Albano Moscardo alle redini e Mirko Vannicola alle prese con un “Assolcatore” utilizzato per ricoprire di terra le varie semine come patate, carote ecc.

 

La “Piccola Agricoltura” eco-compatibile del futuro sarà a “Trazione Animale”

Il titolo è accattivante ma non è da interpretare come una sentenza di tribunale o la predizione di un mago, piuttosto una sintesi di una frase più lunga e articolata del tipo: “Il segmento della trazione animale applicato ai prodotti da orto o autosufficenza alimentare per le aziende agrituristiche e simili, più lavori del bosco con raccolta legna da ardere e alimenti spontanei, nei paesi industrializzati con popolazioni sovra-alimentate e in sovrappeso, può rappresentare una chiave di volta assolutamente da non sottovalutare.”

Quanto detto non è facile da realizzarsi perché ci sono grosse problematiche a livello mondiale da pianificare; una – forse la più pericolosa (non per il cavallo) – è rappresentata da questa micro-industria che è a km zero, pertanto tutti i vari pellegrinaggi di autocarri, tir, aerei e navi con prodotti alimentari subirebbero una battuta d’arresto che si trascinerebbe dietro la burocrazia di carte e bolli ed i consumi di carburante, chiaramente con una riduzione anche e per fortuna … dell’inquinamento. Ci sono poi altri settori che subirebbero batoste economiche non indifferenti, ma adesso nel 2022 è prematuro aprire il discorso anche perché nel corso dell’articolo con i dati del settore forniti da Albano Moscardo, delle nazioni più attive risulta (come al solito) che noi in Italia siamo il fanalino di coda. Quando si parla di fanalino di coda made in Italy però dobbiamo analizzare l’italianità del fenomeno, che spiego in poche parole: “Negli USA pochi anni fa si registravano oltre 200.000 aziende agricole a trazione animale prevalente, in Germania una statistica del 2007 registrava oltre 89 aziende che lavoravano con cavalli da tiro, senza poi contare altre nazioni del Nord Europa e dell’Europa centrale che sono in forte espansione in questo settore. A fronte di questi dati la mentalità ed il costume Italiano registra un dominio assoluto delle Associazioni Animaliste che solo l’anno scorso durante una delle rarissime dimostrazioni di lavoro agricolo con cavallo e oltre venti allievi motivati, ha dovuto sospendere le operazioni per una irruzione animalista con titoli a prima pagina il giorno dopo per maltrattamenti inauditi nei confronti dei cavalli. Dopo l’immediato intervento del veterinario addetto è emerso che tutti i cavalli stavano benissimo e l’irruzione e relative calunnie erano infondate. Anche qui, altra lacuna sulle leggi italiane che in questi casi non puniscono i colpevoli che se la ridacchiano e che il giorno dopo ripetono il teatrino in altri luoghi. Episodi come questi chiaramente non favoriscono lo sviluppo della trazione animale.”

 

L’antico Monastero è ancora lì nella stessa posizione di 1.000 anni fa, costruito, vissuto e abitato da intere generazioni grazie al duro lavoro degli agricoltori e dei loro animali

 

Chiudiamo la presentazione dell’argomento che ci pare doverosa vista la scarsissima conoscenza di questo settore economico legato all’agricoltura e passiamo alla cronaca della giornata trascorsa presso l’Azienda Agricola di Albano Moscardo. La nostra cronaca di oggi ha il sapore di un pellegrinaggio infatti Albano Moscardo ci accoglie presso la sua Azienda dalle antichissime origini come confermato dal Monastero che si innalza in loco, ancora nello stesso posto dopo 1000 anni. Un bellissimo biglietto da visita per chi, come lui, da tanti anni sta cercando di invogliare i giovani agricoltori a riprendere, sempre nel limite del possibile, antiche abitudini dismesse e dimenticate, per il normale arrivo del consumismo legato al capitalismo.

 

Albano Moscardo, istruttore sulla guida a redini lunghe di cavalli da lavoro, disegnatore tecnico-meccanico e progettista-collaudatore di macchine agricole a trazione animale

 

Un modesto e intelligente “Signore” dalle poche parole e dai molti fatti

Albano Moscardo:

Cosa possiamo fare oggi con l’aiuto dell’animale nella moderna agricoltura? Istintivamente ci viene da pensare che oggi il cavallo da tiro sia un mezzo superato e di nessuna utilità. Sebbene possa sembrare così ad una prima analisi superficiale, l’agricoltura nella gran parte del mondo viene ancora fatta con l’aiuto dell’animale; solo nei paesi ricchi si è sostituito questo mezzo di trazione con i trattori, eppure anche in questa parte del mondo dove la tecnologia è a un livello avanzato, si cerca di riconsiderare l’aspetto della trazione animale, non per un nostalgico ritorno al passato ma per una maggiore presa di coscienza del lavoro che facciamo sulla Terra che ci ospita e di cui sarebbe bene avere il massimo rispetto.”

Erano anni che per vari motivi non passavamo da queste parti e abbiamo colto l’occasione per salutare un amico che tanti anni fa era sempre presente alla Fieracavalli di Verona con il suo piccolo e avveniristico stand. Albano poi si presentò in Germania presso l’unica Fiera Agricola dedicata all’Agricoltura a trazione animale e vinse il 1°premio con un suo carrello a trazione animale capace di caricare e trasportare due “rotoballe” di fieno da 350 kg l’una senza l’aiuto di nessun motore. Oggi qui in via del Lazzaretto però, non eravamo soli: Albano ci confida che in questo particolare mercato di nicchia della trazione animale coloro che veramente sono interessati, tramite l’antico “passaparola”, arrivano presso la sua Azienda dove trovano il modo di acquistare le attrezzature idonee e collaudarle immediatamente con i tre cavalli presenti in azienda. Nulla di strano: come il medico che riceve il paziente su appuntamento, lui, Albano Moscardo, in veste di conduttore di cavalli agricoli e disegnatore meccanico da lunga data, fa la stessa cosa con i “pazienti” visitatori che lo vengono a trovare. Due gli appassionati di buona volontà presenti oggi: Tiziana Calzetti e Mirko Vannicola; lei Tiziana titolare dell’Agriturismo e Fattoria Didattica “La Daina Bianca” con quattro cavalli Bardigiani da addestrare al lavoro agricolo, lui Mirko proprietario di un robusto cavallo “Norico” che da anni collabora attivamente presso l’Azienda Agricola di Albano Moscardo. Chiediamo a Mirko Vannicola qualche informazione in più: “Frequento Albano e collaboro con lui da più di dieci anni, sono stato allievo dello scomparso Giuseppe del Grande seguendo un suo corso e continuando a frequentarlo nelle pratiche di guida  finchè ha potuto. Mi sono formato come coadiuatore del cavallo (regolarmente iscritto nelle liste del Ministero della Salute) perché credo che l’attività con i cavalli da tiro in agricoltura sia indicata anche alle persone svantaggiate e a riguardo ho sperimentato con successo un paio di esperienze. Inoltre ho due cavalli da tiro, una “Norica” ben avviata e un puledro che sto educando allo scopo.”

Mentre Mirko procede lesto nella vestizione del cavallo di razza Comtois di 13 anni di nome “Tenor”, Tiziana si fa illustrare da Albano le caratteristiche principali delle attrezzature che le potrebbero servire per i suoi fabbisogni in azienda.

