In campo durante il dressage, Bice Castelli con il pony Valenzo de Chandieu, categoria Children, 14 anni il prossimo dicembre e pertanto la più giovane della nostra compagine

 

Si sono conclusi domenica 21 agosto 2022 i Campionati Europei per Giovani Driver a Kisber-Aszar in Ungheria ai quali hanno partecipato 6 nostre atlete, due per ogni categoria di età, e il bottino finale è di quelli da incorniciare: due medaglie di bronzo con vari piazzamenti nelle singole prove che fanno onore allo sport italiano delle redini lunghe, al quale troppo spesso si guarda con un certo piglio di sufficienza.

 

Due magnifiche medaglie di bronzo e due sorrisi che dicono tutto: a sinistra Bice Castelli (Children) e a destra Francesca Consolini (Junior Pony Singolo)

 

E’ stata questa la sesta edizione dell’Europeo Giovanile disputato sotto l’egida della FEI: si svolge infatti dal 2012 sempre negli anni pari (tranne l’edizione 2020 spostata al 2021 a causa della pandemia). Per la cronaca queste le location in cui si è svolto in precedenza: Wiener Neustadt/Aut nel 2012, Ksiaz/Pol nel 2014, Schildau/Ger nel 2016, Kisber-Aszar/Hun nel 2018 e Sélestat/Fra nel 2021. L’Italia è stata presente fin dal 2014 e si è distinta vincendo la prima medaglia di bronzo con Sara Bombelli nel 2021, se pur in una categoria con soli 3 partenti; qualche risultato soddisfacente l’abbiamo avuto però anche in passato come il podio mancato per un soffio da Jasmine Lunardon e da Mirko Cassotti nel 2016 o le vittorie nelle prove singole ad opera di Ray Lunardon (maratona nel 2014), Andrea Pili (coni nel 2016), Sara Bombelli e Gabriele Grasso (rispettivamente nei coni e nella maratona nel 2018).

 

Le agoniste italiane durante la cerimonia di apertura: (da sin.) Elena Rettore, Francesca Consolini, Giulia Ranzetti Bricchetti, Bice Castelli, Giorgia Brillantino, Anita Salghini

 

Quest’anno i nostri ragazzi – anzi, le nostre ragazze, dato che si trattava di un team tutto al femminile – è partito con grande entusiasmo perché aveva lavorato sodo per prepararsi, fin dall’indomani del Campionato di Sélestat dell’anno scorso al quale avevano già partecipato 4 delle atlete ripresentatesi anche nel 2022 (Castelli, Consolini, Ranzetti Bricchetti, Brillantino), alle quali se ne sono aggiunte 2 al loro esordio negli Europei (Salghini e Rettore).

 

Foto di gruppo delle rappresentative nazionali provenienti da 17 paesi europei

 

A parte la sfortunata Giorgia Brillantino, di cui parleremo più avanti, tutte le veterane hanno notevolmente migliorato le loro prestazioni e anche la new entry Anita Salghini si è difesa con onore, mentre per Elena Rettore si evidenzia la necessità di un più intenso lavoro, magari con un cavallo più giovane e di qualità, dato che a livello internazionale il parco cavalli/pony è quello che ad ogni appuntamento risulta essere in costante crescita di livello fino ad aver raggiunto prestazioni che erano inimmaginabili anche solo un paio di edizioni fa. Di questo si sono rese conto anche le nostre rappresentanti, tanto da puntare in generale su cavalli/pony decisamente all’altezza del compito loro richiesto e affidandosi a trainer che hanno saputo far esprimere i vari binomi al massimo delle loro capacità, pur con ancora un grosso margine di miglioramento a venire.

Il Campionato ha visto una massiccia partecipazione di concorrenti, ben 95, in provenienza da 17 nazioni europee, di cui 10 presenti con una squadra nazionale. L’unica modifica rispetto al passato è stato l’innalzamento dell’età massima per la categoria Young Driver dai precedenti 21 anni agli attuali 25. Il regolamento, basato ovviamente sulla formula del completo, è piuttosto semplice. Pur essendo solo 3 gli scaglioni di età, le categorie nelle quali vengono assegnate le medaglie a titolo individuale sono in tutto 6 e dei 18 vincitori nel 2022 un terzo(*) aveva già al proprio attivo un bagaglio di una o più medaglie vinte in precedenti edizioni degli Europei Giovanili. Queste le categorie con i relativi medaglisti di quest’anno:

 

In alto i vincitori delle medaglie a titolo individuale nella categoria Children, in basso nella categoria Junior P1. E’ entusiasmante veder sventolare alto il tricolore!

