In Carrozza attraverso le Ville Storiche di Percoto (UD)

UN SALUTO E UN SORRISO DALLE SCALINATE DELLE “VECCHIE DIMORE”
Percoto 19 Marzo 2023
Come consuetudine, all’inizio della tradizionale Festa di San Giuseppe a Percoto di Udine, Alessandro Cattarin inaugura la stagione sportiva degli attacchi firmata AFAC – Associazione Friulana Appassionati Carrozze. Doveroso precisare la “chiave di lettura” di questi eventi con cavalli e carrozze i quali rappresentano la prova concreta della passione di tanti gruppi di persone per l’arte di guidare uno o più cavalli a redini lunghe. Passione che si è affinata ed evoluta nel tempo grazie alla lungimiranza di determinate persone fino a creare, come oggi, un evento culturale, turistico ed enogastronomico. In base ai numeri visti oggi, pare che queste iniziative stiano riscuotendo un insperato successo. Insperato perché la lunga serie di eventi della stagione 2023 rappresenta un tentativo di ripristinare la normalità persa circa tre anni fa. Possiamo dire: missione compiuta!
Alessandro Cattarin, supportato da tutto lo staff del Comitato Festeggiamenti di Percoto, è riuscito a creare una giornata all’insegna non solo dello sport degli attacchi fine a se stesso, ma un momento magico di amicizia e convivialità tra persone che si incontravano per la prima volta senza essersi mai conosciuti, tutti da subito immersi ed attratti da uno spaccato di mondo antico che rappresenta le radici culturali di queste genti friulane. Tanti, noi compresi, sperano ardentemente che l’evento odierno vissuto dal vivo dia un colpo di spugna a tutta quella promozione pubblicitaria masticata da anni in tutte le salse all’insegna del terrore e della paura che determinate associazioni a scopo di lucro cercano di propagandare con l’antico espediente dei seminatori di zizzania.

Le tre colonne portanti immortalate accanto al buon cavallo con “Dottorina”. Impeccabile e sempre elegantissimo accanto al suo cavallo Silvano Rossi, socio AFAC da lunga data, conosciuto dai numerosi amici come il “vecchio saggio”, collabora attivamente alla riuscita di questo evento insieme alla moglie Elvira e alla figlia Marzia. Prezioso il suo contributo da anni per il successo di questo Viaggio alla scoperta delle Antiche Dimore. Bicchiere alla mano e sorriso accattivante: Flavio Ligutti, vice-Presidente del “Comitato Festeggiamenti di San Giuseppe”, dal 2009 si è attivato per avere all’interno della famosa Fiera anche il qualificante corteo di carrozze storiche dell’AFAC. Grande professionalità con un pregio (ai giorni nostri) rarissimo: risolve i problemi! Alessandro Cattarin … che dire? Rappresenta l’anello di congiunzione tra tutte queste persone ed il mondo delle redini lunghe targato AFAC. Ha capito prima di altri che il pubblico ha bisogno di capire ciò che guarda per “fare cultura” altrimenti il tutto si trasforma in una passeggiata in campagna tra amici. Ha fatto la cronaca dettagliata di tutti gli equipaggi nel centro di Percoto e all’interno delle ville storiche visitate.
Percoto (UD), ore 10 di domenica 19 marzo 2023. Tutti gli equipaggi sono con le redini in mano e attendono il segnale della partenza che solitamente arriva via telefono dall’infaticabile Ligutti, il quale, non si sa in virtù di quali magici poteri, riesce a coordinare l’arrivo nella stessa piazza di centinaia di Vespe e auto d’epoca più le carrozze, il tutto con grande serenità senza creare contrattempi o ritardi di nessun tipo. Figura indispensabile in queste occasioni con centinaia di persone assiepate ai bordi delle strade, lo speaker, la cui cronaca e descrizione dal vivo di quello che si sta vedendo è come dare la vista ad un non-vedente. Bravo Alessandro!

Le carrozze hanno destato tanto interesse tra il pubblico presente ed in molti a bordo di auto storiche e mitiche “Vespe” hanno seguito gli equipaggi lungo il loro percorso.

