CAVALLI E ATTACCHI PUGLIESI PROTAGONISTI SU RAI2
testo e foto di Giuseppe Angiulli
Accade quello che non avresti mai previsto: un amico ti chiede di dare indicazioni per poter girare una puntata de “IL PROVINCIALE” in Puglia tra Cisternino, Ceglie Messapica ed Ostuni. Il tema della puntata, di prossima programmazione, è proprio la provincia con le sue eccellenze, includendo i cavalli.
Il primo suggerimento viene da una guida ambientale che conosce bene il territorio e le sue eccellenze nella persona di Alessandro Perrone, ma questo non basta. Bisogna andare oltre, bisogna tornare indietro nel tempo e permettere al conduttore di simulare un viaggio in carrozza, creando le condizioni per far conoscere al grande pubblico anche i carri usati prima dell’avvento delle auto.
La Puglia è da sempre terra di cavalli, proprio là dove la Repubblica di Venezia aveva un allevamento come ben descritto nel libro “La Cavallerizza della Serenissima in Puglia” di Giuseppe Notarnicola. Non meno importante è stato quindi l’apporto dato dall’allevamento dei conti Acquaviva d’Aragona con i loro cavalli, tanto da aver contribuito a creare una linea di sangue del cavallo lipizzano: il “Conversano”.
Il luogo dove si girano le scene è compreso in un triangolo attraversato da due tra le più importanti strade percorse nei secoli da milioni di persone: a Sud la via Appia, una delle vie consolari che da Roma porta e Brindisi, e ad est la via Traiana, che altro non è se non la parte meridionale della via Francigena che proseguiva sino a Benevento dove prende il nome di via Traiana per raggiungere Brindisi.
Una terra che ha visto arrivare tantissimi popoli, dagli Japigi ai Messapi, dai Bizantini ai Longobardi, senza dimenticare i greci e gli albanesi le cui comunità perfettamente integrate conservano integre le loro tradizioni ed il loro lessico. Una terra ricca che ha sempre accolto, mutuando culture che hanno arricchito il territorio contribuendo alla sua crescita.
Un giorno, percorrendo in macchina la statale 16 da Brindisi a Bari, un carissimo amico descrisse questa terra come la Lombardia del Sud, ma feci notare che, sgombrando il campo dalla comune narrazione, il sud che vedeva era quello di sempre.
La produzione televisiva voleva dare rilievo alla cultura locale e uno degli aspetti era proprio il cavallo con i suoi allevamenti, nell’espletamento delle sue funzioni di ausilio nella vita quotidiana al fianco dell’uomo.
La scelta dell’allevamento era scontata. Da poco trascorso il “Mercato Concorso del Cavallo Murgese” non c’erano dubbi: l’allevamento che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti nella manifestazione svoltasi a Martina Franca agli inizi di dicembre 2021 è stato l’Allevamento Vallenza di Netti Pasquina a Crispiano che, oltre a contare un gran numero di cavalli, ha al suo interno un cospicuo gruppo di asini di Martina Franca. La visita dell’allevamento è stata fatta nell’ultimo giorno di riprese e il risultato è stato immenso, sia per la qualità dei soggetti presentati che per la disponibilità della famiglia Ricci-Netti, al punto che tra la conduttrice Mia Canestrini e la giovane allevatrice Aurelia Ricci è nata un’amicizia destinata a continuare. Un allevamento a conduzione familiare dove la scelta dei soggetti sta dando risultati importanti con grande soddisfazione di tutta la famiglia ad iniziare dal bravo Orazio Ricci, coadiuvato dai figli Aurelia e Michele e dalla moglie Pasquina, anche lei figlia d’arte, che ha fatto una scelta importante: riportare il murgese nei parametri dei primi cavalli.
Altra nota di merito per questo allevamento sono gli asini, una scelta fatta per un’intolleranza di Michele che è stato cresciuto con il latte di asina ed è proseguito oltre, offrendolo a tutti coloro che ne fanno richiesta, tanto che persino il noto cantante Albano Carrisi ne ha usufruito per uno dei suoi figli che soffriva di intolleranze alimentari.
Un pranzo offerto dalla signora Pasquina ha deliziato il palato dei tecnici, degli autori e della regista, mentre da bravo padrone di casa il buon Orazio Ricci metteva a suo agio tutti i commensali.
Il cavallo Murgese nasce a Martina Franca nel 1926; il Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con l’allora “Regio Deposito Stalloni” di Foggia, oggi “Istituto di Incremento Ippico”, diede inizio in Puglia alla selezione della razza cavallina Murgese e asinina di Martina Franca.
A seguito di ciò, nell’immediato dopoguerra, ci fu l’esigenza di una organizzazione che si interessasse alla tutela e alla valorizzazione di questa antica razza autoctona.
Questa esigenza era particolarmente sentita tra gli allevatori, i quali erano riusciti a conservare questi splendidi animali dopo le vicissitudini subite da tutto il settore equino durante la II Guerra Mondiale.
Così, nel 1948, su iniziativa dell’Onorevole Alfonso Motolese, deputato all’Assemblea Costituente e Sindaco di Martina Franca, un gruppo di 22 allevatori, tra i quali ricordiamo Alberico Motolese e Alfonso Basile, promossero la costituzione dell’Associazione Regionale Allevatori dell’Asino di Martina Franca e del Cavallo delle Murge, la prima del genere in Italia, con sede in Martina Franca, dove è tuttora.
Torniamo al nostro racconto e facciamo un passo indietro. Il primo giorno delle riprese è iniziato in modo pessimo, con un acquazzone misto a vento gelido e fiocchi di neve che si abbatteva nella zona di Ceglie Messapica. Le riprese erano programmate presso la Masseria Camarda del noto pilota di rally nonché direttore sportivo della Ferrari Cesare Fiorio, e proprio nella sua masseria si doveva riproporre un viaggio in carrozza ed un incontro con due carri tipici pugliesi.
Dover far guidare una carrozza da una persona che non aveva mai guidato un cavallo attaccato e farlo, circondato da cameramen, tecnici del suono, regista, autore, droni che volavano sopra le teste per fare delle riprese dall’alto, non era tra i compiti più facili, ma con l’ausilio di persone fidate e conosciute da lunga data, abbiamo permesso al conduttore Federico Quaranta di fare l’esperienza della guida di una carrozza.
Il primo compito è stato quello di mettere a conoscenza il conduttore del ruolo che stava interpretando. Infatti lui era su un break, quindi una carrozza solitamente guidata dal proprietario che deve vestire da proprietario, quindi guanti, copricapo, grembiule. A questo punto il buon Federico Quaranta nota un amico con il tabarro e vuole pure il tabarro, che gentilmente gli viene prestato. Inoltre sorge la questione della necessaria presenza di un groom ed è a questo punto che è stato necessario chiarire il perché di tanti dettagli, spiegargli che lui da signore guidava una carrozza di sua proprietà e doveva recarsi in città con la sua signora per sbrigare i suoi affari per cui oltre all’abbigliamento per andare in carrozza è indispensabile avere un aiutante che intervenga in caso di necessità ma anche perché una volta arrivato in città qualcuno deve pur occuparsi del cavallo e della carrozza.
Un break con attaccato il bravissimo Marte, cavallo murgese intero di sei anni messo a disposizione dalla carissima amica Titti Cesarino, cavallo che si è comportato in modo impeccabile sotto la guida di Federico con al suo fianco la signora Nikki Taylor, signora australiana residente a Martina Franca e sul sedile posteriore l’esperto di cavalli e di attacchi Michele Roberto di Matera nella funzione di groom.
Non poteva mancare un contributo degli attacchi tipici della Puglia: alla guida del suo Principino dal nome altisonante di Barone Berlingieri con un carro a panche (sovrammolle) usato dai massari (conduttori o proprietari di masserie) alla domenica per recarsi a messa in paese, trasportando oltre che frutta da lasciare a parenti ed amici, solitamente anche un bidone di latte. Come equipaggio la signora e sul sedile posteriore le due figlie da maritare. Questo tipo di attacco era sempre ben presentato con finimenti a pettorale ma con un sellino rivestito in alpacca e la briglia con paraocchi in alpacca, mentre il carro è finemente intagliato e dipinto in stile liberty.
Il cavallo Principino fu creato dalla famiglia Cassano, signori di Gioia del Colle (BA) all’inizio del 1900 nella masseria Chiangariello in agro di Mottola (TA). Questo cavallo era adibito al trotto leggero con calessi e sovrammolle e veniva usato dal fattori e dai piccoli proprietari per recarsi in paese; è un cavallo molto resistente, capace, se ben addestrato, di fare di tutto in azienda; purtroppo non fu mai messo in razza.
Completava il quadro un traino tipico pugliese, ma che per la sua ricchezza bisogna definire ostunese o fasanese, un traino per attacco singolo o a due cavalli condotto da Biagio Santoro, vero interprete della tradizione locale, con finimenti a collana tutti rivestiti in alpacca accuratamente cesellati, con la testiera sormontata da un pennacchio in pelo di tasso come pure la collana, mentre il traino è finemente dipinto in stile libery. Il carro trainato del fido ormai ventitreenne Oristano II che a seconda del ruolo assegnatogli è sempre disponibile ad interpretare al meglio la sua parte sia che sfili nella parata di Sant’Oronzo ad Ostini o che debba tirare il carro.
Con questa scena di libro Cuore si è conclusa una giornata fatta di emozioni e di grandi soddisfazioni per aver portato nella casa degli italiani un pezzo di cultura pugliese.
Un’esperienza che ha creato un’importante voglia di proseguire e di organizzare altri eventi e che sta vedendo coinvolti oltre che amici allevatori di questa splendida razza di cavalli la stessa associazione del cavallo murgese che si è prestata tramite i propri soci a fornire per i futuri impegni i propri cavalli.
Non resta che attendere il risultato di questo lavoro che sarà trasmesso su
RAI2 sabato 19 febbraio alle ore 14.00.
Uno spettacolo da non perdere!