testo di Ginacarlo Bina, foto di Giovanni Vitale

 

Tutti in fila, ordinati e allegri, per una gita ben riuscita

Non vi sono tantissime giornate piacevoli nell’ arco dell’ anno, ma quella passata domenica 19 luglio 2020 può essere annoverata nelle gradevoli.

Mi riferisco alla passeggiata di attacchi sulle “terre di confine“: l’ho voluta chiamare così perché, percorrendo pochi chilometri, abbiamo toccato non solo due province, ma anche due regioni.

Molteplici i paesaggi attraversati, da scorci indimenticabili come il Castello Malaspina di Pozzol Groppo, all’attraversamento di paesi, ai tanti vigneti, ai campi di mais e il tutto in vista a perdifiato là dove la Val Staffora incontra la Val Curone

Dalla frazione Biagasco (Groppo), nel Comune di Pozzol Groppo prov. di Alessandria, è partita una carovana di sei attacchi, tre pariglie e tre singoli, con Maurizio Foco accompagnato dai suoi amici, Roberto Franchini con le sue due figliole, Roberto Bergaglio con l’inseparabile Urio, a sua volta accompagnato dalla moglie e dal simpaticissimo bimbo, Enrico Simeoni, proveniente dal varesotto con la moglie e con un validissimo groom – suo figlio -, Alberto Brignoli con l’amico Andrea, nonché con mio genero ed infine io, (al secolo Gian Carlo Bina), con il mio fido nipotino Filippo e con la sua mamma, nonché mia figlia Ilaria.

Sei guidatori pronti a tutto, ma soprattutto a garantire una giornata tutta da godere: (dall’alto e da sin.) Alberto Brignoli e Roberto Bergaglio, Enrico Simeoni e Gian Carlo Bina, Roberto Franchini e Maurizio Foco

Dopo aver visitato l’antica Pieve risalente al 1100, scortati niente di meno che dal Sindaco di Pozzol Groppo, Pietro Draghi, che per l’ occasione ha fatto da apri pista, mentre in coda, al fine di segnalare la presenza del convoglio, c’era l’amico Walter Besana, si è mossa, al trotto, la piacevole compagnia.

Ospite d’eccezione, l’amico Giovanni Vitale, che non finiremo mai di ringraziare, che ha immortalato, non solo gli attacchi, ma anche gli incantevoli paesaggi attraversati, mettendo in risalto ciò che la natura ci regala in questi posti.

Tanti volti sorridenti: ci sarà un perché?

Dopo un percorso di circa 5 Km, abbiamo fatto la prima tappa a Godiasco, entrando così dal Piemonte in Lombardia e precisamente siamo giunti al Bar del Boccio dove ci hanno accolto offrendoci fresche bevande, con molto piacere sia da parte dei gestori che dei numerosissimi avventori.

Roberto Franchini con le due splendide figlie ed un’altrettanto bella pariglia di cavalli Gelder, pronto per una sosta al “Bar del Boccio”

Enrico Simeoni con il suo soggetto TPR (ufficilamente Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido), giunto dal varesotto per unirsi all’allegra compagnia

Una volta ripartiti, percorrendo il tratto più impegnativo per i nostri destrieri, siamo giunti a San Lorenzo, sede del Municipio di Pozzol Groppo e crinale spartiacque fra la Valle Staffora e la Val Curone. Come ogni anno, ad attenderci c’era il Vice Sindaco Luciano Barbieri con i suoi validi collaboratori, nonché l’Assessore Matteo Franchini che con dovizia hanno allestito uno stand degno di un banchetto nuziale. C’era ogni ben di Dio, tutti prodotti locali, dai tipici salumi a diverse tipologie di formaggi, ai piacevoli vini, il tutto offerto e prodotto dal generoso Luciano Barbieri.

Gian Carlo Bina con la figlia e con il nipotino Filippo che sembra proprio voler raccogliere il testimone dal nonno

Maurizio Foco con una pariglia di cavalli Franches Montagnes

Non è stato semplice abbandonare quelle prelibatezze, ma ci attendeva ancora un percorso di qualche chilometro, oramai tutto in discesa, per giungere al luogo da dove eravamo partiti ed ancor meglio per rifocillarci, se ce ne fosse stato bisogno, cosa di cui dubito! Con un buon pranzo all’Antica Locanda, coccolati dalle gentili – ed anche carine – ancelle, Piera e Laura. La Locanda è antica veramente, perché aperta dalla mia nonna nel 1904.

Alberto Brignoli con il suo fedele Frisone

Roberto Bergaglio con una magnifica pariglia di cavalli Gelderland

Come dice un famoso personaggio, non ci siamo sentiti ospiti, ma a casa nostra!

Unire l’utile al dilettevole

Dato che all’instancabile organizzatore, nella persona di Gian Carlo Bina, non preme solo lo spirito di convivialità, relax, armonia con il mondo animale e vegetale nelle sue tante espressioni, ma anche il piccolo bagaglio culturale che ognuno alla fine della giornata può portarsi a casa, ecco inserita nell’escursione la breve visita alla Pieve di Biagasco/Groppo, della quale ci racconta con toni entusiastici quanto segue:

La Pieve di Biagasco/Groppo, così sperduta e lontana dai circuiti turistici, eppure sempre lì da 900 anni con tutta la sua ricca storia

La Pieve di Biagasco può fregiarsi di un campanile del XII secolo di stile carolingio ed ospita al suo interno una pregevole tela che raffigura la Madonna del Rosario, di scuola lombardo-piemontese con influenze fiamminghe. Ai lati della Vergine sono raffigurati San Domenico e Santa Teresa in adorazione. Sulla destra si scorge la Marchesa Caterina Malaspina, che commissionò il dipinto, accompagnata da una damigella e nell’ultimo medaglione a destra è raffigurata Santa Caterina, in onore della Marchesa.

Durante il restauro della tela, sono venuti alla luce particolari fino ad allora invisibili, come ad esempio la presenza di mazzi di rose da cui “Madonna del Rosario”. In uno dei medaglioni all’interno della tela compare il ritratto dell’anonimo autore con il tipico colletto fiammingo. Da notare che anche i volti raffigurati nella tela presentano lineamenti chiari e marcati, tipicamente nordici.

In un medaglione sulla parte superiore di una cornice lignea è raffigurato San Pietro, mentre un’altra tela, meno elaborata, rappresenta il protettore del paese, San Fermo (vedi nell’immagine in basso a destra). La Madonna scolpita nel legno (in basso al centro), dalle stupende fattezze, un tempo veniva portata in processione.