 

  • Children singolo pony (Juhasz Bertold/Hun, Pineda Andic Daniel/Esp, Castelli Bice/Ita)
  • Junior singolo pony (Provoost Renate/Ned(*), Rohrssen Kris/Irl(*), Consolini Francesca/Ita)
  • Junior pariglia pony (Juhasz Peter/Hun, Andrew Max/Ger, Schröder Lea/Ger(*))
  • Young Driver singolo pony (Tischer Lisa Maria/Ger(*), Janssen Brent/Ned, Van Meerten Lisanne/Ned)
  • Young Driver pariglia pony (Van Olst Jorn/Ned, Buchwald Maria/Den, De Haas Anouk/Ned(*))
  • Young Driver singolo cavalli (Schubert Ciara/Ger, Kristiansen Linnea/Swe(*), Bader Natalie/Sui)

 

Tanto lavoro ma alla fine ci siamo riuscite!

 

Per entrare nella classifica a squadre vengono invece designati dal Capo Equipe da 1 a 2 attacchi per classe di età e nel secondo caso viene preso in considerazione per il conteggio finale solo il migliore dei due risultati ottenuti in ogni singola prova. Ovviamente le nazioni molto forti nella specialità sono arrivate ad iscrivere fino a 12 concorrenti in totale, 6 dei quali potevano far valere i loro risultati anche a livello di squadra. Questo non toglie che tre nazioni siano riuscite ad andare a medaglia (3 argenti) anche presentando un solo concorrente e precisamente Spagna, Irlanda e Danimarca.

 

Il podio a squadre vede sul gradino più alto i Paesi Bassi, al 2° posto la Germania e al 3° l’Ungheria

 

IL TEMPO

All’inizio bello e soleggiato, con punte di 36°-37°, poi un intenso scroscio di temporale nella maratona quando in campo c’erano i Children. Fortunatamente è seguita una tregua, con temperature scese a picco, tanto da rendere necessario indossare un giubbotto nella giornata di domenica. In chiusura, esattamente al termine delle premiazioni, nuova pioggia battente. Chi si è dato ad una precipitosa fuga non ha avuto problemi: chi invece ha pensato di indulgere fino al giorno seguente, ha dovuto essere rimorchiato fuori dal comprensorio con un trattore. Poco male: i mezzi a disposizione non mancavano e soprattutto i giochi erano ormai conclusi con soddisfazione di tutti.

L’ORGANIZZAZIONE

L’organizzazione nella persona di Vilmos Jambor, onnipresente durante tutto l’evento, aveva messo le mani avanti avvertendo in anticipo tutti i concorrenti di possibili problemi di approvvigionamento sia idrico che elettrico, ma per fortuna tutto è filato abbastanza liscio. Le centinaia di presenti si sono comunque dimostrate disponibili ad adeguarsi, ad esempio durante le premiazioni del dressage effettuate di sera, al tramonto, davanti alla segreteria alla luce … dei fari di tre auto opportunamente parcheggiate. Anche se qualche breve interruzione di fornitura elettrica c’è stata, era da attribuire più al sovraccarico nell’uso di condizionatori e di altri apparecchi elettrici, né più e né meno come in tempi meno critici. Anzi: ad esempio il campo da dressage in erba, nonostante la siccità, era stato preparato in maniera impeccabile, ben irrigato, pianeggiante e con l’erba tagliata a dovere. Purtroppo tutto il resto del terreno, compresi i campi prova e le varie aree destinate al lavoro, era molto polveroso ma i miracoli non fanno parte delle nostre capacità umane. Per contro di campi ce n’erano a sufficienza per non intralciare mai il lavoro degli altri. Il Tecnico Alberto Tosi, che già aveva accompagnato la nostra squadra in questa stessa location nel 2018, ci ha riferito che qualche miglioria rispetto ad allora c’è stata, soprattutto per quanto riguarda gli ostacoli da maratona, molto belli e ben costruiti. Ben studiato anche il percorso coni, che ha visto su 95 concorrenti 21 passare indenni con doppio netto da porte normali (+20cm rispetto alla carreggiata), porte con larghezza ridotta, oxer e zig-zag.

Molto generosi i premi messi a disposizione per le premiazioni e gradito l’invito ad uno spuntino a carico del Comitato Organizzatore al termine di una delle giornate di gara. Come ogni Campionato che si rispetti, anche in questo caso non sono mancate la serata delle nazioni e la serata dedicata ai giochi per i ragazzi, anche se alcune altre attrazioni previste dal programma sono state annullate, ma tutto si è svolto in un giusto contesto di sobrietà, con chiusura della baldoria alle 22.00, come è giusto che sia quando il giorno seguente l’impegno sportivo esige che le facoltà sia fisiche che psichiche siano al top.

