Giornata di pioggia – tutti in carrozza!
Giornata di pioggia – tutti in carrozza!
Escursione novembrina nel Parco di San Rossore
Autore: Susanne E.L.Probst – Fotografie: Michaela Pfütze
“Se di novembre tuona – l’annata sarà buona”, dice un vecchio proverbio contadino e gli appassionati di attacchi di Parte Guelfa non si sono scoraggiati per il maltempo che imperversava sulla regione. Al contrario, è stato proprio di buon auspicio regalando a tutti i partecipanti, nonostante la minaccia di pioggia, una giornata emozionante e soprattutto molto istruttiva nel grande Parco di San Rossore (Pisa). D’altronde non poteva essere diversamente: l’escursione, magistralmente organizzata dal Dr. Stefano Tani, veterinario e Capitano di Parte Guelfa, ha visto la presenza di tre istruttori d’eccellenza: il decano Alberto Bellini insieme a Mirko Belli e Federico Di Sacco.

I due istruttori: Alberto Bellini e Mirko Belli con un loro allievo

Claudio Tronci e il suo singolo con il bel Murgese “Impetuoso di Bradamonte” messo gentilmente a disposizione degli allievi di attacchi di Parte Guelfa
Le tre carrozze disponibili per gli allievi si sono distinte per la presenza di cavalli di razza solo e soltanto italiana. Un attacco singolo era trainato dal bellissimo Murgese di proprietà di Claudio Tronci, Impetuoso di Bradamonte; di certo non poteva mancare la pariglia formata dai Monterufolini di Mirko Belli, Zobiana e Giano. Questi ultimi fanno parte del tiro a quattro dello stesso Belli, attualmente l’unico attivo in Toscana. Il terzo era il Planwagen di Federico Di Sacco, tirato dalla TPR Zoe. Grazie alla generosità e la forza di questa grande cavalla, allevata in casa Di Sacco, amici e familiari potevano assistere alle lezioni durante il percorso attraverso il Parco.

Federico Di Sacco guida equestre autorizzata del Parco e la sua splendida TPR “Zoe” insieme all’autrice dell’articolo: Susanne E.L. Probst

In alto a destra Claudio Tronci mentre veste il suo Murgese, a sinistra l’atletica e bravissima fotografa, Michaela Pfütze, e in basso Mirko Belli a fianco di una sua allieva
Il Parco di San Rossore ha origini antiche. Nel periodo romano il territorio paludoso che si estende lungo la costa pisana venne chiamato Selva Palatina. Durante il Medioevo prese il nome dal Santo romano di origine cagliaritana di cui, nel corso dell’XI secolo, i pisani portarono le reliquie nella loro città. Nel 1084 fu fondato nella Selva del Tombolo il monastero di San Rusurio.
I Medici sfruttarono il Parco per l’allevamento del bestiame e la produzione di legname ma anche come riserva di caccia, introducendo i daini provenienti dalla lontana Sicilia. Per prevenire le rovinose piene che periodicamente devastarono il terreno, il Granduca Ferdinando I spostò la foce dell’Arno due chilometri più al nord. Nel 1622 Ferdinando II vi ambientò alcuni dromedari originari del continente africano e per trecento anni questi animali esotici continuarono a vivere in queste terre. Nel periodo napoleonico furono contati più di 200 esemplari. Il paesaggio attuale è dovuto all’introduzione di pini domestici ad opera del Granduca Cosimo III che avviò la produzione di pinoli tuttora attiva e nota in tutto il mondo come pinoli pisani
Durante i Lorena fu introdotto il pino marittimo a difesa delle dune e migliorata la rete stradale. Nel 1829 Leopoldo II fece costruire una pista per le corse dei cavalli che successivamente diventerà l’Ippodromo di San Rossore. La stessa pista fu anche usata dalle carrozze per portare gli ospiti al mare dove praticare la talassoterapia e tra i più famosi fu il compositore ungherese Franz Liszt. Con l’Unità d’Italia il re Vittorio Emanuele II edificò la Sterpaia come scuderia per ospitare i cavalli da corsa e scelse San Rossore per sposare la bella Rosina. Caduta la monarchia, nel 1956 il territorio divenne per volontà di Giovanni Gronchi proprietà della Presidenza della Repubblica fino al 1999 quando Oscar Luigi Scalfaro donò la proprietà alla Regione Toscana. Oggi fa parte dell’Ente Parco Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli che che si estende per 23.115 ettari.

Mirko Belli e la sua pariglia di cavalli di “Monterufoli”

La nostra fotografa Michaela Pfütze, si è distinta per la sua resistenza fisica accompagnando di corsa il gruppo
L’accesso al Parco è consentito in gran parte solo con la guida e il gruppo di Parte Guelfa ha goduto del privilegio di essere accompagnato da Federico Di Sacco, guida equestre ambientale autorizzata, che ha percorso i tratti più belli per arrivare fino al mare, illustrando la storia del territorio. A turno gli allievi driver, tra cui anche un ospite d’oltralpe, hanno preso le redini in mano sotto gli occhi vigili dei tre istruttori, percorrendo le vie nel bosco e tra le dune nelle tre andature. Grazie al fondo naturalmente sabbioso, il terreno in quest’area non risulta mai pesante nonostante le forti piogge di questi giorni, permettendo ai cavalli di muoversi senza fatica.
Osare l’inosabile, disse Gabriele D’Annunzio e anche questa volta tutti i partecipanti sono stati premiati. Durante la passeggiata il tempo è stato clemente, regalando non solo bellissime emozioni in un ambiente protetto, incontaminato e circondato da daini, cinghiali e uccelli rari, ma anche nozioni fondamentali su ciò che ci accomuna e appassiona: la natura, i cavalli e gli attacchi.

Tre tedesche e una italiana: la TPR “Zoe”
Per informazioni sulle escursioni nel Parco in carrozza accompagnate da Federico Di Sacco:
Per informazioni sulle attività equestri e ambientali di Parte Guelfa: