Non ti scordar di me! L’Asino & dintorni
Abbiamo iniziato il nuovo anno con tutte le varie iniziative collegate ai cavalli a redini lunghe e stavamo per dimenticarci del tranquillo, docile e obbediente asino. Ad oggi, gennaio 2021, dove pare sia di moda esercitare la professione dei disobbedienti, fa tanta tenerezza vedere il buon asinello continuare a comportarsi come centinaia di anni fa, sicuro di se stesso ed oggi più fiero e baldanzoso che mai perché ha scoperto seguendo TV e Social con i suoi occhioni e orecchie grandi, che è molto ma molto più intelligente di …

Luna in Ippodromo di Cesena con Lino Zerbini alle redini
Come detto poc’anzi ci stavamo per dimenticare di questo simpatico quadrupede le cui origini si perdono davvero nella notte dei tempi. Non ci prendiamo tutte le colpe per questa dimenticanza ma solo una parte, perché nel nostro peregrinare in giro per l’Italia con la macchina fotografica pronta allo scatto, di eventi, manifestazioni, sagre o feste paesane con asini protagonisti ne abbiamo viste o sentite veramente poche. Questo dato è riferito agli ultimi 4/5 anni e prima di allora in tanti ricordano alla Fieracavalli di Verona il mitico & unico tiro a quattro di Asini Romagoli di proprietà di Gianni Neri e Marta Nicoli.
Sentiamo dalle parole del Dott. Alberto Minardi qualche informazione in più: “Fino al 2005 erano riconosciute in Italia le seguenti 5 Razze iscritte al Registro Anagrafico Italiano delle razze e popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici locali”:
Asino di Martina Franca – Asino Ragusano – Asino Amiatino – Asino Sardo – Asino dell’Asinara.
Pur essendosi variamente ridotte di numero, tali 5 razze sono sempre state presenti nell’ambito del “Registro anagrafico italiano delle razze e popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici locali”.
Invece: l’asino di Pantelleria e l’asino Romagnolo, sono due razze antichissime, che erano considerate, ad un certo momento, pressoché estinte, ma che, nel corso del 2005, sono state recuperate e riammesse al “Registro anagrafico italiano delle razze e popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici locali”.
L’ultima razza ad essere ammessa al “Registro anagrafico italiano delle razze e popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici locali” è la Razza Asino Viterbese (o Asino di Allumiere) la cui immissione è avvenuta nel 2012 [NdR: Non senza polemiche].

Un bell’esemplare di Asino Romagnolo (femmina) fotografato in posa nel 1920 con il collare da lavoro e con il piccolo basto per essere attaccata ad un traino

Fattrice di razza Asino Romagnolo con puledra di due giorni (foto repertorio Dott. Alberto Minardi)
Abbiamo citato una certa desolazione riguardo ad eventi a tema asini ma è doveroso citare che qualcosa si è visto e c’è ancora qualcuno che si dà da fare animato dalla solita grande passione. Di seguito parleremo di due importanti realtà nel mondo asinino che da anni tengono banco e sono abbastanza conosciute: L’Asino Romagnolo e il Ranch Margherita. Partiamo con l’Asino Romagnolo.
L’ASINO ROMAGNOLO
Un cenno storico interessante ci viene descritto dalla “Relazione nazionale sull’Agricoltura” riferita al quinquennio 1870-74 della Romagna, dove si ricorda che nella “parte montanara” corrispondente ai due terzi della superficie italiana le attività commerciali “facevano affidamento alla soma” con muli e asini per via delle loro caratteristiche morfologiche. Nella stessa Relazione viene riportata la “statistica asinina e mulina” dove, per quanto riguarda la Romagna, risultavano censiti (maschi e femmine) 5.564 asini e 267 muli in provincia di Ravenna e 5.918 asini e 449 muli in quella di Forlì. Sempre a titolo di cronaca è interessante sapere che con l’avvento della motorizzazione e la sistemazione di strade più comode, nel 1960 la popolazione degli Equini, comprensiva oltre che di asini e muli anche dei cavalli, era scesa in totale sotto le 5.000 unità. (Ravenna e Forlì)
Grazie all’interessamento del Dott. Alberto Minardi, Presidente dell’Associazione As. I.R.A.R.A. possiamo disporre anche oggi, gennaio 2021, di un censimento aggiornato dell’Asino di Razza Romagnola.
Contemporaneamente, si è anche assistito ad un incremento di allevamenti, che, ad oggi, sono circa un centinaio: 60 in Emilia Romagna, circa 12 in Lombardia, circa 6 in Veneto, 2 nelle Marche, 2 in Toscana, 1 in Piemonte e 1 in Friuli Venezia Giulia. Un nucleo importante di soggetti in purezza è poi stato importato in Slovacchia.