 

In alto i medaglioni commemorativi del Campionato offerti a tutti i partenti

 

IL TEAM ITALIA

Compito non facile quello del Capo Equipe che, pur essendo il tecnico federale di riferimento per la squadra giovanile, ha dovuto spesso registrare nel corso della preparazione varie defezioni degli atleti individuati ai fini di una eventuale partecipazione, in quanto ognuno aveva programmato  stage più o meno lunghi con i propri trainer personali, presenti anche a Kisber-Aszar. Così ad esempio Anita Salghini è stata seguita passo passo da Ivano Cavina, Francesca Consolini da Johann Weitlaner (Hannes), Elena Rettore da Paolo Stecca e Giorgia Brillantino da Luca Cassottana con il supporto di Alberto Tosi.

Per tutto il tempo del concorso nel campo italiano si è respirata un’atmosfera serena di collaborazione: si è formato un gruppo affiatato animato da un sano spirito di squadra e anche con le nazioni straniere si è creata una bella intesa: piano piano, presentando binomi all’altezza del compito loro assegnato, siamo riusciti ad imporci alla loro attenzione e ad essere ben visti sia dagli atleti che dai migliori trainer europei, fino a registrare il loro tifo nei nostri confronti. Già questa è una piccola vittoria!

 

Il Capo Equipe, Cristiano Cividini, serio a compassato, con il team Children (a sx.). Quando però viene proclamata la medaglia vinta da Bice Castelli l’aplomb viene presto dimenticato, non riuscendo a frenare la sua spontanea contentezza (a dx.)

 

Abbiamo chiesto a Cristiano Cividini le sue impressioni sul Campionato Europeo 2022 e questa è l’intervista che ci ha rilasciato.

“Questo è stato un Campionato Europeo dove si sono visti i veri valori del lavoro sul cavallo. Non ho visto cavalli con movimenti eclatanti o i cosiddetti “cavalli volanti” ma i cavalli che si sono trovati davanti alla fine della gara e nelle varie prove avevano una preparazione di base fondamentale. Nel dressage è stato subito evidente come la giuria non premiasse le andature naturali del cavallo ma il lavoro: le flessione, la regolarità dei movimenti, la regolarità nel ritmo, le figure di base, alt, passi indietro, passo. Infatti i giudici sono stati intransigenti su questo tipo di errori. Quindi anche ai nostri ragazzi io, in qualità di tecnico e capo equipe, ho chiesto di portare molta attenzione sulle regole di base quindi flessioni, precisione, marcare le transizioni, senza pensare all’ultima goccia di movimento e questo è stato il leitmotiv del dressage.

Nella maratona il costruttore del percorso a mio parere ha disegnato un percorso stupendo – e non solo per i bimbi ma stupendo anche per i senior – con linee veloci e tecniche allo stesso tempo, là dove serviva una condizione atletica esagerata per poter arrivare in fondo, su un terreno che la pioggia della notte precedente aveva reso ancora più pesante e dove era indispensabile una scelta di linee molto accurata e dove la fluidità nella guida pagava. Infatti c’è da fare un plauso particolare in questa prova a Francesca Consolini che ha guidato una maratona in modo impeccabile, fantastico, degna di un senior di altissimo livello.

Nella prova coni non vi erano grandi spezzature di linee. Il percorso era sufficientemente fluido ma si è visto chiaramente dove lo stress, la fatica, per questi ragazzi uscisse allo scoperto. Difatti era più facile vedere percorsi netti tra le persone che erano meno “in gara”, ovvero indietro nella classifica, perché entravano a mio parere con un’anima più serena, mentre chi era più avanti in classifica ha fatto veramente fatica, questo a sottolineare che il fattore stress, il fattore tensione è superiore alle difficoltà tecniche. Il percorso era molto morbido, vi erano solo due linee spezzate, dal 2 al 3 e dal 9 al 10; era veramente una bella gimkana con delle difficoltà ma, passatemi il termine, non era né cattiva né caratterizzata dalla ricerca spasmodica delle porte, ma c’era piuttosto una linearità. A me piace molto questo modo di disegnare i percorsi.

Per quanto riguarda il team italiano questo Europeo ha evidenziato ancora di più l’importanza della programmazione, delle scelte sul cavallo o pony su cui puntare. Abbiamo visto che il lavoro a lungo termine ha pagato nel senso che chi lavora, chi si concentra sulle basi, chi pensa veramente a costruire con una certa concretezza ha dimostrato che non è vero quello che abbiamo sempre detto, ovvero che questi nord europei, questi atleti di altri stati, sono degli extra-terrestri: anche noi possiamo essere lì.

