Ministero e FISE accomunati nel nuovo progetto “Una Carrozza per Tutti”
Siamo venuti a conoscenza di un nuovo progetto ministeriale volto all’integrazione di persone fragili e deboli nel tessuto sociale attraverso l’attività sportiva, del quale sono entrati a far parte, attraverso la FISE, gli attacchi. Abbiamo quindi chiesto a Cristiano Cividini, che ha collaborato insieme al Consigliere Federale Luca D’Oria alla stesura dell’intero piano attuativo, di cui lo stesso Cividini è stato nominato referente nazionale, di illustrarci in cosa consiste. Ecco il suo racconto.
“Il progetto “Una carrozza per tutti” nasce da un bando del Ministero Sport e Salute a cui la FISE ha partecipato, vincendolo.
Questo bando prevede di trovare tramite la disciplina degli attacchi, un modo per avvicinare allo sport persone “deboli”, che per il Ministero Sport e Salute sono le persone in genere sopra i 65 anni, indifferentemente dalle problematiche che hanno (possono essere sane come pesci, basta che abbiano superato l’età prevista), nonché tutte le persone “fragili” di qualsiasi età – non para e non integrati – che hanno difficoltà di integrazione sociale, ad esempio soggetti che hanno avuto problemi di disturbi alimentari, di alcol o droga, ludopatia, ragazzi che provengono da case-famiglia, oppure i cui genitori sono in prigione o ancora ragazzi dei centri di accoglienza, immigrati, ecc. e lo scopo è quello di integrarli nel normale tessuto sociale.
A questo punto il Ministero, con un progetto pilota, ha individuato cinque macro-aree – nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole – e all’interno di queste macro-aree la FISE ha scelto le 5 regioni in cui realizzare il programma: Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia. Il bando, scritto da persone estranee al settore specifico, ha richiesto grande impegno per definirne la fase attuativa; la Federazione è comunque riuscita nell’intento, creando un piano che va a coinvolgere due associazioni per ogni regione, associazioni che non devono necessariamente essere scuole di attacchi ma possono avere un’affiliazione generica purché nella struttura sia presente un tecnico di attacchi almeno di 1° livello. Ogni Associazione ha la possibilità di lavorare con 12 persone che, per la disciplina degli attacchi equivalgono a 6 attacchi, coinvolgendo 2 persone alla volta, tutte già individuate, abbinando sempre una “fragile” con una “debole” in modo da rendere più efficace l’insegnamento, e scegliendo peraltro di non fare lavori di gruppo ma di procedere con un rapporto one-to-one: un team di due allievi, un istruttore, dove entrambi gli allievi devono imparare tutto, dalla A alla Z, dal contatto con il cavallo al suo accudimento, dalla guida a redini lunghe da terra, alla guida da cassetta, fino alle funzioni di groom.

Imparare ad avvicinarsi al cavallo e ad accudirlo crea la sicurezza necessaria per proseguire sul cammino dell’apprendimento
Partendo dal presupposto che si tratta di persone per nulla avvezze al cavallo, che non sanno neppure cosa sia un cavallo, il progetto, che dura 6 mesi è partito il 17 aprile 2023 e terminerà alla Fiera di Verona, con un affiancamento al viaggio di avvicinamento compiuto ogni anno dai ragazzi con disabilità sulla tratta Modena-Verona. Le persone inserite nel programma ministeriale faranno 2 ore di lezione settimanali partendo proprio dall’approccio al cavallo, quindi comunicazione uomo-cavallo, pulizia del cavallo, movimentazione del cavallo in modo che sia presente anche un’attività fisica, visto che, non mettendo le persone “sopra” il cavallo – cosa che nel caso di un ultra-sessantacinquenne è ovviamente auspicabile – l’obiettivo della fisicità non vada comunque perso compromettendo la riuscita del progetto nel senso inteso dal Ministero Sport e Salute che mira ad un miglioramento del soggetto sotto entrambi gli aspetti. Si tratta di un progetto molto importante nell’ambito della disciplina degli Attacchi, per la quale è stato creato un programma di crescita attraverso il lavoro con i cavalli, passando dalle prime fasi di avvicinamento, alla fase di esercizi con il simulatore di guida, di cui vengono dotati tutti i centri prescelti così come ricevono il rimborso per l’acquisto dell’equipaggiamento anti-infortunistico rappresentato da giubbini protettivi e caschi. Questa attrezzatura viene pagata dal Ministero, con la Federazione che funge solo da garante, mentre l’associazione mette a disposizione cavallo, carrozza, finimenti e, ovviamente, le strutture necessarie alla realizzazione del progetto, per i quali riceveranno un compenso mensile, mentre i tecnici verranno pagati per ogni ora di lezione impartita. Tutto il sistema di controllo dell’effettiva realizzazione del progetto viene effettuato in maniera molto seria ed accurata da un Comitato di Controllo del Ministero Sport e Salute attraverso un’app che ogni partecipante al progetto dovrà scaricare e che localizzerà l’allievo attraverso un QR code da attivare all’ingresso nella struttura e fino al suo successivo allontanamento; lo stesso vale per la presenza del tecnico durante tale periodo. Tutta la procedura è necessaria trattandosi di denaro pubblico e come tale al primo inghippo cessano i pagamenti. Dal canto suo FISE Roma, nelle persone di Valentina Muriello e Monica Ciavarella, esplica un’importantissima funzione di collegamento tra Federazione e Ministero per ottimizzare la rendicontazione.