Alessandro Cattarin al segnale dell’amico Ligutti fa partire gli equipaggi dal punto di ritrovo e li dirige verso il centro della Festa dove, microfono alla mano, inizia l’avvincente cronaca davanti a centinaia di persone entusiaste

Angelo Colussi, braccio destro insostituibile di Roberto Marasco durante tutti gli eventi di una certa importanza, propone un Break Wagonette “replica” di moderna costruzione su antichi disegni, ideale per passeggiate in campagna e gite fuori porta all’interno di Agriturismi.

Le graziose Gentildonne non possono assolutamente mancare in questi eventi. Sarebbe come vedere una carrozza senza … ruote!
Le statistiche di Carrozze&Cavalli
Per la prima volta il numero delle donne, guidatrici e ospiti sulle carrozze, ha superato il numero dei cavalli attaccati! Soprassediamo sull’invenzione politicizzata di pessimo gusto sulle quote rosa e concentriamoci sul mondo femminile del secolo scorso che utilizzava le carrozze. Rispetto, cortesia, educazione: tre pilastri su cui si fondavano le regole che cocchieri e gentiluomini dovevano rispettare nei confronti delle gentildonne del tempo. Partiamo dalle uscite domenicali sui viali frequentatissimi del passeggio pomeridiano, dove, incrociando una donna alla guida di un attacco era d’obbligo concedere la precedenza e profondersi nell’immediato saluto con levata del copricapo. Se poi una o più Signore passeggiavano a piedi, il conducente della carrozza alla loro vista doveva prontamente mettere i cavalli al passo per non sollevare polvere per poi salutare togliendosi il cappello e reclinando leggermente il capo in segno di ossequio, e non doveva assolutamente rivolgere parola o commento qualsiasi se non interpellato. Le carrozze con cocchiere delle nobili casate avevano sempre il palafreno o aiutante di carrozza il quale era addetto ad aprire e chiudere la portella della carrozza ed eventualmente porgere la mano per la salita e la discesa della gentildonna, mentre il cocchiere, redini e frusta in mano, doveva controllare con tutto il suo mestiere che i cavalli restassero immobili, senza proferir parola con nessuno. Al fine poi di non urtare la sensibilità del gentil sesso, il cocchiere doveva avere il viso ben rasato, niente barba e baffi, con capelli corti ben pettinati. Bisogna ammettere che oggi, nel 2023, dopo le lotte femministe a colpi di assunzioni ben retribuite nelle pubbliche amministrazioni la situazione è peggiorata nell’ordine del 98% ma volendo essere ottimisti quel 2% è in forte crescita!

Togliersi il copricapo in segno di saluto è sempre un bel gesto: Marco Puntin ce lo insegna!
I tempi che cambiano. In tanti si riempiono la bocca con affermazioni del tipo “è il progresso che avanza”, altri si disperano di una fabbrica o di un artigiano che chiude bottega, predicendo quasi la fine del mondo: no, non è così e l’esempio ci viene dal gesto di togliersi il cappello e salutare che vediamo nella foto in alto targata 2023. Se andiamo a rivedere vecchie fotografie dalla metà dell’Ottocento in poi, scopriamo che in giro per città e paesi tutti indossavano un copricapo, dai bambini fino agli anziani e pure in riva al mare durante il periodo estivo. Attivissime erano l’industria e l’artigianato che confezionavano cappelli di tutti i modelli e di tutte le fogge, dando lavoro a migliaia di persone. Poi, lentamente ma inesorabilmente, intorno agli anni 40/50 del secolo scorso, tutto ebbe fine. Le migliaia di lavoratori impegnati in quelle produzioni si assottigliarono, nessuno morì di fame o stenti, nessuno andò per le piazze a protestare. E i cappelli che tutti si toglievano in segno di saluto? Eliminati dal guardaroba. E oggi, con il progresso che avanza, come ci si saluta incrociandosi per una via, una piazza o un locale pubblico? Credo che il tutto sia a libera interpretazione: c’è chi ti saluta solo i giorni pari(?), c’è chi vede il tuo numero sul cellulare e non ti risponde(?), resiste ancora il parroco dentro le chiese che consiglia alle Signore il capo coperto … il progresso che avanza(?).