Se devo fare un plauso, escludendo le due medaglie che mi hanno riempito di gioia e mi hanno fatto saltare come un canguro, emozionandomi come era un po’ che non mi capitava, vorrei farlo in particolare ad Anita Salghini che, seppure venuta in gara con poca esperienza, pochissima o nulla in campo internazionale, con un cavallo dalle potenzialità minori, è tuttavia riuscita, fidandosi del suo tecnico, a sfruttare ogni millimetro di questo cavallo, stando molto attenta alle basi e scegliendo delle linee molto congrue con le sue capacità.

Un altro plauso anche a Giulia Ranzetti Bricchetti che sta portando avanti il progetto con questo nuovo pony da vedere in un’ottica di lungo termine, dove però già anche solo con 6 mesi di lavoro alle spalle si incominciano a vedere i risultati. E’ una ragazza che può crescere.

Che dire delle due ragazze che hanno vinto le medaglie: brave! Sia Francesca autrice di una maratona che definirla emozionante è poco, una maratona fantastica, sia la piccina che è sempre stata abbastanza regolare e qui ha dimostrato ancora una volta come, pur essendo un po’ demotivata, un  po’ giù di morale dopo il dressage e dopo una maratona molto bagnata affrontata con un pony leggero, il provare a combattere, a tenere duro, ha fatto succedere quello che in genere si sogna: l’imprevedibile.

 

A sin. il Capo Equipe, Cristiano Cividini, con la squadra; nelle retrovie i trainer/groom Luca Cassottana, Alberto Tosi, Paolo Stecca, Ivano Cavina

 

Per le altre due ragazze, mi dispiace per l’eliminazione di Giorgia Brillantino, che si era impegnata molto, lei, la sua famiglia, il suo tecnico e chi l’aiuta. Peccato questo, chiamiamolo “errore”, questa disattenzione, anche se purtroppo a questi livelli le disattenzioni non si possono fare. Questo dimostra che noi professionisti dobbiamo essere molto seri, dobbiamo fare delle verifiche. E’ un peccato farsi eliminare per un errore, chiamiamolo formale, burocratico e la cosa che mi è veramente dispiaciuta. Invece quello di Elena Rettore diciamo che era l’equipaggio che conoscevo meno. Per quanto mi è stato possibile ho cercato di aiutarla per la prova di dressage, puntando sulla precisione tanto che, devo dire, è andata in maniera decorosa; nelle due prove successive dove ci si aspettava, data l’esperienza e la forza del cavallo, un pochino più di risultato, lì sono rimasto deluso perché bisognava avere un attimino più di freddezza, un po’ più di professionalità, perché nell’Under 25 ormai si è quasi guidatori senior e per mia esperienza personale non ritengo mai didattico fare troppi errori; sbagliare è didattico per crescere ma fare troppi errori non è mai didattico e bisogna fare un’attenta analisi se non si vuole ricadere nello stesso errore.

A questo punto desidero ringraziare i genitori, le famiglie, la Federazione che mi hanno dato questa opportunità e vorrei ringraziare anche Luca Cassottana che, finché sono arrivato io, mi ha sostituito nell’allestimento del campo assegnato al team Italia.

E’ stata una bellissima esperienza che ha arricchito ancor più il mio bagaglio di conoscenze: cercherò di fare tesoro degli errori perché dei risultati bisogna gioire ma bisogna rimboccarsi subito le maniche e lavorare per il futuro.”

Parte della nostra squadra nazionale anche il veterinario dott. Giacomo Botticini che fortunatamente non ha avuto problemi, dato che i pony/cavalli erano tutti in ottima forma fisica.

 

Una medaglia ricordo come questa, in formato ridotto, data al groom, non sarebbe un gesto corretto per un aiutante/navigatore che contribuisce in tutto e per tutto alle prestazioni ottenute?

 

Un elemento importante di ogni attacco è senz’altro il groom, al quale andrebbe un piccolo riconoscimento da parte dell’Organizzatore. Qualcuno in passato ha avuto l’accortezza di chiamare in premiazione anche il/i groom, dando loro una medaglia ricordo: peccato che questo gesto sia da tempo caduto nel nulla.

 

LE NOSTRE “AZZURRINE”

Veniamo ora più in dettaglio alle nostre sei portacolori, esaminando i loro risultati e riportando quello esse stesse ci hanno rivelato sulla loro storia nel mondo delle redini lunghe e su quanto vissuto nel corso di questa esperienza.

