Mondiale Pony 2019: una finestra aperta sul futuro
Con la fine di settembre si chiude definitivamente la stagione dei Campionati Europei e Mondiali di attacchi outdoor che ha visto confrontarsi sui campi di gara oltre 250 concorrenti distribuiti nei 4 eventi clou di questo 2019. Gli italiani in lizza sono stati in tutto 7, con alterne vicende, alcune che rasentano addirittura le caratteristiche di un romanzo poliziesco (ma su questo torneremo in seguito), altre invece, come quella conclusiva del Mondiale Pony svoltosi a Kisber-Aszar in Ungheria dal 25 al 29 settembre, che finalmente aprono uno spiraglio su un positivo orizzonte futuro. Artefice di questo clima di fiducia il sedicenne Andrea Pili che, al suo esordio in un Campionato non riservato ad atleti Juniores, ha messo a segno con la sua Welsh Pony Blakt’s Darwina, un ottimo 15° posto in classifica generale. Merito anche del suo trainer, Cristiano Cividini, che l’ha condotto per mano nella sua trasformazione da esuberante ragazzino che nei Campionati Europei per Giovani Guidatori nel 2016 sventolava la bandiera italiana sul podio della prova coni e nel 2018 si piazzava secondo in maratona, a driver in grado di confrontarsi con il meglio del panorama mondiale.
Un plauso di merito anche a nonno Costanzo Tameni che da sempre sostiene a 360° Andrea nel perseguire le sue aspirazioni, coinvolgendolo nella sua stessa passione per gli attacchi di tradizione e non facendo mai mancare la sua preziosa presenza durante gli appuntamenti agonistici in Italia e all’estero.
Un Campionato sofferto
La partecipazione a questo Campionato per pony era aperta a 6 concorrenti per nazione ma in Italia, notoriamente poco affezionata a queste categorie di attacchi associate nell’immaginario collettivo ai guidatori più giovani, solo 3 erano gli atleti qualificati e solo 2 hanno dimostrato interesse per fare parte della nostra rappresentativa: Andrea Pili nei singoli e Alessandro Calzavara nelle pariglie. Niente squadra nazionale dunque, ma solo iscrizione a titolo individuale.
C’è anche un’altra considerazione da fare: se nel settore cavalli la schiera dei concorrenti di un campionato supera gli 80 partenti, gli avversari con cui confrontarsi nei campionati pony non arrivano a 40!
Dressage
Per Andrea Pili una buona prestazione in rettangolo, terminata al 17° posto con 58,64 punti di penalità, un traguardo ragguardevole se si pensa che tutti i concorrenti dal 2° al 17° erano compresi in un intervallo di soli 7,55 punti! Per fortuna Andrea non è stato vittima di grandi differenze di valutazione da parte dei giudici, se non in una sola figura dove, se pur visto dallo stesso lato del rettangolo, il movimento ha ricevuto un 8 e un 4,5.
Nella categoria pariglie era in campo il nostro Alessandro Calzavara, che ben si era comportato nei 4 concorsi per merito dei quali aveva ampiamente ottenuto la qualificazione per i Mondiali. Le difficoltà di gestione della pariglia si sono presentate già in campo prova, al punto che il driver, sperando di riuscire ad ottenere una maggiore coesione dei due “monelli”, a pochi minuti dall’entrata in campo, disperato, li ha scambiati di posto, cosa a cui i pony sono abituati, avendolo fatto spesso anche in addestramento. Evidentemente non era proprio la loro giornata e i cavallini sono risultati per tutta la ripresa quasi inguidabili, con un risultato talmente negativo da indurre la giuria a non dargli il via libera per la prova di maratona.
Maratona
Otto ostacoli, molto lunghi ed impegnativi, con un ostacolo d’acqua, il n. 6, che ha creato agli attacchi molte difficoltà anche di una certa rilevanza, con vari ritiri nelle pariglie, tanto che la giuria si è convinta a togliere totalmente l’ostacolo per l’ultima categoria, quella dei tiri a quattro.
Andrea rimaneva costante nella sua prestazione anche in maratona, piazzandosi in 17° posizione con 104,05 penalità a 8,6 punti dal vincitore e spuntando addirittura nell’ostacolo n. 2 un 2° posto su 37 concorrenti! Risaliva così di 2 posizioni nella classifica provvisoria prima della prova coni.