La cornice di Villa Beretta resta sempre affascinante, se poi si aggiunge l’ospitalità e la cortesia dei proprietari, i Conti Beretta, allora tutto diventa magico, come in una favola d’altri tempi.
La prima tappa di oggi ci porta a “Villa Beretta”, situata a Pavia di Udine, dove tutti gli equipaggi vengono accolti dalla oramai nota gentilezza e signorilità del Conte Francesco Beretta e della Contessa Costanza. Arriviamo a Villa Beretta la domenica 19 e ci comunicano che il giorno precedente il Conte Francesco Beretta aveva spento le 85 candeline! Giusto in tempo per fargli i nostri migliori auguri. Questo appuntamento in villa, che si rinnova oramai da tanti anni, ha richiamato più gente del solito a godere di uno spettacolo unico, uno spettacolo reso realistico al massimo perché in un contesto del genere solo ed escusivamente dei mezzi a trazione animale potevano offrire un tale eccitante salto nel passato. La pennellata culturale effettuata da Alessandro Cattarin con la sua cronaca dal vivo ha rappresentato poi la classica ciliegina sulla torta. L’elegante e sfizioso buffet con accompagnamento musicale ha inoltre deliziato gli ospiti ed equipaggi fino al momento della loro partenza.

Una bella giornata di sole che ha baciato tanti volti sorridenti, tra loro in alto a sin. la Contessa Costanza Beretta e a fianco il Mario Caruso con il suo inseparabile strumento

Alessandro Cattarin consegna un omaggio in segno di gratitudine alla Contessa Costanza Beretta e al Conte Francesco con la reciproca promessa di rivedersi tutti per il prossimo marzo del 2024

Tanti gli intervenuti a godersi lo spettacolo, alcuni conosciuti, altri arrivati per la prima volta; speriamo ardentemente che siano rimasti tutti soddisfatti: gli organizzatori, credetemi, ce l’hanno messa tutta!
Una bella sorpresa ce la presenta Roberto Marasco: l’Attacco del Vescovo

Momenti della vestizione dell’attacco molto particolare che solo un professionista come Roberto Marasco riesce a mettere in strada.
Una rarità: l’Attacco del Vescovo
Approfondimento di Elvezia Ferrari con alcuni spunti e disegni tratti dall’articolo intitolato “Hitching Three: Adjustments for Success” a firma Jenifer Morrissey, pubblicato sulla rivista online “Rural Heritage“.
Dal francese “Attelage d’évêque (o d’évesque)” o “Attelage d’évêque”, il termine “Attacco del Vescovo” sembra derivare dal fatto che il tiro a quattro era un tempo riservato a duchi, marchesi e conti, quello a sei ai principi e quello ad otto al re.
Questo tipo di attacco prevede che i tre cavalli siano disposti affiancati, un po’ come nella troika, anche se quest’ultima, sviluppatasi in Russia nel XVII secolo, si discosta dal precedente per numerose peculiarità e quindi le due cose non vanno confuse. Supponendo quindi che l’attacco a tre abbia avuto origine per una questione di status symbol, l’uso che ne veniva fatto, considerando la capacità di trainare carichi pesanti, fu destinato soprattutto in Francia al servizio pubblico dei postali prima (malle-poste) e poi degli omnibus, quando nella capitale francese ne circolavano ben 600 con 2000 cavalli. Una certa diffusione la si ritrova anche in ambito agricolo (che trova ancora oggi applicazione ad esempio nella tradizione contadina pugliese) e per il traino di veicoli pesanti, sia sulle pendenze montane che ad esempio davanti a carri dei pompieri e similari. Non si ha notizia nell’impiego in ambito privato, ad esempio per scampagnate o défilé nell’epoca d’oro delle carrozze, anche se nulla è impossibile e la raffigurazione dei finimenti nel famoso libro di Lené mostra cavalli di aspetto decisamente nobile.

