25-28 Marzo 2022 Fiera di Lonigo n. 536 Anteprima, ricordando il passato

Il famoso “binomio” uomo-cavallo. O si lavora … tutti e due, o si fa festa … tutti e due!
Per saperne di più: www.fieradilonigo.it
25-28 Marzo 2022 – Fiera di Lonigo n. 536 – Anteprima, ricordando il passato
Anche se non siamo ancora fuori del tutto da quello che in tanti definiscono un “tunnel infernale” iniziato oltre due anni fa, timidamente e con tanta buona volontà Lonigo ci prova! Tutto è pronto in questa città dalla storia millenaria che costantemente, anno dopo anno, ha saputo rinnovarsi. Fiore all’occhiello: l’antichissima Fiera Agricola del mese di marzo. Fiera che si svolgerà dal 25 al 28 marzo 2022 e che Vi invitiamo a visitare possibilmente non solo sul piccolo schermo, ma visitando gli stand delle centinaia di espositori presenti.
Alcuni di voi sono a conoscenza che Lonigo è stata per lunghi anni, a partire dalla metà dell’Ottocento, la Città dei Cavalli, ma forse non tutti sanno che qui a Lonigo il 13 maggio 2006 venne inaugurato dall’Amministrazione Comunale un Monumento Equestre raffigurante un tipico cavallo da lavoro di questi territori: il Cavallo “Pojan”. Fu in quella occasione che nacque un sodalizio destinato a durare nel tempo tra il dott. Antonio Frazza e il sig. Sergio Mozzo, entrambi con il DNA dei cavalli che scorreva nelle vene. Da quel giorno, a ricordo e per rispetto dell’umile e generoso cavallo agricolo “Pojan” tutti gli anni un gruppo più o meno numeroso di cavalli a sella e carrozze, apre il corteo che inaugura la Fiera dell’Agricoltura di Lonigo (VI). Per le motivazioni sopracitate una Fiera è stata annullata e un’altra edizione quasi, per cui tanta è la voglia di tornare a vedere cavalli in movimento e amici che si stringono la mano guardandosi in faccia!
In questa Anteprima vi proponiamo due ricordi legati a Lonigo, uno piacevole, che ripercorrerà con una carrellata di immagini il giorno dell’inaugurazione del Monumento Equestre, la sfilata degli attacchi d’epoca e la Competizione Sportiva al Parco Ippodromo, il secondo ricordo curato dall’amico Antonio Tognon è decisamente più triste e ci fa fare un balzo nel tempo fino al 1941.
Sperando di non annoiarvi … buona visione.

Il Sindaco di Lonigo Giuseppe Boschetto, con Ivo Baldisseri e Giuseppe Rumerio autore del monumento ricevono le congratulazioni dal grande pubblico intervenuto. (13 Maggio 2006)

Gli attacchi sfilano per le vie e le piazze di Lonigo. (13 Maggio 2006)

Due veterani sempre presenti a Lonigo: in alto Samuele Boaretti e in basso a destra Sergio Mozzo. Al centro Antonio Tognon con la sua infallibile cinepresa. (13 Maggio 2006)
Per le belle immagini ringraziamo FOTO EXPRESS LONIGO di Maurizio Sabadini e ANTONIO TOGNON (collage in alto) che vediamo impegnato a filmare zoccoli con ferri, tacchi a spillo, eleganti carrozze e distinti cocchieri.
L’organizzazione dell’evento da sempre curato dal Dott. Antonio Frazza, dal Sig. Sergio Mozzo e dalla Signora Silvana Fasoli, quest’anno si è avvalsa della collaborazione del Gruppo Italiano Attacchi e di importanti figure di spicco che hanno saputo dare lustro e importanza alla manifestazione a partire dai tre Giudici: Ivo Baldisseri ed il figlio Marco con il Dott. Carlo Gnecchi Ruscone come Presidente di Giuria. Segreteria del Concorso affidata alle abili mani della Signora Anna Marin.

Parco Ippodromo Lonigo 13 maggio 2006. La qualificatissima e autorevole giuria osserva e annota, il povero speaker fa quello che può, gli attacchi danno il meglio di se stessi: si parte!

In mattinata solo una rappresentanza di attacchi sfilò per le vie di Lonigo, mentre nel pomeriggio al Parco Ippodromo arrivarono altri 10 attacchi pronti a competere in stile ed eleganza. Una giornata indimenticabile! (13 Maggio 2006)

Copertina del Notiziario del GIA dove si può trovare la cronaca dettagliata dell’evento.
Per chi gradisce rileggere la Cronaca della giornata del 13 maggio 2006 può rivolgersi direttamente al Gruppo Italiano Attacchi.