 

Ognuno ai propri posti: Tiziana Calzetti e Mirko Vannicola

 

Sin dalle prime battute anche noi, non troppo pratici, abbiamo capito che lavorare con un motore stanca e stressa, ma lavorare con un amico grande, grosso e vigoroso rilassa e coinvolge! Nel settore Attacchi risulta che un cavallo in piano può trainare tranqillamente tre volte il suo peso corporeo; in questo rinnovato e tecnologico mondo delle attrezzature da lavoro il cavallo da 900 kg di oggi al traino di un aratro che dalle tabelle sopra riportate pesa una cinquantina di kg, potrebbe lavorare sette giorni di fila senza accorgersi di nulla

 

Con un telaio portante principale ecco posizionate svariate attrezzature

Anche nel caso di Tiziana, prima del passaparola giusto ha dovuto sorbire i soliti racconti patetici di persone che nella cascina del nonno avevano trovato un aratro da buoi da 300 kg e lo avevano attaccato ad un trottatore dismesso dalle corse, oppure il voltafieno attaccato ad un mega-trattore che, modificato alla perfezione con due saldature e un filo di ferro robusto, era ideale per il piccolo asino di razza Romagnola; insomma si potrebbe andare avanti all’infinito ma fortunatamente ecco cosa appare davanti al suo sguardo: il “Multi-V” uno degli attrezzi più richiesti naturalmente da tedeschi, francesi, austriaci e svedesi perché lo conoscono; al momento in Italia il mercato è fermo a … chi l’ha visto?

 

Nella prima foto in alto a sin. vediamo il Multi-V con un attrezzo montato e altri quattro a lato intercambiabili. Nelle tre foto sotto l’estrema facilità di cambio dell’attrezzo: con un piccolo pedale si sgancia in automatico un attrezzo e velocemente se ne monta un altro per una successiva e diversa lavorazione del terreno. Nella scheda tecnica dell’attrezzo risulta un peso di 39 kg della struttura portante che arriva fino ad un massimo di 55 Kg in relazione all’atrezzatura montata. Bisogna ammettere che il “progresso” inquadrato nel suo lato buono, dà veramente ottimi risultati!

 

C’è sempre una prima volta pare dire Albano Moscardo a Tiziana, e in men che non si dica ecco il “gentil-sesso” inforcare “le stegole” della “Sarchiatrice” nella sua prima esperienza lavorativa … in presenza! (In questo “campo” con il web non si mangia!)

 

Tiziana Calzetti spiega che nel suo Agriturismo tutti i prodotti provengono dalle sue coltivazioni biologiche e la parte riservata al vigneto è leggermente in salita. Il “Multi-V” è chiaramente l’attrezzo giusto in particolare per una donna e presenta dei vantaggi che Albano Moscardo spiega con statistiche e fatti precisi.  In tutta Europa delle aziende che lavorano a trazione animale quelle biologiche sono la maggioranza; infatti tutto il “carburante” necessario alla nutrizione dei cavalli è prodotto sul posto e non c’è necessità di acquistarlo altrove. Inoltre i cavalli non producono emissioni nocive all’ambiente ma prezioso letame organico, molto benefico per la fertilità del suolo, e che potrà essere utilizzato per la trasformazione in Biogas.”

Albano ci segnala anche i minori costi di acquisto per gli attrezzi e le macchine, i minori rimborsi di credito, le spese più modeste per i carburanti, l’ingrasso, gli elementi complementari, assicurano la sussistenza di una famiglia su un’azienda che non sarebbe sostenibile per la sua dimensione se i cavalli dovessero essere sostituiti dal trattore. Lo stesso vale per le condizioni odierne dove può essere ragionevole sul piano economico utilizzare i cavalli da tiro anche per evitare il “compattamento” del suolo. Continua Albano: “La lotta meccanica contro le erbe infestanti, al pari di un trattore che è favorito in agricoltura biologica, necessita per esempio di più passaggi sulle culture, causa una limitata larghezza di lavoro e ne risulta un compattamento ancora superiore a quello prodotto dalla lotta chimica con un minor numero di passaggi ed una larghezza di lavoro nettamente superiore. In sostanza le piccole aziende familiari che effettuano piccole lavorazioni nelle quali la velocità di lavoro richiesta è compatibile con quella che il cavallo può fornire, saranno molto più avvantaggiate in particolare per le lavorazioni di sarchiatura, culture a filare e di esbosco.”