Da “La Sellerie française et étrangère” di Lené, 1878
Passando dalla teoria alla pratica, il maggiore vantaggio di questo attacco è che richiede molto meno spazio per effettuare le girate di quanto non sia necessario per un tiro a quattro o un unicorno, con la maggiore larghezza che non ha mai rappresentato un problema.
Si tratta sicuramente di un attacco più difficile da manovrare del singolo e della pariglia, nonostante in mano al guidatore vi siano solo due redini; la questione più critica è la destrezza nel sapere esattamente quando, in curva, allungare la redine esterna ed accorciare quella interna. Il cavallo esterno infatti dovrà percorrere un tratto molto più lungo di quello interno, deve quindi accelerare senza tuttavia mettersi a galoppare quando quello interno riesce a malapena a trottare. Mantenere il contatto con la redine esterna è tuttavia indispensabile perché se lasca provoca la perdita di equilibrio del cavallo esterno che cadrà sulla spalla, stringendo la curva.
In quanto alla disposizione delle redini si è soliti fare riferimento a quella classica illustrata da Fairman Rogers nel suo “A Manual of Coaching” e contrassegnata nella figura dalla lettera A.
Vi sono alcune conferme e varianti riportate in altri testi, che per completezza riportiamo di seguito.

Redini fabbricate espressamente per questo tipo di attacco, con contatto diretto ad entrambi i lati della bocca di ciascun cavallo.
Da notare che la regolazione degli innesti delle redini di crociera è un compito tutt’altro che semplice, in quanto lo spostamento indietro o in avanti della fibbia influenza il contatto con tutti e tre i cavalli, oltretutto spesso di temperamento molto diverso.

Questo sistema fornisce il contatto diretto con entrambi i lati della bocca del cavallo al centro e con il solo lato esterno degli altri due che, sul lato interno, sono collegati al cavallo centrale con delle corregge che vanno alla collana
Esistono anche altri sistemi, in parte assai discutibili e in parte legati a tradizioni locali.
Così come per le redini, anche i bilancini possono avere disposizioni diverse, soprattutto per l’uso agricolo, che qui riportiamo per semplice completezza d’informazione.
Dato che in anni recenti, nei concorsi di eleganza e tradizione, viene saltuariamente presentato un “Attacco del Vescovo”, è sorto il problema di quanti groom fossero necessari. La questione non è stata definitivamente risolta, lasciando purtroppo la discrezionalità al singolo giudice, ma la maggioranza sembra convergere nel considerarlo un tutt’uno, quindi con un solo groom. Unica accortezza, nell’eventuale prova di maneggevolezza (coni), sarà quella di non misurare la larghezza della carreggiata del veicolo, bensì dell’ingombro dato dai bilancini.
Sta di fatto che l’attacco presentato al Raduno AFAC è un gran bel vedere, molto apprezzato dal folto pubblico presente (si noti l’uso raffinato delle chaînettes per il cavallo centrale).

In primo piano il luminoso sorriso di Lady Patrizia Tramontina, alle sue spalle il giovane groom e apprendista-cocchiere Stefano Marasco, validissimo aiuto del padre Cocchiere.
Questa edizione del 2023 si è arricchita di un’altra importante residenza storica di proprietà del Sig. Giacomino Entessano. Siamo nel comune di Persereano -Pavia di Udine e per l’occasione non poteva mancare il Sindaco, Beppino Govetto, che oltre ad intrattenersi con il numeroso pubblico si è complimentato per questo insolito spettacolo mai visto dal vivo. In questa seconda tappa ancora più gente si è presentata all’appuntamento, vuoi per la stupenda giornata di sole, vuoi per lo spettacolo delle carrozze con i cavalli scalpitanti dal vivo, vuoi per il buffet di proporzioni “regali”, vuoi per la rarissima e forse unica collezione privata di “Acquasantiere”.

Accoglienza e ospitalità da togliersi il cappello: siamo rimasti senza parole.