Coni
Nonostante un percorso decisamente buono, con una sola pallina caduta e poche penalità per superamento del tempo accordato, Andrea terminava la prova Coni 19° in classifica, tenuto conto che 3 concorrenti sono riusciti a portare a termine un percorso netto nel tempo ed altri 6 sono stati penalizzati solo per il tempo. Ciononostante riusciva a mantenere la sua posizione provvisoria terminando il Campionato in 15° posizione: un esordio decisamente brillante! Per la cronaca Andrea era il secondo guidatore più giovane in ordine di età tra i partecipanti a questo Campionato, superato solo da Peter Juhasz, 14 anni, appartenente ad una famiglia tutta composta da praticanti di questa disciplina.
Medaglie ai “soliti noti” – o quasi
Vediamo di conoscere un po’ più da vicino i campioni 2019 delle varie categorie.
S i n g o l i
La medaglia d’oro a titolo individuale è andata alla 27enne tedesca Katja Helpertz-Berlage, studentesse in legge. Attiva nello sport degli attacchi fin dal 2006, con entrambi i genitori che praticano la stessa disciplina equestre, proviene al pari di Pili dalle fila dei concorrenti del Campionato Europeo Giovani Guidatori, dove nel 2013 si classificava ottava. Ha poi fatto parte della squadra tedesca sia ai Mondiali Pony del 2015 dove la Germania vinse la medaglia d’argento e Katja ottenne il bronzo individuale che del 2017 dove poté fregiarsi della medaglia di bronzo sia a squadre che individuale, oltre ad aver conquistato un oro e due argenti nei campionati nazionali del 2015, 2016 e 2017. In campo internazionale, limitandoci ai concorsi disputati nel 2018 e 2019, quattro in tutto, si era messa in luce con, nell’ordine, un 4°, un 3° un 2° e un 1° posto. Il suo pony, Nordstern’s Stoertebecker di 14 anni, appartiene alla razza New Forest.
La medaglia d’argento è stata vinta dallo svizzero Cedric Scherrer, ingegnere di 28 anni, che ha così ripetuto l’exploit dello scorso Campionato dove era già salito sul secondo gradino del podio. Presente a questo importante appuntamento con il fratello Yannick, più giovane di 2 anni e alla guida di un tiro a quattro, del quale relazioneremo in seguito. Cedric con il suo castrone tedesco di 11 anni, Donovan’s Dusty, si era classificato due volte 1°, una volta 3° ed una 4° nei quattro concorsi internazionali disputati quest’anno.
Terzo gradino del podio e medaglia di bronzo per il belga Gilles Pirotte, 25 anni, cuoco, al suo 4° Mondiale Pony. Dopo aver vinto nel 2012 la competizione per i Giovani Guidatori, aveva fatto parte per 3 volte della squadra nazionale pony vincendo nella passata edizione la medaglia di bronzo a squadre ma dovendosi accontentarsi di un piazzamento al 4° posto a titolo individuale. Recentemente vittorioso nel CAI di Le Pin au Haras (Fra), attacca Rubens, castrone di 17 anni.
P a r i g l i e
Oro per l’olandese di 22 anni Rodinde Rutjens, figlia d’arte del campione Riny Rutjens che proprio nell’anno della sua nascita vinceva la medaglia d’argento ai Campionati del Mondo Pariglie per poi aggiudicarsi l’oro 6 anni dopo, con l’aggiunta in entrambi i casi del bronzo a squadre. Rodinde lavora presso l’impresa di famiglia, le Rijo Stables di Weert, che si dedica alla formazione di guidatori, all’addestramento di cavalli e pony per gli attacchi, sia per conto dei clienti che destinati alla vendita. La giovane olandese, che ha iniziato a guidare un pony Shetland a 2 anni e ha praticato con successo anche l’equitazione, con la sua pariglia di Welsh Pony di 10 anni figura sempre ai primi posti nelle classifiche dei CAI.