 

Nei primi mesi è indispensabile un aiuto nella conduzione giusta del cavallo, come l’andatura (lenta ma costante) e la direzione (diritta); poi sfruttando la principale caratteristica del cavallo (abitudinario), si affiaterà il binomio e, come l’agricoltore di 150 anni fa, una sola persona eseguirà le lavorazioni in campo

 

L’importantissimo aspetto scientifico

Senza generalizzare e con i distinguo necessari da nazione a nazione, la scelta del cavallo, delle attrezzature e dei finimenti non è sempre fatta con consapevolezza e da queste cose importantissime invece dipende il benessere dell’animale che va inquadrato nel contesto dei secoli passati, quando era la potente forza-lavoro di una famiglia e guai a maltrattarlo o fargli mancare qualcosa. Rispetto a centinaia di anni fa, quando la conduzione, la vestizione e l’alimentazione di un bue, un cavallo o un mulo si tramandavano da padre in figlio, oggi con un “buco” di 100 anni operato dall’industria automobilistica, bisogna utilizzare altre metodologie.

Qualche numero al riguardo

La letteratura scientifica – Breidbach Siegfried (D) / Brunner Walter (CH) / Spugnoli Paolo (IT) / Van Rjjn Frederick (NL): dà un valore di riferimento di 0,88 kW (1,2 hp) come potenza media continua per un cavallo da tiro di 700/800 kg in un lavoro di lunga durata. Questo dato corrisponde ad una forza di trazione di 0,78 kN (resistenza alla trazione 80 kg) ad una velocità di lavoro da 3,6 a 4,5 km/h. Questa potenza è fornita da un cavallo da tiro senza sovraccarico, anche per molte ore di lavoro. Per periodi più brevi l’animale può fornire anche una potenza di 0,98 kN (resistenza alla trazione 100 Kg) garantendogli sufficienti pause durante il lavoro giornaliero. Con lo scopo di garantire all’animale un lavoro nel rispetto delle sue caratteristiche psico-fisiche, vengono eseguiti dei test su varie attrezzature per misurare lo sforzo e le velocità di lavoro, e comprendere come meglio utilizzare un’attrezzatura. Ad esempio si è visto come per l’animale cambiano le condizioni di lavoro con un aumento di un solo centimetro della profondità di lavoro.

 

Importante la regolazione delle “stegole” perchè adattabile alle varie corporature di chi lavora, tenendo conto anche che sull’aratro, o altro attrezzo, non ci si “appoggia” ma in alcuni casi, sopratutto se il terreno è soffice, si tiene leggermente “sospirato” l’attrezzo tramite le “stegole”

 

Chi esegue questi test?

A. Moscardo: “Queste misurazioni vengono eseguite da sensori di sforzo applicati al bilancino di traino. I dati vengono raccolti da una strumentazione elettronica che può registrare sia lo sforzo che la velocità di lavoro. In seguito i dati sono elaborati da una serie di software dedicati e tradotti in diagrammi. La lettura del diagramma fornisce la visione completa del lavoro con quel tipo di attrezzatura e con quel cavallo nelle varie situazioni di lavoro. Chi si occupa da anni di questo aspetto della trazione animale è Paul Schmit, fondatore dell’Associazione: “Schaff mat Paerd” (Fare con il cavallo). Paul è un ingegnere meccanico ed insegna all’Istituto Tecnico del Lussenburgo, possiede un’azienda agricola e parte di questa viene lavorata con i suoi quattro cavalli. Si occupa di studiare, ottimizzare e costruire prototipi per la trazione equina, macchine che vengono poi testate in svariate situazioni per poi nel finale redigere un “test di lavoro” in forma cartacea ed in lingua inglese a disposizione del pubblico.”