 

Più agguerrite che mai (da sin.) Elena Rettore, Anita Salghini, Francesca Consolini, Giulia Ranzetti Bricchetti, Giorgia Brillantino e Bice Castelli

 

BICE CASTELLI

La medaglia di bronzo di Bice nei Children è più che meritata, dato che la sua crescita sportiva è stata curata nei minimi particolari fin dall’indomani della sua partecipazione al suo primo Europeo dell’anno scorso in Francia. Allora il suo pony Valenzo de Chandieu, castrone sauro di 13 anni di origine francese, era stato domato solo da pochi mesi passandolo dal salto ostacoli agli attacchi; pur avendo vinto in Italia tutti i Campionati in calendario, l’affiatamento non poteva ancora essere al top ma papà Castelli, da ex agonista di tiro a quattro, sapeva benissimo quale strada intraprendere per ottenere i risultati sperati. Nonostante il breve periodo a disposizione, in meno di un anno la crescita sia del pony che della driver è stata non solo costante, ma esponenziale. Ci ha pensato a casa proprio papà Stefano, nel centro ippico di famiglia, grazie alle sue esperienze come tecnico federale di 2° livello sia di equitazione che di attacchi, appoggiandosi in ogni caso sempre ai consigli autorevoli di Cristiano Cividini, grazie anche ad una fortunata vicinanza territoriale.

Abbiamo avuto modo più volte nel corso di questo 2022 di accennare ai lunghi periodi trascorsi dal binomio in Olanda presso le scuderie di Rodinde Rutjens, che ne ha curato sia la preparazione tecnica che atletica, iscrivendola poi a vari concorsi nazionali olandesi per un confronto su vasta scala con concorrenti di tutte le età e spesso con lunga esperienza di gare.

A Kisber nel dressage, a parte un trascurabile “diverbio” con l’imboccatura durante il passo, la ripresa è stata portata a termine brillantemente, tanto da fruttarle un punteggio di 49,68 penalità con un 6° posto in classifica, a meno di 4 punti dal primo.

Purtroppo nella maratona proprio i Children, e solo loro, hanno dovuto confrontarsi con un forte rovescio temporalesco che ha reso il terreno scivoloso, rendendo il compito arduo per i pony. Ciononostante Bice è passata indenne da penalità negli ostacoli, solo un po’ più lenta, piazzandosi al 15° posto nella prova e mantenendo comunque una bella settima posizione in classifica provvisoria dopo dressage e maratona.

Sul percorso coni, assolutamente nulla da recriminare: percorso netto nel tempo e risalita dal 7° al 3° posto finale con relativo podio.

 

Bice Castelli non lesina mai un sorriso: segno che, oltre ad ottenere risultati di tutto rispetto, si diverte anche

 

Oltre alla diretta interessata, ovviamente anche papà Stefano è pienamente soddisfatto dell’esito del Campionato, ma anche Rodinde Rutjens, presente sul posto sia per lei che per il concorrente spagnolo, ha sicuramente avuto un bel riscontro dai suoi due allievi, entrambi andati a medaglia. La mamma di Rodinde, Iolanda, con lunghi trascorsi di groom con il marito Riny Rutjens, ha partecipato attivamente durante tutto il concorso in aiuto del team Castelli, facendo anche da groom a Bice sia nel dressage che nei coni, mentre la maratona ha visto come navigatore papà Stefano.

Alla domanda come mai la figlia avesse deciso di dedicarsi agli attacchi, Stefano ci rivela che, sotto sotto, c’è stato forse il desiderio di compiacere papà. Gli inizi sono stati con una pony pezzata ma a mano a mano che procedeva, Bice si è resa conto che si divertiva e che le piaceva ed ecco che la prima pony, ormai un po’ vecchiotta, è stata sostituita da Valenzo e in scuderia ci sono già un altro singolo e una pariglia di soggetti, tutti di 5 anni, in fase di addestramento.

 

ANITA SALGHINI

Non potevamo non chiedere a proposito della new entry romagnola il parere del suo tecnico di riferimento, Ivano Cavina, che, oltre a prestarle il  cavallo con cui egli stessa ha a lungo gareggiato, le è stato a fianco per tutta la durata del concorso anche nelle vesti di groom.

“E’ stata una bellissima esperienza per entrambi e, a giochi conclusi, possiamo dire di aver portato a termine il Campionato Europeo in maniera decisamente decorosa: di questo siamo pienamente soddisfatti.

Dopo il ribaltamento subito a Pisa poche settimane fa, avevo paura che il trauma in sé e la necessità di indossare un tutore per la caviglia avrebbe portato conseguenze psicologiche più invalidanti, invece la ragazzina, con tutta la sua buona volontà e grinta, dopo due giorni era già di nuovo in carrozza, proprio perché voleva dare il massimo e fare bella figura, non disposta a rendere inutili tutti gli sforzi fatti fin qui, lavorando tanto, mettendoci il cuore e partecipando anche agli stage tenuti in regione sia da Cividini che da Weitlaner. E’ una driver di talento, che meriterebbe di andare avanti, ma si sa che i fattori regolatori di questo sport in quanto a tempo e impegno economico non sono da sottovalutare. A questo proposito è doveroso ringraziare il Comitato Regionale FISE Emilia-Romagna che ci è venuto incontro esaudendo ogni nostra se pur legittima richiesta.