Tutti gli intervenuti hanno fatto veramente bene a intrattenersi in questa dimora storica, uno spettacolo del genere possiamo assicurarvi che oggi come oggi capita poche volte all’anno e perderselo sarebbe stato un vero peccato. Immancabile il “Gruppo Fisarmoniche Friulane” capitanato da Mario Caruso

Anna Romanow alle redini con Alessandro Puddu, arrivati da Buttrio (UD)

Nella foto in alto a sin. vediamo il Sindaco di Pavia di Udine, Peppino Govetto, che si intrattiene con l’elegantissima Signora Daniela; a fianco Alessandro Cattarin che consegna un omaggio al proprietario della villa, Sig. Giacomino Entessano; nella foto sotto un momento della manifestazione con il pubblico molto interessato, tra cui anche noti esponenti politici

La rarissima collezione di “Acquasantiere” tipiche friulane raccolte con infinita pazienza e grande professionalità da Giacomino Entesano che vediamo soddisfatto al centro del collage mentre illustra le caratteristiche dei suoi pregiati pezzi esposti ai visitatori
Giacomino Entessano ci racconta che ha iniziato la raccolta di queste piccole opere d’arte circa 40 anni fa e che principalmente sono tutte del territorio friulano, precisando però che tante di queste “acquasantiere” erano vendute in loco da commercianti e artigiani che le acquistavano a loro volta da altri paesi confinanti come Austria, Slovenia o Germania. Le più antiche sono databili alla prima metà del ‘700 e sono in vetro e opalina.
Abbiamo voluto saperne di più su queste “acquasantiere” ed ecco cosa abbiamo trovato.
“L’ingresso in una chiesa deve essere accompagnato dal segno della croce fatto con l’acqua benedetta contenuta all’interno dell’acquasantiera. È un gesto che fa parte del rito che ogni cristiano impara fin da bambino. Generalmente questo recipiente di acqua santa è disposto all’ingresso della chiesa o poco distante, per permettere ai fedeli di purificarsi ed entrare in contatto con il Signore nel modo più giusto. A volte è fissata al muro, come nel caso dell’acquasantiera “a labbro”, oppure è isolata, appoggiata su un sostegno, come una colonna, un pilastro o un piedistallo. In quest’ultimo caso si parla di acquasantiera a pila.“ (https://www.myriamartesacrastore.it/blog/significato-religioso-acquasantiera.html )
Papa Leone IV (IX secolo) prescrisse che ogni domenica, prima della Messa, il sacerdote benedicesse l’acqua e con quella aspergesse i fedeli. Avveniva però che non tutti erano in chiesa all’inizio della Messa e allora fu introdotto l’uso di porre un recipiente di acqua benedetta all’ingresso della chiesa in modo che i fedeli ritardatari potessero aspergersi da sé. Tale è l’origine del segno di croce che si fa con l’acqua benedetta all’ingresso in chiesa. L’acquasantiera è documentata, quindi, per la prima volta nell’IX secolo. Essa doveva essere collocata vicino alla porta ed essere di modeste proporzioni per non gareggiare in ampiezza con il fonte battesimale. In origine era per lo più in marmo o in pietra, non molto profonda e sorretta da un pilastrino o da una colonna o addossata a un pilastro della chiesa. Nel corso del tempo ha subito numerose trasformazioni come quella introdotta da San Carlo Borromeo a Milano nel XVI secolo:
“L’utensile concepito per l’acqua santa, dovrà essere di marmo o pietra solida, né porosa né con crepe. Verrà collocato su un pilastro adeguatamente ornato il quale non sarà fuori dalla chiesa ma all’interno e, nei limiti del possibile, alla destra di coloro che entrano. Ve ne sarà uno a fianco della porta da cui entrano gli uomini e uno per la porta delle donne. Non dovranno essere fissati al muro ma separati da esso secondo la convenienza. Li supporterà una colonna o un piedistallo, che non dovrà avere rappresentato nulla di profano.”
Attualmente l’aspersione con l’acqua benedetta non è più segno di purificazione, ma vuol essere un richiamo al nostro Battesimo. Anche l’aspersione con cui si consacra una chiesa o un altare rappresenta il battesimo; infatti, la preghiera tratta dal Rito della dedicazione dice:
“Padre santo benedici e santifica quest’acqua che verrà aspersa su di noi e sulle pareti di questo tempio, perché sia segno del lavacro battesimale che ci fa in Cristo nuova creatura e tempio vivo dello Spirito.”
https://www.myriamartesacrastore.it/blog/significato-religioso-acquasantiera.html