 

Nella foto piccola al centro il “sensore elettronico” applicato a tutte le attrezzature agricole per testare lo sforzo; infatti nelle altre foto vediamo una gamma completa di attrezzature che possono essere trainate da due o più cavalli, il tutto regolato dalle moderne apparecchiature elettroniche per il benessere del cavallo

 

LA SCELTA DEL FINIMENTO

 

Mirko Vannicola, collaboratore da quasi 10 anni di Albano Moscardo e già molto esperto nella vestizione di cavalli da lavoro, ci fa vedere alcuni momenti della vestizione del cavallo. Nella foto 1 vediamo la “collana” e la piccola freccia rossa ci indica la prima particolarità di questo finimento: una cinghia in pelle che va ad unirsi ad un anello centrale del “sottocoda” e (foto 2) questo anello è il punto di giunzione delle due “chiavi passaredini”, delle cinghie che sorreggono “l’imbraca” e del sottocoda stesso. Nella foto 3 un particolare di un “gancio” posizionato sulla “braca” che mantiene sospesa la “tirella” con catena, nel momento della vestizione del cavallo

 

Mirko Vannicola proprietario di un suo cavallo e da anni pratico di questo settore, ci mostra una tenuta di redini abbastanza diffusa, e la giusta posizione per guidare il cavallo senza infastidire l’operatore. Nella foto in basso a sin. vediamo le “stegole” che sono regolabili in due posizioni, in altezza e lateralmente, sempre in relazione alla minor fatica fisica da fare per chi guida e chi traina

 

Nella foto 1 vediamo Albano che indica l’altezza giusta della “tirella” che successivamente verrà agganciata al “bilancino” foto 3 Nella foto 2 una tabella importantissima che illustra la differenza di potenza di trazione tra un finimento a “pettorale” e una “collana”, inoltre è importante la regolazione delle “tirelle” che variano da un carro ad un aratro. Questa tabella, è stata redatta e testata con sensori elettronici applicati a finimento e cavallo in modo da ottenere per il cavallo il minimo sforzo e la massima resa. Sappiamo bene tutti noi del settore che se si vuole rovinare e fare soffrire un cavallo “silenziosamente” basta mettere finimenti e ferratura sbagliati!

 

Apriamo il discorso sui finimenti da lavoro da utilizzare in questi casi. Albano Moscardo utilizza quelli Americani per il loro buon rapporto qualità-prezzo. Come si vede nel disegno esplicativo, indispensabile l’uso della “collana” perché fa fare tre volte meno fatica che con il “pettorale”. Anche nel caso della “collana” sono stati applicati dei sensori di sforzo per ottimizzare il traino. Le redini hanno due occhielli-passanti sull’imbraga per agevolare la tenuta di redini che è come da foto. Nella parte iniziale le redini sono agganciate ad una capezza con una specie strana di morso, inventato da non molto da un tedesco e che pare dia buoni risultati. Tutto l’insieme non agisce all’interno della bocca del cavallo e somiglia molto al Hackamore americano o alla “nasarina” dei vecchi carrettieri italiani.

 

Albano Moscardo ci illustra i due tipi di imboccature: un morso a “filetto” normale per i principianti che devono imparare. poi con il tempo il morso che, volendo essere pignoli, potrebbe anche infastidire il cavallo, viene sostituito da un nuovo modello di “nasarina” che agisce sull’insieme della capezza

 

Le stanghe da cavallo singolo che vediamo nel collage sono un modello utilizzato nei paesi scandinavi e si adattano solo al finimento scandinavo. Non le avevamo mai viste perchè abituati alle classiche stanghe da carrozza e bisogna ammettere che sono veramente innovative. Regolabili in tutti i sensi danno l’idea che tramite gli attacchi fissi sul “sellino” la stanga di destra e quella di sinistra in maniera indipendente, seguano il movimento del cavallo nella sua andatura.