 

Anita Salghini alle prese con un ostacolo di maratona

 

Anita attacca da due anni e mezzo, quindi il pony affidatole, Quirina, di razza Haflinger, 12 anni,  non di altissima qualità ma molto esperto e gestibile, era esattamente il “motore” convenientemente bilanciato e adatto a lei. Insieme sono riuscite ad ottenere un risultato che in un contesto di così alto livello non era scontato. Infatti un dressage pulito, valutato con 54,16 penalità, è una conquista ragguardevole. Nella maratona, eseguita in maniera regolare, senza incorrere in penalità, solo 8 punti la separavano dal vincitore della prova. Infine nel percorso coni una sola pallina e una piccolissima infrazione di tempo per un totale di 3,43 penalità, confermavano la sua posizione finale circa a metà classifica. Per chi non ha mai messo il naso fuori dall’Italia un grande successo.

Un ringraziamento anche al Capo Equipe che ha fatto un gran lavoro con i ragazzi, sia a livello tecnico che psicologico, supportandoli con consigli utili, senza voler stravolgere all’ultimo momento quello che era il loro bagaglio di capacità fin qui accumulato e seguendoli tutti in bicicletta lungo il percorso di maratona, trasmettendo loro fiducia e sicurezza.”

 

FRANCESCA CONSOLINI

Francesca è senz’altro la nostra concorrente più esperta tra quelle presenti all’edizione 2022 del Campionato Europeo, non solo per essere questa la sua quarta partecipazione, ma per aver tenuto in mano le redini lunghe ancora da bimba agli inizi dell’età scolare, quando, indiavolata, si esibiva negli show delle fiere alla guida di una scatenata pariglia di mini-appaloosa. E’ poi seguita tutta la trafila dei primi concorsini amatoriali, fino a quando, nel 2014, ha ottenuto la patente B. Dalla sua prima presenza agli Europei nel 2016 a Schildau è stato tutto un crescendo, passando dalla 21^ posizione in classifica alla 12^ nell’edizione successiva, alla 5^ dell’anno scorso e finalmente alla conquista di una medaglia quest’anno. Ottima progressione!

La stessa Francesca ci ha raccontato che la settimana prima dell’Europeo si era fermata in Alto Adige presso il suo trainer di riferimento, Hannes (al secolo Johann Weitlaner) per le ultime sessioni di condizionamento fisico del pony sulle salite e discese delle montagne.

 

Francesca Consolini con il suo trainer di riferimento, Johann Weitlaner, e la preziosa e ormai inseparabile groom Lisa Laner

 

Nella prova di dressage Francesca ha riportato un ottimo risultato di 49,84 penalità nonostante il pony in una delle prime figure avesse rotto al galoppo a seguito dell’improvviso rumore creato dalla messa in moto di un motorino nelle vicinanze del campo gara. Ormai l’intesa con la sua driver è tale per cui entrambi sono prontamente rientrati nel ritmo giusto per proseguire con sicurezza la ripresa. Francesca ci riferisce che i giudici avrebbero tuttavia voluto vedere il suo pony un po’ più chiuso.

La nostra atleta ha molto apprezzato il percorso di maratona, con ostacoli di dimensioni generose, che permettevano di galoppare e con bellissime traiettorie; presa coscienza di ciò nel primo ostacolo, dal secondo in poi è stata una volata unica fino a piazzarsi 2^ con meno di 1 punto dal vincitore. Si posizionava così al 1° posto dopo le prime due prove. Il giudizio unanime di chi ha osservato il percorso da fuori campo è stato che non avevano mai visto Francesca guidare con tanta sicurezza e destrezza in maratona.

 

E’ ufficiale: BRONZO per Francesca Consolini!

 

Era ovvio che il giorno dopo l’ansia si facesse sentire e questo si è riflesso sull’abbattimento di 2 palline nel percorso coni, con conseguente retrocessione dal 1° posto provvisorio al 3° finale. Il rammarico di Francesca è quello di ogni atleta: “sarebbe bastata una sola pallina in meno…”. Sì, la vittoria era a portata di mano ma in un concorso nulla è mai scontato. In fondo tra 2 anni si ricomincia, salendo per classe d’età agli U25, con altre sfide, altri concorrenti, altre possibilità.

Il pony Minerva Lamborghini (per gli amici Lambo), pony da sella tedesco di 8 anni, è entrato nelle scuderie di famiglia nel 2019 ma la sintonia con la driver ha richiesto qualche tempo, anche perché il suo predecessore aveva creato non poche difficoltà a Francesca a discapito della sua intraprendenza.