A tallonarla nella classifica finale e vincitrice della medaglia d’argento un’altra olandese, Melanie van de Bunt, 25 anni, attiva come istruttrice di attacchi e trainer, nonché assistente contabile. In origine dedita al salto ostacoli e al completo a sella, ha iniziato ad attaccare nel 2012 con mini-pony Shetland. Con la sua pariglia di Welsh Pony di 10 e 15 anni ha vinto il campionato nazionale sia nel 2018 che nel 2019 ed è alla sua seconda partecipazione al Mondiale Pony dove si era precedentemente classificata 12°.
Vincitore della medaglia di bronzo il tedesco Christof Weihe, commerciante di 51 anni, organizzatore dei precedenti Campionati del Mondo Pony di Minden nel 2017 e medaglia d’argento a squadre nell’edizione 2015. Padre della guidatrice di tiri a quattro pony Jacqueline Walter, attacca una pariglia di pony di origine mista (un tedesco, un Welsh e un Westfalen).
T i r i a Q u a t t r o
Saldamente al comando fin dalla prima prova, il tedesco Steffen Brauchle, 31 anni, operaio, fratello dell’altrettanto famoso Michael Brauchle ha messo da subito una seria ipoteca sulla medaglia d’oro e nessuno è più riuscito a scalzarlo. Ha iniziato a competere all’età di 4 anni con pony Shetland e a partire dal 2010 ha vinto il campionato nazionale con il tiro a quattro pony per ben 6 volte. Ha partecipato a tutti e 6 gli ultimi Mondiali Pony vincendo in tutte le edizioni una medaglia a squadre (4 volte oro e 2 volte argento) nonché la medaglia d’argento a titolo individuale nel 2009 e nel 2015. In questa edizione del Campionato si è avvalso di pony di origine tedesca.
Secondo posto finale e medaglia d’argento per l’olandese Marijke Hammink, 28 anni, proprietaria di una scuderia dove addestra e vende cavalli. Aveva già partecipato alla precedente edizione dei Mondiali Pony vincendo la medaglia d’argento a squadre e classificandosi al 5° posto individuale. Dedita agli attacchi da quando aveva 10 anni, aveva iniziato con la vittoria nel 2008 al World Junior Trophy, prima che questo diventasse un Campionato FEI, per poi proseguire dal 2011 al 2016 accaparrandosi il titolo di campionessa olandese di tiri a quattro pony. Nei 4 CAI disputati nel 2019 può vantare ben 3 vittorie, un buon viatico per la partecipazione ad un mondiale!
Ritornando alla famiglia svizzera Scherrer, Yannick, fratello di Cedric, commerciante di 29 anni, ha vinto la medaglia di bronzo a titolo individuale con il suo team di Pony Welsh. Ha al suo attivo vari titoli nazionali ed è passato dalla guida della pariglia a quella del tiro a quattro nel 2013 facendo da allora parte della squadra svizzera agli ultimi 3 mondiali.
P o d i o a s q u a d r e
Entusiasmante l’ultima prova del Campionato che ha visto una battaglia … all’ultima pallina! Nella classifica provvisoria prima dei coni era infatti in testa l’Olanda davanti alla Germania ma il doppio netto della tedesca Berlage nei singoli, che ha avuto la meglio sull’olandese Tamara Pijl e la necessità per una delle due olandesi, Edith Chardon o Marijke Hammink, di completare ad ogni costo un percorso netto per mantenere il comando, impresa non riuscita (17,86 penalità la prima e 6,00 la seconda) hanno lasciato via libera alla Germania per superare l’Olanda che a sua volta ha preceduto la Svizzera.
Impressioni dai campi di gara
ANDREA PILI – Singoli
“E’ stata un’esperienza magnifica! L’organizzazione di tipo familiare messa in piedi da Vilmos Jambor è riuscita nell’impresa di preparare tutto al meglio: bello il sito, ben tenuti i campi di gara, eccellente l’atmosfera, sempre gentili soprattutto nei nostri confronti visti gli ottimi rapporti che intercorrono ormai da anni con Titi.
Sono stato molto contento del risultato ottenuto nel dressage. Avendo osservato in mattinata gli altri concorrenti che a mio parere avevano eseguito delle riprese quasi perfette ricevere punteggi intorno ai 65 punti, mai più avrei pensato di riuscire a rimanere sotto i 60. Tuttavia quando nel pomeriggio è toccato a me, ero fiducioso: sia nei giorni precedenti la gara, quando con Titi abbiamo seguito un preciso programma di preparazione curato in tutti i minimi particolari, dal lavoro, al riposo, all’alimentazione, sia in campo prova avevo sentito che la pony era al top. Ebbene, tutto ha funzionato e l’iter seguito ha pagato.
La maratona è stata veramente pesante, soprattutto per una cavallina come la mia, tanto che faceva fatica a riprendersi dopo gli ostacoli, soprattutto negli ultimi 3. Quello con l’acqua, il numero 6, l’ha veramente sfiancata, ma alla fine ce l’ha fatta con onore.
La prova coni è stata a mio parere ben gestita: era difficile ma non eccessivamente, visto che nella mia categoria ci sono stati parecchi percorsi netti sugli ostacoli. Noi abbiamo fatto cadere una pallina e siamo contenti del risultato.
Quello che volevamo lo abbiamo ottenuto: farci conoscere per il buon lavoro svolto, fare bella figura e chiudere bene.
Devo ringraziare la mia famiglia, papà, mamma e nonno, che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato senza mai intromettersi, evitando quindi ogni possibile tensione. Alla fine, per dimostrare il loro apprezzamento, mi hanno comprato un nuovo pony nientemeno che dalla vincitrice della medaglia d’oro nella categoria pariglie, l’olandese Rodinde Rutjens, la stessa per intenderci da cui proviene il pony di Rita Onofrio. L’ho provato sia in campo che sugli ostacoli fissi e, pur necessitando ancora di lavoro (ha 8 anni) ha un ottima preparazione di base e una struttura molto più solida della mia Darwina. E poi è un castrone…!”
ALESSANDRO CALZAVARA – Pariglie
Sono veramente mortificato per quello che è successo e che non mi sarei mai aspettato dato che 10 giorni prima avevo partecipato alla combinata di Verolanuova, dove i giudici mi avevano confermato che avevo eseguito un dressage tra i migliori degli ultimi tempi, sicuramente meritevole anche a livello internazionale di un punteggio sotto le 60 penalità, come d’altronde lo avevano detto anche a Pili. D’altra parte il pony grigio che mi avrebbe creato tanti problemi in Ungheria aveva partecipato in singolo alla stessa combinata con una mia allieva di 8 anni classificatasi seconda!
Nei 3 giorni successivi al viaggio per Kisber-Aszar avevo regolarmente attaccato la pariglia e i pony e si erano comportati in modo normale, forse un po’ irruenti nel tragitto per tornare ai box dopo il lavoro, come d’altronde fanno anche a casa, ma nulla di più. Giovedì mattina, giorno del dressage, entrato in campo prova un’ora prima del mio turno, li ho riscaldati come faccio di solito al passo per una buona mezz’ora, poi, al momento di prenderli in mano, il grigio ha incominciato a buttarsi contro il timone verso l’altro pony. Ho cercato di allentare il contatto e poi riprenderlo, di modificare la regolazione delle redini, di calmarli con la voce ma senza risultato. Dato che anche a casa spesso inverto la loro posizione, ho tentato anche questa strada: è stato tutto inutile, perché invece che verso l’interno si buttava verso l’esterno. Entrato in campo gara la sceneggiata è continuata e io mi sentivo morire ad ogni passaggio davanti ai giudici. Se avessi pensato che il verdetto sarebbe stato quello di non poter proseguire il concorso, mi sarei ritirato dignitosamente prima di finire la prova. D’altra parte ero andato fin là e speravo che le cose si sarebbero rimesse a posto nei 2 giorni che mi separavano dalla maratona.
La mattina seguente ho riattaccato la pariglia e nel mettere l’imboccatura mi sono accorto che il pony aveva in bocca una vescica vecchia e una nuova. Ecco spiegata la ragione del suo comportamento – peccato che ormai fosse troppo tardi! Altro che “errore di addestramento” attribuita al tecnico che segue Calzavara e che, pur in loco, era impegnato con un’altra squadra! E’ possibile che di tutti i professionisti presenti a bordo campo che si professano gente di cavalli a nessuno sia venuto in mente che poteva trattarsi di un problema fisico e non comportamentale? Nessun sospetto che potesse trattarsi di un’inizio di colica o delle famigerate puntine ai denti? Eppure i pony erano stati sottoposti ad un controllo veterinario di routine tre mesi prima e ad un ulteriore verifica da parte del veterinario di squadra prima della partenza. Peccato, è andata così: un’occasione perduta.