 

SCEGLIAMO L’ATTREZZATURA GIUSTA

 Tante volte abbiamo sentito dire da qualche vecchietto di cavalli che è già stato inventato tutto ed è inutile studiare novità strane. Questa affermazione non è del tutto vera: la conferma ci viene da questo modello innovativo di “stanghe” con agganci-rapidi e multi-regolabile che vedete nella foto in alto. La foto parla da sola e Albano ci dice che questo modello di stanghe deve forzatamente essere montato nel suo apposito finimento. A terra, in fase di preparazione, alcuni piccoli aratri per cavar patate, molto pratici e particolarmente leggeri. Nella foto sottostante un “volta-fieno” con attacco da trattore, acquistato da Albano da una Azienda dei dintorni, al quale lui stesso ha modificato l’aggancio sostituendolo con due stanghe per accontentare un cliente.

 

Un “volta-fieno” costruito per essere montato su un trattore e modificato da Albano Moscardo con l’aggiunta delle stanghe per il cavallo. (Costo: Euro 800,00)

 

A questo punto una nostra osservazione sul prezzo con relativa comparazione per inquadrare questo settore agricolo in un modo corretto e non nella solita fake-news nauseabonda e irreale! Il blocco completo di stanghe e supporti vari, elaborato su misura costa circa 800 Euro e, considerata una durata minima di circa 20 anni, rappresenta un vero affare, della serie: soldi ben spesi. Qualcuno potrebbe dire che è esagerato perché oggi un cetriolo, un mazzetto di ravanelli, due patate e un etto di sale costano molto meno (vedi il ridicolo paniere prezzi). Invece il riferimento a cui tenere fede oggi è il prezzo degli smartphone (900/1300 euro), eleganti nelle loro custodie, tutti a “obsolescenza programmata” (dopo due anni iniziano a malfunzionare e dopo poco ne comperiamo un altro!). Senza poi contare che le stanghe da 800 Euro servono a lavorare e guadagnare soldi, mentre con il fantastico smartphone di lavorare non se ne parla se non in piccola parte (10%) e guadagnare soldi poi resta ancora un miraggio riservato a pochi!

 

Nella foto piccola in alto un “cava-patate”; in basso a destra con un semplice movimento si regola l’altezza e anche l’angolazione laterale del manubrio in relazione alle lavorazioni da eseguire

 

Albano Moscardo nella sua officina meccanica con i suoi prototipi messi a punto, collaudati sul campo e pronti per l’esportazione all’estero dove la trazione animale è decisamente più apprezzata che in Italia.

 

Nella piccola pausa-pranzo Albano Moscardo ha fatto un po’ di teoria presentando i suoi due opuscoli illustrativi su finimenti e attrezzature idonei per questo tipo di attività agricole. Volumi che naturalmente per chi lo desidera sono in vendita.

 

Il cavallo di nome “Tenor” di razza “Comtois” di 13 anni utilizzato oggi, alle redini: Mirko Vannicola

 

Il cavallo idoneo allo scopo

Il cavallo è il motore, rappresenta tutto ciò di cui si sta parlando e quasi sicuramente il futuro di tante piccole aziende a conduzione familiare, le quali, come gli artigiani e i commercianti, hanno sempre rappresentato il fiore all’occhiello del made in Italy. E’ il DNA innato di noi Italiani produrre, vendere e commercializzare il frutto del nostro genio e della nostra passione. C’è da registrare una bruttissima flessione sul mercato del cavallo da lavoro. Infatti da metà ‘800 fino ai primi decenni del ‘900 esistevano floridi mercati dove acquistare il cavallo idoneo; oggi al loro posto troviamo i Saloni dell’Automobile e reperire un cavallo adatto allo scopo è come cercare un ago in un pagliaio. Anche questo, dopo “Le sigle sindacali” degli animali rappresenta un freno per i motivi ben immaginabili. Trovato poi il cavallo, ci vuole l’addestratore perché il cavallo è esattamente come noi: nasciamo che non sappiamo leggere e scrivere e poi qualcuno ci insegna. Stessa cosa per il buon cavallo il quale, dopo essere stato allevato, ha davanti a sé tre strade: nel piatto del ristoratore (Sfilacci al limone), negli immensi pascoli verdi del Paradiso Terrestre con Eva che gli regala le mele, (Disegno di Legge dei Sindacalisti-Equini), oppure trovare casa con alloggio da un fratello e compagno di lavoro che lo rispetti e lo utilizzi, come hanno sempre fatto i suoi antenati per migliaia di anni in passato. Come da prassi è innegabile che chi vuole rivolgersi all’estero è libero di farlo e nessuno lo condannerà per questo; se invece vogliamo stare in Italia e utilizzare i nostri cavalli da Tiro Pesante Rapido allevati dai nostri bravi allevatori, è consigliabile rivolgersi all’Associazione ANACAITPR che da anni sta promuovendo in tutta Italia la razza di cavalli da Tiro Pesante Rapido e da pochi mesi pare ci siano piacevoli novità nel comparto Vendita & Addestramento di TPR. Per saperne di più: info@anacaitpr.it  Presenti a Fieracavalli Verona da giovedì 3 a domenica 6 novembre ai Padiglioni 1 e 2 con varie presentazioni di cavalli da Tiro Pesante Rapido