Se da una parte Sport e Salute non ha un interesse specifico sul livello di capacità agonistiche acquisite dal soggetto sottoposto al programma, la Federazione ha voluto rendere le cose un po’ più difficili, ovvero in linea con la propria vocazione, prevedendo a fine ciclo in ogni regione interessata un evento sportivo a livello locale, ovvero una gara molto semplice nell’ambito di un concorso di sviluppo, per verificare le capacità acquisite, con l’obiettivo di avviare all’acquisizione del Brevetto tramite esame i soggetti più meritevoli e psicologicamente coinvolti. Se il progetto pilota avrà successo, potrebbe essere replicato anche negli anni a venire.

Persone “fragili” e “deboli” alle prese con il simulatore di guida, mentre dalle case-famiglia intere schiere di ragazzi osservano interessati, rimpiangendo forse di non essere al loro posto
Gli inizi sembrano molto promettenti. Tutti i partecipanti al progetto si sono dimostrati entusiasti, sia gli allievi i quali non di rado, terminata la lezione (per loro gratuita), si fermano ancora per ore, felici per qualsiasi compito venga loro affidato – giusto per sfatare la leggenda metropolitana che le persone si muovono e lavorano solo se pagate profumatamente. Dal canto loro anche la controparte è contenta di ritrovarsi ad esempio cavalli, carrozze e finimenti sempre tirati a lucido a costo zero! Forse non creeremo dei campioni perché per proseguire dopo l’apprendistato gratuito occorrono le capacità economiche, ma se le persone si appassionano, quando per esempio qualcuno del centro ippico deve recarsi ad un concorso, potrebbe anche aver bisogno di un groom/navigatore che lo aiuti e da cosa nasce cosa.
E’ stato un lavoro di impostazione molto impegnativo, innanzitutto perché, con il benestare del dipartimento Formazione, abbiamo dovuto conquistare la fiducia degli organi preposti, in primis il Presidente FISE a cui va tutto il merito del fatto che il progetto non si sia arenato prima ancora di nascere. Personalmente ho grandi speranze soprattutto per i “fragili” in termini di integrazione sociale.
Premesso che i tecnici coinvolti devono operare come tali per professione e non come “dopolavoro” di un’altra attività, ecco per la cronaca, i 10 centri che partecipano al progetto, tutti già operativi e con liste di attesa:
Piemonte (responsabile regionale Carolina Cei)
- ASD Cascina Nuova, Oviglio/AL (Tecnico Carolina Cei)
- Suno Riding Club, Suno/NO (tecnico Ciro La Camera)
Emlia-Romagna (responsabile regionale Corrado Cotti)
- Gruppo Romagna Attacchi, Forlì (tecnico Ivano Cavina)
- Team Crazy Deers, Baricella/BO (tecnico Paolo Cervi)
Toscana (responsabile regionale Michele Della Pace)
- Centro Ippico Liberamente Natural, Pomarance/PI (tecnico Michele Della Pace)
- Club Ippico Le Sbarre, Ponsacco/PI (tecnico Linda Vanni)
Puglia (responsabile regionale Giuseppe Giacovelli)
- ASD Team Giacovelli, Locorotondo/BA (tecnico Domenico Giacovelli)
- ASD Il Piccolo Ranch, Martina Franca/TA (tecnico Giuseppe Ancona)
Sicilia (responsabile regionale Fabio Parziano)
- ASD Equestre La Qubba, Misterbianco/CT (tecnico Chiara Cocola)
- ASD Cavallo Amico, Palermo (tecnico Renato Bocina)”
Ringraziamo Cristiano Cividini per le chiare delucidazioni, auguriamo a lui pieno successo in quell’impresa che ha progettato in prima persona, ai centri ippici e a tutti i responsabili buon lavoro e a chi è stato incluso nel progetto di godere di un’esperienza piacevole, formativa, coinvolgente e foriera di un’integrazione sociale che si concretizza nel benessere di tutta la popolazione.