In alto al centro: il Sindaco Giuseppe Boschetto, in basso a sinistra il Principe Carlo Giovanelli, cittadino onorario di Lonigo, i cui avi sono vissuti a Lonigo presso Villa Giovanelli, ora Villa San Fermo dei padri Pavoniani, deceduto il 29 settembre 2016 all’età di 74 anni. A fianco il dott. Antonio Frazza con la moglie Silvana e il Presidente del circolo numismatico Quirino Ferron.
In basso a destra: Il Cavaliere del Savoia Cavalleria reduce della campagna di Russia serg. Diego Saccardi di Volta Mantovana, mancato all’affetto dei suoi nel 2012.
Lonigo, 17 marzo 2022 – A cura di Antonio Tognon
La storia del cavallo e della Cavalleria, da sempre è legata a Lonigo.
Lo scorso anno sono stati commemorati gli 80 anni dalla partenza del Rgt. Savoia Cavalleria da Lonigo per il fronte russo; quest’anno ricorre un altro importante avvenimento storico durante la campagna di Russia: la battaglia di Isbushensckij, ritenuta dagli storici come l’Ultima Carica della Cavalleria Italiana.
Il 28 di agosto dello scorso anno si è svolta a Lonigo, in piazza Garibaldi, una suggestiva e unica cerimonia, organizzata dal “Nucleo ANAC di Lonigo” per ricordare gli 80 anni del soggiorno del Rgt. Savoia Cavalleria nella cittadina Leonicena in preparazione al trasferimento sul fronte. È stata anche l’occasione per ricordare i Caduti di tutte le Guerre. La manifestazione ha visto la presenza di una delegazione del Rgt. Savoia Cavalleria 3° (Cittadino Onorario di Lonigo) di stanza a Grosseto guidata del vice Comandante Ten. Col. Riccardo De Maggio, di una delegazione dell’A.N.A.C. di Milano condotta dal presidente Ten. Fermo Arrigoni, del sindaco di Lonigo dott. Pierluigi Giacomello e la presenza di numerose associazioni d’arma con i propri gagliardetti. Alla deposizione di due corone d’alloro presso la Lapide che ricorda la presenza dei Cavalieri a Lonigo e presso il Monumento ai caduti è seguito il rito dell’alza bandiera accompagnato dall’inno di Mameli e dal discorso delle autorità.

Autorità civili e militari rendono omaggio ai caduti di tutte le guerre (28 agosto 2021)
La Storia (A cura di Antonio Tognon)
IL 22 luglio 1941 la partenza del Rgt. da Lonigo VI
Il Reggimento Savoia Cavalleria, rientrato in Italia a inizio estate del 1941 dopo aver partecipato alla campagna di Jugoslavia destinazione sede di Milano, si acquartiera con i suoi Cavalieri a Lonigo (VI). Comandava il Rgt. il Colonnello Weiss Poccetti. Lonigo era un’ottima cittadina per una breve sosta essendo per antonomasia la città del cavallo, ricca di stalli per ricovero di bestiame, in particolare di cavalli, senza contare l’utilizzo del parco ippodromo ideale per sosta di forze militari a cavallo. La sosta si rende necessaria per il cambio delle uniformi, riassetto del materiale di selleria e controllo degli armamenti. I maniscalchi sono al lavoro per riassettare i ferri dei cavalli.
Nell’esercito, di norma almeno nell’Italia settentrionale, nel mese di giugno avveniva il cambio di uniforme, si passava dalla divisa invernale e quella estiva. La Cavalleria era un corpo speciale sotto l’aspetto della disciplina, molto ferrea e molto severa nella cura dell’abbigliamento e nei modi di comportamento con le popolazioni che incontravano, questo era un altro motivo per programmare una sosta prima di rientrare nella sede di Milano. Certo non potevano presentarsi nella città milanese in condizioni poco ortodosse, visto che erano reduci della campagna Jugoslava, per un corpo dell’esercito che dello stile comportamentale e della cosiddetta “forma” aveva fatto una tendenza di vita. Il reparto comando si posizionò presso Villa Scortegagna nell’attuale via. Mentre vengono svolte tali mansioni, il Rgt. riceve le nuove disposizioni come un fulmine a ciel sereno: molti pensavano al congedo ormai prossimo non certo ad un altro anno di guerra che poi sarebbero stati due.

La Solenne Messa in Piazza Garibaldi a Lonigo il 21 Luglio 1941
L’ordine era di prepararsi per la campagna di Russia
Il 21 luglio la cittadinanza è in festa per il saluto al Rgt. e numerosa partecipa alla Messa in Piazza Garibaldi officiata da don Attilio Caldana Abate Mitrato. Il giorno successivo 22 luglio il Rgt. composto da quattro squadroni è in partenza dalla stazione ferroviaria di Tavernelle Altavilla destinazione: Ucraina nella steppa russa.
Il secondo squadrone e il comando furono più fortunati perché arrivarono direttamente a Botosani, in Romania, mentre le tradotte che trasportavano gli uomini del primo, del terzo e del quarto squadrone si fermarono a Borsa, in Ungheria, e costoro dovettero attraversare i Carpazi percorrendo a cavallo 740 km per congiungersi con il resto del Reggimento. Ci vollero 35 giorni per arrivare a destinazione percorrendo a cavallo oltre 1200 km per raggiungere le rive del Fiume Dnieper in Ucraina.
Questo fu uno dei primi di tanti problemi logistici che avrebbero tormentato le truppe dell’Asse, e in special modo i reparti italiani, per l’intera campagna. Per questo fatto, e per la grande simpatia e amicizia che si era creata con tutta la popolazione Leonicena, il consiglio comunale di Lonigo, nel settembre del 2012, concesse la Cittadinanza Onoraria al Rgt. Savoia Cavalleria 3° attualmente di stanza a Grosseto. Così pure nel novembre 1996 il comune di Lonigo ha voluto omaggiare questo avvenimento dedicando una targa Bronzeo-Marmorea posta in Piazza Garibaldi a ricordo del soggiorno della Cavalleria nella nostra Città.
C’è da ricordare che la breve sosta del Rgt. Savoia Cavalleria a Lonigo (meno di 4 settimane) è stata accolta dalla cittadinanza con grande simpatia e amicizia; lo si deduce anche dalla partecipazione alla Messa di saluto del 21 luglio 1941 (un lunedì) in Piazza Garibaldi gremita di gente. Molti reduci della famosa Battaglia, che ha reso celebre il Savoia, partiti da Lonigo sono ritornati più volte nella nostra cittadina a testimonianza della grande ospitalità e amicizia che a loro era stata riservata.

28 agosto 2021- Autorità civili e militari rendono omaggio alla targa ricordo.
Alla cerimonia della Onorificenza del 22 settembre 2012, oltre all’Amministrazione Comunale Leonicena, guidata dal Sindaco Giuseppe Boschetto, era presente il Comandante del Rgt. di Grosseto Col. Giovanni Cafforio e molti reduci Cavalieri del Savoia. Nonostante l’avanzata età non hanno voluto mancare anche all’inaugurazione del Gagliardetto della nostra Associazione ANAC “Nucleo di Lonigo” sorta nel novembre 2013 e affiliata alla sede di Milano, che nel 2015 si è dotata di un proprio Labaro. Solo per ricordarne qualcuno, come il Serg. Giancarlo Cioffi classe 1921 mancato pochi anni fa (il 30 aprile 2019) più volte presidente della sezione A.N.A.C. di Milano, Il Ten. Pio Bruni classe 1918 (101 anni) mancato il 31 ottobre 2019, ultimo testimone della famosa “Ultima Carica della Cavalleria Italiana” nella campagna di Russia, il Serg. Diego Saccardi classe 1921 mancato appena un mese dopo aver partecipato alla cerimonia dell’Onorificenza e altri ancora.
Nonostante siano passati oltre 80 anni dalla sosta del Rgt. Savoia c’è ancora qualche testimone oculare Leoniceno che ricorda la permanenza dei soldati Cavalieri nella nostra cittadina come nel caso del sig. Camillo Ramazzotto, allora studente elementare, abitante a pochi metri da uno dei tanti stalli di cui era disseminata la Città di Lonigo. Alcuni cavalli degli squadroni erano alloggiati nell’ampio stallo di via Trieste, ora Palazzo dell’Accademia in cui lui con alcuni suoi coetanei andavano, incuriositi, ad assistere all’accudimento dei cavalli e in particolare alla somministrazione delle carrube di cui i cavalli andavano ghiotti, chiedendo agli stallieri di poter avere qualche pezzo di carruba per potersela mangiare, cosa che generosamente gli veniva consegnata. Il mattino del 22 luglio lo stesso ha potuto osservare, con commozione e nostalgia, la preparazione e la partenza del Rgt. verso la stazione di Tavernelle. Con altrettanta nostalgia e riconoscenza pure il Rgt. si allontanò da Lonigo, inconsapevole della tragedia che il destino aveva loro riservato.

Carica di Isbuscenkji da una foto dell’epoca
La famosa Carica del Savoia Cavalleria del 24 agosto 1942
Nell’estate del 1942 spettò all’ARMIR (ARmata MIlitare in Russia) di cui faceva parte il Savoia Cavalleria chiudere la grande epopea del combattimento a cavallo quando nel mese di agosto presso Isbuscenskij nell’ansa del Fiume Don le 650 sciabole del Savoia Cavalleria al grido di Caricat !!!! Savoia, al comando del Colonnello Alessandro Bettoni affrontarono, mettendoli in fuga, i cannoni e i parabellum di oltre 2000 siberiani.
Questa vittoria impedì all’armata russa di rovesciarsi come un fiume in piena sulla Fanteria Italiana in rotta salvando la vita a centinaia di sbandati. Ai russi lo scontro costò 150 morti, 500 prigionieri, fra cui un comando di battaglione, 4 cannoni, 10 mortai, 50 mitragliatrici e centinaia di fucili. Il Savoia Cavalleria aveva perso 32 dei suoi migliori uomini, fra cui 3 ufficiali, 52 rimanevano feriti e 100 cavalli erano fuori combattimento. Quest’ultima giornata di gloria valse al Reggimento 54 medaglie d’argento, la medaglia d’oro per il Magg. Alberto Litta Modigliani, il Capitano Silvano Abba e lo Stendardo.
Questa battaglia viene ricordata come “L’Ultima Carica della Cavalleria Italiana” sebbene alcuni storici ritengano che l’ultima carica deve ritenersi quella avvenuta il 17 ottobre 1942 a Poloj in Jugoslavia dal Rgt. 14° “Cavalleggeri di Alessandria” agli ordini del colonnello Mario Ajmone. C’è da precisare che la Carica del Savoia è avvenuta contro truppe regolari dell’esercito, mentre la carica di Poloj in Croazia, avvenne contro un corpo di partigiani.
Un altro particolare non trascurabile è che, nonostante nella seconda guerra mondiale la Cavalleria fosse ritenuta ormai fuori tempo con l’avvento della tecnologia e di mezzi rotabili più offensivi per condurre un attacco, la Cavalleria si è resa ancora una volta indispensabile nella campagna di Russia in particolare nei tanti momenti di spostamento di attrezzature per il rifornimento dei viveri ai soldati al fronte e per spostare i mezzi rotabili dato che durante il periodo della piogge per tali mezzi era praticamente impossibile muoversi nel pantano che si creava: solo il cavallo era in grado di spostarsi nella fanghiglia. Con questa ultima operazione bellica si chiude l’epopea della cavalleria. Una leggenda iniziata 5000 anni prima nelle distese dell’Asia Minore e conclusa 80 anni fa sul Don proprio ad opera delle sciabole del «Savoia Cavalleria».
IL CAVALLO “Albino”
Legata alla famosa carica c’è da ricordare la storia del cavallo Albino, superstite dell’ultima carica della Cavalleria della seconda Guerra Mondiale a Isbuscenskij sulle rive del Don ed entrato nella leggenda. Albino era nel 2° Squadrone: montato dal sergente maggiore Giuseppe Fantini che venne colpito a morte, il cavallo si salvò pur rimanendo ferito. Riuscì a rientrare in Italia con il Reggimento e visse i tempi drammatici dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 dalla parte della R.S.I., nel reggimento di Milano. Allo scioglimento del reggimento venne venduto a un contadino e si ritrovò a tirare il carretto. Fortunatamente venne visto, insieme ad altri compagni equini di sventura, a Somma Lombardo dal vecchio comandante del Reggimento, il colonnello Alessandro Bettoni Cazzago, e dal vecchio comandante del suo Squadrone, il capitano Francesco Saverio De Leone. Vennero acquistati e donati al Reggimento, trasferito poi dalla sede storica di Milano a Merano.
A Merano si spense, il 21 ottobre 1960, all’età di 28 anni (età ragguardevolissima per un cavallo), semplicemente di vecchiaia, l’ultimo superstite dell’ultima carica della storia, il cavallo Albino, amata «mascotte» di veterani e reclute. Ora imbalsamato si trova nel museo interno del Rgt. Savoia Cavalleria 3° di stanza a Grosseto.
Antonio Tognon

Il Cavaliere del Savoia Cavalleria reduce dalla campagna di Russia serg. Diego Saccardi
Avevo intervistato il serg. Diego Saccardi, classe 1921, nel corso di una cena a Lonigo al termine di una Commemorazione, alla presenza di giovani ufficiali tutt’ora in servizio a Grosseto nei ranghi del Savoia Cavalleria; ricordo la sequenza delle parole che venivano scandite negli immediati momenti prima della “Carica”, ad ogni parola gli occhi di Diego, gli occhi di chi c’era, iniziavano a riempirsi di lacrime. Ricordo la sua memoria prodigiosa, sapeva a memoria il motto di tutti i corpi di Cavalleria del tempo, gli feci vedere un documento di mio nonno appartenente al corpo dei Cavalleggieri di Padova e subito mi disse la frase: “Alla vittoria ed all’onor son guida”.
Purtroppo, e non ci stancheremo mai di ripetere purtroppo, nella cronaca del tempo che avete letto, ritornano di attualità luoghi ed episodi recenti. Non commentiamo e non abbiamo nulla da ridire, solo un mio punto di vista apertamente schierato con il pensiero di Papa Francesco: “Lavorare e combattere con coraggio per la Pace! “. (Ermes Dall’Olio)