 

 

Contatti con Albano Moscardo:   noieilcavallo.org/attrezzature       noieilcavallo.org

 

 

 

Tiziana Calzetti si prepara al salto di qualità presso il suo Agriturismo “La Daina Bianca” di Solignano – Parma

 

Mirko Vannicola uno dei più promettenti operatori a trazione animale che da oltre 10 anni collabora al fianco di Albano Moscardo, lui stesso proprietario di un cavallo “Norico” addestrato a carrozza e al lavoro agricolo.

 

Sempre a tema Agricoltura pochi mesi fa, nel corso di una Sagra di Paese, abbiamo trattato l’argomento dell’agricoltura legato al pane quotidiano: noi ve lo riproponiamo ricordando anche che alle volte le ricette ed i rimedi più semplici si possono rivelare in certi contesti storici i più efficaci.

https://www.carrozzecavalli.net/2022/08/lafesta-del-grano-di-bastia-di-ravenna-2022-un-successo-annunciato/

Ci teniamo a precisare che, dopo tre anni un po’ tormentati da vari accadimenti nel nostro settore a redini lunghe, si rendono necessarie alcune importanti precisazioni per onestà intellettuale e dovere di cronaca. Nei link sottostanti ci sono alcuni Enti e Associazioni che da anni, onestamente e non senza correre rischi, combattono la loro silenziosa battaglia per i fondamentali e più importanti diritti degli animali. Addirittura nel Rapporto “Zoomafia” ci sono nomi, cognomi e indirizzihttps://www.lifegate.it/rapporto-zoomafia-2021-lav 

A fronte di quanto letto, alcuni gruppi non bene identificati, prepagati e con strategie ben organizzate, sono anni che si scagliano con inaudita veemenza contro una cinquantina di persone le quali, causa la loro passione per cavallo e carrozza, sono bersaglio preferito appena uno dei loro cavalli suda o trotta sotto il sole! La nostra speranza è che prima o poi le Istituzioni e le Forze dell’Ordine mettano in essere l’antica parola Priorità, visto e considerato che reati sicuramente molto più gravi del cavallino “sudato sotto il sole” non si sono mai fermati neppure in pieno tempo di Covid.

Sottolineiamo anche un altro aspetto molto pericoloso sul quale tutti tacciono.  Seguono altri due link.

https://www.quattrozampe.online/cani/curiosita/aggressioni-di-cani-alluomo-70-mila-casi-allanno/

http://www.bighunter.it/Cani/ArchivioNews/tabid/207/newsid729/25582/Default.aspx

Collaboriamo e sosteniamo per quanto ci è possibile le Associazioni che fanno onestamente il loro lavoro, consapevoli che anche tra di noi non sono tutti “angioletti” pagati dallo Spirito Santo!

https://www.horse-angels.it/periodico-online/cavalli/cavalli-in-tribunale/cavalli-del-pentro-legati-a-
pastoie-e-la-vergogna-dei-finanziamenti-pubblici.html