 

GIULIA RANZETTI BRICCHETTI

Chi era presente ha affermato: “Giulia in Ungheria ha eseguito il miglior dressage della sua vita!” E infatti il 3° posto nella classifica della prova, con 48,24 penalità la dice lunga. In fondo non se lo aspettava nessuno, dato che il pony Starwin’s Fendt (per gli amici Jack), appartenuto a Rita Onofrio, era stato messo in lavoro da Giulia solo a partire dal marzo di quest’anno e tutti sono consapevoli che si tratta di un pony per niente facile, sempre in avanti, con una sua decisa personalità.

Infatti in maratona la driver non sa ancora quanto può permettersi di spingere e, piuttosto che cadere in manovre azzardate, preferisce proseguire per gradi. Questo il motivo per cui è stata distaccata di circa 11 punti dal vincitore, arrivando più o meno a metà classifica e posizionandosi al 10° posto nella classifica provvisoria dopo le prime due prove.

 

Giulia Ranzetti Bricchetti e il suo groom Ivan Melegari con i due pony: Starwin’s Fendt (Jack) con cui ha gareggiato e Voltaire, iscritto come riserva

 

Purtroppo l’ansia ha giocato anche a Giulia un brutto tiro e, pur rimanendo nel tempo, ha provocato la caduta di 3 palline nella prova coni, il che tuttavia le ha fatto perdere un solo posto nella classifica generale, dove è risultata 11^.

Nella precedente edizione dell’Europeo si era classificata 27^ quindi un bel salto in avanti nelle prestazioni, grazie all’intenso lavoro a cui si è sottoposta, trovando con il suo Jack un’intesa che fa ben sperare per il futuro.

Giulia desidera ringraziare il suo groom, Ivan Melegari, per esserle stato sempre di grande aiuto durante tutto lo svolgimento della gara, infondendole sicurezza.

 

In alto Giulia Ranzetti Bricchetti durante il dressage che l’ha vista classificarsi al terzo posto; sotto nell’ultima prova, il percoso coni

 

In quanto al suo curriculum, Giulia attacca da circa 3-4 anni e il suo avvicinamento a questa disciplina è stato per un caso fortuito. Un po’ avvilita nel salto ostacoli, un giorno Paolo Emanuele Duchi la fece salire con lui in carrozza e Giulia trovò questo nuovo mondo molto divertente e allettante. Qualche tempo dopo Duchi le mise in mano le redini della sua cavalla Olga e così scoccò la scintilla. Nel frattempo i suoi genitori hanno acquisito le scuderie già appartenute a Zucchi e stanno via via migliorando le strutture in funzione di quello che serve a Giulia e ai suoi 2 pony per allenarsi seriamente nell’ottica di una costante crescita futura.

 

ELENA RETTORE

Arriviamo alla seconda new entry degli Europei che ha al suo attivo una limitata esperienza in campo nazionale, ed è alla sua seconda partecipazione a livello internazionale, ma soprattutto non dispone di un proprio cavallo di elevata qualità, gareggiando con la “nave scuola” del suo tecnico (e groom) Paolo Stecca, un cavallo nato in Ungheria nel 2002 che però ha il pregio, in qualsiasi condizione, di portare a casa la gara senza creare difficoltà. Il binomio era dunque correttamente assortito per le capacità della driver: anzi, il cavallo era a tratti fin troppo carico e avrebbe potuto fare meglio ma quello che ha giocato molto ai fini del risultato finale è stata l’emotività di Elena.

Se nel dressage il punteggio ottenuto di 61,96 penalità sembra collocarsi entro parametri accettabili, al giorno d’oggi non basta più: i driver della categoria U25 sono ormai dei semi professionisti, molti sono figli d’arte e il loro curriculum agonistico è lunghissimo. Basti considerare che il vincitore della prova si è imposto con un bel 41,09. In ogni caso la ripresa è stata eseguita da Elena in maniera decorosa, senza eccessi né nel bene né nel male.

 

Elena Rettore: che bel sorriso aperto!

 

Purtroppo nella maratona, dove il cavallo era pronto ad esprimersi con un buon ritmo, è mancata la freddezza da parte della guidatrice. In due ostacoli ha perso la concentrazione, sbagliando percorso e dovendo poi correggere, con un carico ogni volta di 20 penalità che sono difficilissime da ripianare. Peccato perché gli ostacoli erano grossi, ci sarebbe stato da divertirsi visto che si poteva galoppare senza correre rischi.

Il giorno seguente, con l’eliminazione in maratona di Giorgia Brillantino, Elena si è sentita molto condizionata per la prova coni: nonostante il percorso fosse fluido e non troppo difficile, è venuta a galla tutta la sua paura di sbagliare. La tensione l’ha portata a cercare inconsciamente di finire il percorso al più presto, tanto è vero che è rimasta nel tempo accordato, ma con conseguenze disastrose sugli ostacoli: 11 abbattimenti, penso il peggiore percorso della sua vita.