Una raccolta di “acquasantiere” davvero unica e da rimanere senza fiato quella che abbiamo visto nella dimora di Giacomino Entessano

Doveroso un riconoscimento alle padrone di casa per l’allestimento coreografico del buffet. Un sapiente abbinamento a tema, con il mondo del cavallo ed i colori della natura che sono parte integrante di quel mondo. Negli ultimi cinque anni mai ci è capitato un simile colpo d’occhio. Complimenti all’architetto-coreografo!

Giovanissime ospiti sulla “Dottorina” di Silvano Rossi

Gli equipaggi arrivano all’ultima tappa di oggi: “Villa della Porta” a Popereacco di Pavia di Udine

Il fascino della “Femme en noir”

Roberto Marasco
Roberto Marasco attualmente è l’unico professionista della Regione in condizione di offrire un servizio matrimoniale extra-lusso con un parco-carrozze vastissimo per ogni tipo di cerimonia. Lo potete contattare al www.realfriuli.it
Partecipanti:
Silvano Rossi – Linda Cordenos e Samuel Muccin – Renzo Pezzutto e Daniela – Renato Venica e Manuela Chiapolino – Marco Puntin – Renato Bolzon e Simone Duca – Angelo Colussi e Franco – Roberto Marasco con la moglie Elvia e groom il figlio Stefano – Poi dalla Polonia: Anna Romanow e Alessandro Puddu.

Foto di gruppo delle premiazioni targate AFAC. Primo, secondo, terzo … no, con la Formula-AFAC ci sono premi per tutti perché presentandosi quì oggi tutti hanno vinto!

In alto tutto lo Staff di Danilo Venica, Chef di chiara fama, pieno di idee e sempre attento ad accontentare tutti i commensali, una garanzia di qualità che cresce di anno in anno come confermato oggi dai numerosi ospiti. Per le donne presenti un simpatico omaggio: una luminosa mimosa gialla a ricordo dell’appena trascorsa “Festa della Donna”

Nella foto in alto a sin. la Signora Gabriella Dorigo riceve un omaggio, in vece della mamma scomparsa l’anno passato. Foto a fianco, il Sindaco di Pavia di Udine, Beppino Govetto, saluta e ringrazia tutti i partecipanti per la loro gradita presenza. Sotto, con le due ceste, premiati i sig.ri Roberto Dorigo e Massimo Cernic. A fianco Silvano Rossi impeccabile in bombetta nera. In basso con la cesta omaggio, insieme a Renzo e Alessandro, Giancarlo Tollon che a bordo dell’auto-navetta scortava il corteo degli attacchi in caso di emergenze e necessità. In basso a destra il Presidente del Comitato Festeggiamenti di San Giuseppe di Percoto, Paolo Vidulich.

Renato Bolzon e Simone Duca

Carosello finale all’interno di Villa Frattina Caisielli al centro della Fiera di San Giuseppe.

Angelo Colussi e Franco, il validissimo groom che coordinava e assisteva in contemporanea anche l’attacco di Roberto Marasco
Come per gli eventi di maggiore importanza, sulla nostra pagina facebook è pubblicato un album fotografico della manifestazione. Questo il link.
Comunicato redazionale
Ricordiamo a tutti i lettori che ci seguono che nel finale di ogni nostro articolo troveranno la scritta: STAMPA L’ARTICOLO. Con un click si può così stampare l’intero articolo con le foto a colori inserite. Sempre più persone con poca dimestichezza con il PC o per mancanza di una stampante, ci stanno chiedendo se è possibile ricevere l’articolo a casa già stampato e rilegato. Confermiamo che da oggi è possibile. Non solo l’articolo potrà essere stampato in forma cartacea a colori, ma anche tutto l’album fotografico. Sarà inoltre possibile avere tutte le foto dell’evento su CD in medio-alta risoluzione.
Per i dettagli contattare la Direzione di C&C – mail: ermes.dallolio@yahoo.it