Gianni Neri e Marta Nicoli con il tiro a quattro di Asini Romagnoli in foto di repertorio

Marco e Luca impegnati in un Trekking
L’Asino Romagnolo (a cura del Dott. Alberto Minardi)
L’Asino Romagnolo è una razza molto antica, autoctona delle regioni più a nord della penisola italiana. E’ sempre stata considerata una sottopopolazione dell’Asino Pugliese. Infatti, secondo una classificazione del 1925 (Marchi-Mascheroni: Trattato italiano di Zootecnia) le razze asinine italiane erano quattro: Pugliese, Siciliana, di Pantelleria e Sarda. Tra queste, la Pugliese era quella che presentava la maggiore diffusione sul territorio nazionale e comprendeva ben cinque sottopopolazioni, tutte insistenti sul versante adriatico: Calabrese, di Basilicata, Leccese (o di Martina Franca), Marchigiana ed infine Romagnola. La razza Romagnola era molto apprezzata e fino a tutta la prima metà del secolo scorso era ampiamente utilizzata per i trasporti a soma o per il traino leggero, presentando la caratteristica di saper sviluppare, al calesse, la velocità di 15 chilometri all’ora, all’andatura del trotto.
In virtù della complessione fisica ragguardevole, era anche impiegata con successo per la produzione dei muli. Nel 1941 erano 41 gli stalloni di razza asinina Romagnola funzionanti presso il Regio Deposito Stalloni di Reggio Emilia, che serviva il territorio delle regioni Emilia Romagna e Marche. Pare che la razza Romagnola abbia avuto un ruolo determinante nella formazione dell’asino dell’Amiata, popolazione della bassa Toscana, di formazione più recente, in quanto stalloni Romagnoli venivano utilizzati nelle zone montane dell’Appennino Tosco Emiliano. Nel secondo dopoguerra, così come per le altre popolazioni asinine, il forte ridimensionamento della produzione mulina, la progressiva meccanizzazione in agricoltura e l’abbandono delle zone rurali collinari e montane determinarono il progressivo declino della razza, che poi si manifestò, in modo ancora più evidente, durante gli anni Settanta. Nel 1978 non c’era più alcuno stallone Romagnolo iscritto alla stazione di monta pubblica presso il Deposito Stalloni di Reggio Emilia. Negli anni più recenti, dopo il duemila, la regione Emilia Romagna ha finanziato un programma di recupero della razza che ha portato alla costituzione del Registro Anagrafico, che, in seguito (anno 2005), ha ricevuto il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Agricoltura italiano. Gli animali fondatori derivano per la maggior parte da boscaioli e castanicoltori residenti nel forlivese, nel cesenate e nel riminese e da pastori transumanti, che li impiegavano per il trasporto degli agnelli lattanti, collocati in bisaccie sul dorso, al seguito delle greggi, per difenderli dagli attacchi del lupo.
Il progetto di recupero ha contemplato un’approfondita caratterizzazione genetica, attraverso il DNA, condotta dalle università di Piacenza e Bologna con la collaborazione del Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona e delle università di Messina e Perugia, che ha permesso di porre a confronto l’Asino Romagnolo con tutte le altre razze asinine italiane. E stata dimostrata una buona unitarietà genetica dei soggetti.

In alto a sin. il Dott. Alberto Minardi e in basso a sin. la 1°Classificata Cat. Fattrici: L.Z. Denise dell’Allevamento Montaleone di Dozza (BO)

l’Assessora Regionale alla Agricoltura Simona Caselli in visita agli allevatori dell’Asino Romagnolo presso la Fiera Agricola del Santerno, edizione 2017. L’assessora fu premiata con un bassorilievo in bronzo, che riporta l’immagine del Romagnolo nel 1925. Da sinistra si riconoscono: Pierangelo Raffini (Assessore all’ Agricoltura di Imola); Simona Caselli (Assessora alla Agricoltura della Regione Emilia Romagna); Alberto Minardi (Presidente As.I.R.A.R.A.); Gilberto Gavelli (allevatore di Verucchio – RN -); lo stallone Tifone; Nicola Ghitti; Giuliano Ghitti (con in braccio il nipote Fabio); Lino Zerbini (allevatore di San Lazzaro di Savena – BO -); Adriano Ghitti (allevatore di Ghedi – BS).
Abbiamo sentito il presidente di As.I.R.A.R.A., Associazione italiana allevatori di razza Asino Romagnolo.
“Una ventina di anni fa – racconta Alberto Minardi, presidente di As.I.R.A.R.A., Associazione italiana allevatori di razza Asino Romagnolo – non si sapeva nemmeno se l’Asino Romagnolo esistesse ancora o se fosse solo la romantica reminiscenza di qualche cultore un po’ stravagante di tradizioni di una volta. Grazie a una sinergia che ha visto lavorare insieme la Regione Emilia Romagna e l’Associazione Provinciale e Regionale degli Allevatori, oggi questa razza è ai vertici, quanto a interesse mediatico, tra le otto riconosciute in tutta Italia. I numeri, poi, la vedono anche in forte espansione zootecnica”. Uno sviluppo considerevole dell’allevamento di Asini Romagnoli è avvenuto, in particolare, anche grazie alla spinta dell’As.I.R.A.R.A. che è stata fondata a Imola nell’Aprile del 2011 (da parte di trentadue allevatori) e che, dunque, il prossimo anno taglierà il traguardo dei dieci anni di vita.
“E’ un merito che l’Associazione raccoglie con piacere – continua Minardi -. Un risultato che si è molto giovato della Fiera Agricola del Santerno di Imola che, anno dopo anno, ha rappresentato, e rappresenta, la mostra zootecnica e la vetrina nazionale della Razza, presso cui vengono a confrontare i propri soggetti e a comprare, allevatori da tutta Italia. Un esito, comunque, ottenuto al termine di un proficuo lavoro durato dieci anni e che ha visto lavorare insieme diverse realtà pubbliche e private”.
Un animale che ricorda non solo un lavoro ed un contesto passato, ma che dimostra, ancora oggi di saper sostenere una relazione importante con l’uomo. “E’ un animale intelligente, sensibile, empatico – continua il presidente di As.I.R.A.R.A. – capace di interagire con l’essere umano, tant’è vero che nelle Linee guida degli Interventi assistiti con animali (IAA), pubblicate qualche anno fa dal Ministero della Salute, l’asino è stato inserito nell’elenco insieme al cavallo, al cane, al gatto e al coniglio, indicandolo come particolarmente adatto al recupero psico-emotivo delle persone affette da specifici deficit”.
Per questo l’Associazione sta portando avanti anche una serie di progetti legati all’onoterapia, ovvero la terapia con l’asino, alla produzione del latte sia come prodotto alimentare anallergico per l’infanzia e l’età senile, sia come componente di prodotti del settore della cosmesi, ma anche per l’attività del trekking someggiato, che in alcuni paesi come la Francia è già particolarmente diffuso.
Per saperne di più visitare il sito internet: www.asinoromagnolo.it