 

Elena Rettore durante il percorso coni: molto evidenti i coni gialli che indicano la porta a larghezza ridotta e quelli azzurri che contraddistinguono il secondo elemento di un oxer a larghezza ridotta

 

Come si è soliti dire: dopo una sconfitta non si può fare altro che risalire. E’ in questi momenti che si vede la natura dell’agonista che non si arrende e con convinzione e grinta si appresta a dimostrare che è stata semplicemente una settimana “no”.

 

GIORGIA BRILLANTINO

Purtroppo è andata così: eliminazione. La stessa imboccatura usata in maratona in concorsi sia in Italia che all’estero, controllata dallo steward all’inizio della maratona prima del riscaldamento in campo e da lui approvata, viene (giustamente) segnalata come vietata dallo steward alla fine della maratona e ne consegue l’eliminazione. Le linee guida pubblicate dalla FEI e tradotte dalla FISE sono chiare: c’è persino una foto in tutto e per tutto uguale a quella dell’imboccatura utilizzata da Giorgia. A detta dello stesso trainer, quasi nessuno era al corrente di ciò, nemmeno driver di lunghissima data presenti in loco. Però è chiaro: la legge non ammette l’ignoranza e l’accaduto servirà da monito a chi di dovere sulla necessità di leggere attentamente i regolamenti.

E’ stato un peccato perché la stagione di Giorgia era stata tutto un crescendo, anche perché voleva far dimenticare l’altrettanto stupida eliminazione nella scorsa edizione durante la prova coni. Evidentemente questo era il suo destino.

 

Giorgia Brillantino con il suo Caprichoso

 

Nel dressage Giorgia aveva dovuto riprendere il controllo del cavallo dopo che un tuono con relativo fulmine che aveva creato un riverbero sul tabellone dei risultati avevano provocato la rottura dell’andatura. Questo aveva compromesso la concentrazione di entrambi vanificando un ottimo impulso e un atteggiamento con il cavallo sempre rotondo, tanto che avrebbe potuto agevolmente scendere sotto le 50 penalità.

Nella maratona era andata abbastanza bene tranne nel 3° ostacolo dove si è un po’ persa. Nella prova coni, dopo una prima manifestazione di sconforto dovuta al giorno precedente, si è ripresa e ha fatto un bel percorso, incorrendo tuttavia in 2 stupidi errori senza infrazione di tempo, grazie al fatto che questo era stato calcolato in maniera corretta, non come l’anno scorso a Sélestat dove i secondi sono stati l’unica discriminante per riuscire a vincere.

Pazienza: Giorgia ha solo 17 anni e il suo Caprichoso, cavallo spagnolo albino, ne ha 13: c’è tempo per imparare a gestire anche le emozioni e a dimostrare che il talento c’è.

 

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Dato che le bellissime foto professionali sono già state viste, riviste e condivise sul web, questa volta abbiamo voluto dare spazio ai genitori delle ragazze e al loro entourage che si sono reinventati quali fotoreporter e ci hanno inviato le loro istantanee lungo tutto il corso del Campionato. Grazie a tutti per il prezioso supporto!

 

Classifiche finali a titolo individuale

Classifica finale a squadre

 

CONCLUSIONI

Per i prossimi Campionati Europei la distanza si allunga ancora. Si svolgeranno infatti in Svezia e precisamente nelle nuove strutture che verranno predisposte fin dai prossimi mesi presso il prestigioso allevamento di cavalli svedesi di Flyinge, nel sud del paese, dal 22 al 28 luglio 2024.

 

Arrivederci in Svezia nel 2024!

 

Due anni sembrano molto lunghi, ma i progetti devono necessariamente partire fin da oggi. Se infatti Elena Rettore sarà fuori età massima e le altre dovranno cercare di conquistare uno spazio nelle due categorie di età degli Juniores e degliU25, un grosso problema è rappresentato dalla categoria Children. Infatti, per potersi inserire, il giovane aspirante dovrebbe avere oggi dai 10 ai 12 anni, non uno di più e non uno di meno. Purtroppo all’orizzonte c’è molto poco e se dobbiamo pescare dalle Ponyadi, il lavoro da fare nel prossimo futuro per portarli a livello internazionale è veramente mostruoso. Molto dipenderà dalla propensione delle famiglie ma anche dall’interesse e dagli incentivi che la Federazione vorrà dedicare ad una formazione ben strutturata e continuativa, a misura di giovani i quali – non dimentichiamolo – hanno anche bisogno di divertirsi e di socializzare in un ambiente sano. Come disse qualcuno: