Il 28 giugno hanno preso il via le riprese di “Dante”, il nuovo film di Pupi Avati in cui troverà naturalmente spazio l’esilio ravennate del Sommo Poeta. La pellicola narra infatti la vita dell’Alighieri raccontato da Giovanni Boccaccio, primo biografo del padre della lingua italiana. Nel suo “Trattatello in Laude di Dante” Boccaccio ripercorre gli eventi della sua vicenda umana, una storia molto complessa in un succedersi di luci e ombre destinati in gran parte a rimanere tali. Oggi 4 ottobre 2021 le riprese si spostano alla Pineta di Ravenna.

Le riprese dureranno undici settimane tra Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Roma. In particolare, si terranno a Ravenna a inizio settembre, con una serie anche di iniziative collaterali, per celebrare il 700esimo della morte del Poeta. Il film, prodotto da Antonio Avati, è una produzione Duea Film con Rai Cinema e sarà distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution.

Il soggetto e la sceneggiatura sono di Pupi Avati. Tra gli interpreti principali: Sergio Castellitto (Giovanni Boccaccio), Alessandro Sperduti (Dante giovane), Enrico Lo Verso (Donato degli Albanzani), Alessandro Haber (Abate di Vallombrosa), Gianni Cavina (Piero Giardina), Leopoldo Mastelloni (Bonifacio VIII), Ludovica Pedetta (Gemma Donati), Romano Reggiani (Guido Cavalcanti), Carlotta Gamba (Beatrice), Paolo Graziosi (Alighiero di Bellincione), Mariano Rigillo (Meneghino Mezzani), Valeria D’Obici (Suor Beatrice), Giulio Pizzirani (Dante anziano), Erica Blanc (Gemma Donati anziana), Morena Gentile (Donna gozzuta), Milena Vukotic (Rigattiera).

 

Pupi Avati durante le riprese. E’ stato un piacere e un’onore per noi gente di cavalli, vedere all’opera uno dei migliori Registi cinematrografici odierni.

 

 

«Attendi tanto – sono le dichiarazioni del regista a poche ore dall’inizio delle riprese – diciotto anni prima che ti sia concesso di realizzare un film. Lo avevi nitido nel 2003 quando hai scritto la prima versione del soggetto. Nel frattempo hai fatto altro, molto altro, ma quell’impegno con Dante ti è rimasto dentro, tampellante, facendoti avvertire come una colpa il trascorrere del tempo. Poi, finalmente, incontri chi ti ascolta e non rimanda, chi apprezza l’idea e ti trovi “impreparato” a quell’assenso, a quell’accoglienza. Questo il mio stato d’animo di oggi. Che si realizzi nell’Italia di oggi in cui le gerarchie di cosa e di chi conti è dettato da ben altro, un film sulla vita di Dante Alighieri, ha dell’inverosimile. Non oso ancora crederci».

 

Tutti ai propri posti … Ciak si gira!

 

Dopo un rapido “Corso di Attacchi” della durata di sei minuti, ecco l’attore sicuro di se stesso, redini in pugno e pronto a partire.

 

 

Che dire? Il mondo è bello perchè è vario, tutti i giorni milioni di uomini e donne spendono soldi e impiegano tempo per apparire più giovani: nel nostro caso è il contrario. Vediamo all’opera la costumista e truccatrice indaffarata a fare apparire l’attore … più vecchio!

 

 

L’attore alle redini era alla sua prima esperienza a redini lunghe. Fuori campo Carlo Secchiari pronto a fermare la corsa del cavallo Bardigiano. Nella foto a sin. la “mano amica” che ti evita un sacco di guai. Dall’altra parte del boschetto Flavio Ancarani a curare la partenza.

 

 

Grande prestazione del cavallo “Argo”, un fuoriclasse di razza Bardigiana addestratissimo ed obbediente ai comandi. Grandissima importanza riveste il cavallo in queste riprese cinematografiche dove a tenere le redini c’è un attore, mentre l’abile ed esperto proprietario deve stare in silenzio e fuori campo. Collaudatissima l’equipe di sostegno e assistenza sia per la gestione del cavallo che per il noleggio dell’autentica “Baròza” Romagnola proveniente dal noto Museo Etnografico “Sgurì” di Savarna/RA. Oltre al proprietario del cavallo “Argo”, Flavio Ancarani, presente il Dott. Romano Segurini Direttore del Museo Etnografico e Carlo Secchiari noto driver di attacchi della provincia di Ravenna.

 

Il cavallo bardigiano “Argo” era stato messo a disposizione il mese scorso presso il Museo Etnografico “Sgurì” per alcune riprese sulla morte di Anita Garibaldi. Infatti presso il Museo Etnografico di Savarna (RA) oltre a quasi 60 modelli di calessi, carri e birocci, si trova una autentica “Baròza” Romagnola di oltre 150 anni fa che il Direttore del Museo, Romano Segurini, ha cortesemente messo a disposizione del regista nel nome della cultura.

 

Nella foto scattata nel settembre 2021 vediamo sempre il cavallo Bardigiano “Argo” attaccato alla “Baròza”. In una vecchia litografia d’epoca conservata presso il Museo Etnografico “Sgurì”, si può notare la perfetta somiglianza, oseremmo dire identica, con l’attacco sopra indicato. Accasciata e morente, su di una uguale Baròza, Anita Garibaldi in fuga da Roma con il marito, trovò la morte nella pineta di Ravenna

Per saperne di più:  https://www.carrozzecavalli.net/2021/09/lultimo-viaggio-in-baroza-di-anita-garibaldi/

 

 

Tutto perfetto e ricostruito con la massima fedeltà storica possibile. Un grazie alla bravura ed esperienza del Direttore del Museo “Sgurì”, Romano Segurini, a Flavio Ancarani proprietario del bardigiano “Argo” inclusa la supervisione tecnica di Carlo Secchiari, tutti e tre immortalati nel collage fotografico mentre sono all’opera sul set