della Société des Avions Caudron

 

L’azienda d’oltralpe di aeroplani, la Société des Avions Caudron, è stata fondata nel 1909 dagli omonimi fratelli, Gaston e René. Il loro primo modello, un aliante, richiede ancora la forza ‘cavallo’ per poter spiccare il volo: durante il suo collaudo, Gaston attacca al carretto la giumenta Luciole che corre al trotto spedito per trainare l’aereo pilotato dal fratello René per circa 800 metri ad appena 10 metri d’altezza da terra. Ben presto però la tecnologia si evolve e i cavalli non servono più. Solo sette anni più tardi, nel 1916 un biplano Caudron pilotato dal progettista italiano Guido Guidi, ottiene il record mondiale d’altezza raggiungendo quota 7.950 metri  Nel 1931 quando la cavalla era già morta da tempo, l’azienda intitola un suo nuovo modello con il suo nome, Caudron C.270 Luciole, in omaggio ai servigi prestati durante gli anni pionieristici.

 

L’importante (e ingrato) compito degli organizzatori, se tutto va bene … OK e tutto tace. Se qualcosa va storto … apriti o cielo, fulmini e saette!

 

Hanno partecipato alla seconda edizione dei ” Cocchi del Marzocco” :

I Soci GIA: Emanuela Brumana, Enzo Calvi, Gabriele Coffetti, Paola Corsaro, Adriana Furno, Carlo Girivetto e Massimo Nicolotti.

I giudici AIAT: Koen Depaepe, Ad Van der Pluijm, Mirko Belli.

Gli equipaggi con i guidatori: Ramona Bigatto, Claudio Tronci, Albert Sporrädli, Paolo Fornara, Pasquale Pisani, Alfio Biasibetti, Antonio Di Costanzo, Domenico Bagnaschi, Bruno Monero, Mariella Raspo, Matteo Laera.

Sfogliate anche gli Album fotografici sulla pagina FB di “Carrozze&Cavalli” con le foto più interessanti di Daniele Coffetti e di Michaela Pfütze che ringraziamo
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