Giuseppe Borghi con la Dott.ssa Simona Caselli
Abbiamo citato dati storici e piano piano siamo risaliti con l’Asino Romagnolo ai tempi nostri con persone che si danno da fare attivamente anche nel settore della promozione, che come pochi sanno, costa tempo e danaro (che non c’è) e viene svolta in gradissima parte con passione e mezzi propri!
Abbiamo parlato di allevamenti e incremento della razza ed ora passiamo a quella che potremo definire la Fase 2 cioè la conoscenza e l’addestramento, e per questo esiste, al momento, un solo centro specializzato in tutta l’Italia: il Ranch Margherita situato a Cavriglia (AR) – Località Masseto – Meleto Valdarno e gestito da Roberto Boni e Cristiana Valzania

L’universo dell’Asino come non lo avete mai visto!
Avevamo già da tempo preventivato successi e gloria per tutte le manifestazioni in programma alla fine delle tremende restrizioni dovute alla pandemia da Covid. Siamo speranzosi che tra pochi mesi potremo ritornare all’80% almeno alla normalità, perché in questo settore del contatto psico-fisico con l’animale e il conseguente rapporto che si instaura con esso, la tecnologia web può fare ben poco, anzi, diamole subito il suo merito che è quello che stiamo facendo in questo momento: pubblicizzare in rete queste notizie! Grazie, dopodiché che si lasci carta bianca agli esperti di settore che quando aprono la bocca sanno quello che dicono! Abbiamo raggruppato nelle immagini sottostanti alcune locandine uscite ufficialmente una decina di giorni fa, ma ci è stato detto che tutti i corsi sono già al completo! Vi invitiamo pertanto a contattare il Ranch Margherita per avere più informazioni nel dettaglio, ecco la mail: ranchmargherita@gmail.com

Contattate il Ranch Margherita per saperne di più

Come spiegato nella locandina a destra, i Corsi si possono personalizzare in base alle proprie esigenze. Una mia nota personale: al Ranch c’è una piccola casetta sopra un albero a 4 metri da terra, dove si può dormire e riposare toccando il cielo con un dito!
Vi consigliamo di vedere attentamente il sito-web: www.ranchmargherita.org
Troverete tante informazioni interessanti sul mondo degli asini e in particolare anche come costruire in casa un basto, una sella, una capezza, una gerla per trasportare oggetti vari e tante altre cose oramai da tempo scomparse dalla circolazione. Roberto e Cristiana vi aspettano e nel frattempo vi salutano … a presto!

La passione di Roberto Boni per gli attacchi crediamo che faccia parte del suo DNA, perchè attaccare con semplicità e tecnica-psicologica un cane, un asino, un Lama e una pecora ad atrettanti carretti su-misura … non è facile!

Che qualcuno non pensi che queste immagini siano tratte da favole irreali di un mondo antico e scomparso! In agricoltura e nel settore dell’alimentazione umana non ci sono i ritmi e le usanze web o on-line! Se vuoi mangiare, e conseguentemente vivere, devi attenerti ai ritmi e al calendario di “Madre-natura” … e basta!
Di seguito troverete alcuni link di nostri reportage che trattano il mondo dell’asino più in dettaglio, visti i tempi a circolazione ridotta buona visione in poltrona ma … tenetevi pronti a buttare via il “tablet” e passare all’azione-diretta con i nostri amici a redini lunghe!
Cavalli Agricoli Italiani & Asino Romagnolo alla Fiera Agricola del Santerno 2019. E’ qui il futuro?
Una Misteriosa “Lettiga” a Trazione-Animale Circola in Località …