Io poi mi sono fermato per tutto il resto del concorso e posso dire che la maratona era proprio ai limiti del proponibile, con ostacoli molto lunghi e alcuni particolari costruttivi che avrebbero potuto essere più “horse friendly”. Nell’ostacolo con l’acqua non ci sono stati in genere problemi con i singoli, i primi a partire, che tuttavia hanno provocato il progressivo distacco della ghiaia grossolana dal sottostante strato di cemento ruvido; complice l’acqua, il fondo è diventato scivoloso e nella categoria pariglie più di una carrozza si è ribaltata con scivoloni disastrosi. Questo ha indotto la giuria ad eliminare l’ostacolo per la successiva categoria dei tiri a quattro.
In quanto alla prova coni, un percorso decisamente da campionato del mondo: molto tortuoso, difficilmente galoppabile, con un tracciato sempre in girata, che comprendeva 3 zig zag, 2 oxer di cui uno stretto, più altri 4 ostacoli con carreggiata ridotta.
A livello organizzativo si sono dati veramente molto da fare e a quelli che sono sempre pronti a muovere critiche vorrei semplicemente dire che bisogna prima mettersi nei panni di chi deve gestire un evento di questo tipo per rendersi conto delle innumerevoli difficoltà talvolta imprevedibili che esso comporta. Un po’ di comprensione e un pizzico di pazienza in più non guastano mai.
CRISTIANO CIVIDINI – Chef d’equipe ma anche trainer e groom
“Sono molto soddisfatto di come si è comportato il mio allievo al suo esordio in un mondiale: ha fatto tutto quanto era possibile fare con la sua esperienza e con la sua pony.
Nella prova di dressage ha eseguito una ripresa precisa sia come figure che come andature, con la pony sempre in corretto atteggiamento, fluida nelle transizioni, attenta agli ordini. Quello che è mancato è … un po’ di lunghezza delle gambe che non le hanno permesso di produrre un’estensione eclatante nelle allungate e quindi far risaltare il tempo di sospensione. Insomma: rispetto agli altri pony di punta, Darwina è un po’ leggera, minuta. I giudici sono più inclini a sottovalutare l’errorino di un cavallo esplosivo che l’andamento corretto ma un po’ piatto di un cavallino dai mezzi nella norma.
Di queste caratteristiche fisiche la pony ne ha risentito anche in maratona, su un percorso che doveva tener conto anche della presenza di pariglie e tiri a quattro, quindi progettato con linee dritte molto lunghe e velocissime. Per Darwina sarebbe stato meglio un percorso più tecnico, progettato espressamente per singoli. Ad esempio nell’ostacolo con l’acqua il tratto di attraversamento era lunghissimo e per quanto la pony l’avesse fatto tutto al galoppo, non si arrivava mai alla fine. Anche se tutti i pony erano stati misurati da un team di 4 veterinari prima dell’inizio delle gare, è innegabile che molti soggetti erano come struttura dei veri cavalli al limite della statura prevista.
Con tutto questo Andrea sembrava non esserci durante il primo tratto della prova coni: era terrorizzato. Dopo la terza porta fatta quasi in trans, gli ho dato una solenne scossa e, riguadagnata l’autostima, ha proseguito bene il resto del percorso.
In questo mondiale mi sono reso conto di quanto sia importante la funzione del groom, che non è un semplice contrappeso o aiuto di memoria nei momenti di difficoltà, ma deve anzi anticipare ogni mossa del driver. Infatti per la FEI il groom è definito come “persona corresponsabile”. E se non il groom, almeno il trainer. Non per niente molti degli altri concorrenti vengono diretti metro per metro dal trainer a bordo campo tramite l’auricolare e procedono sicuri quasi come degli automi, vengono messi in guardia in base alle difficoltà incontrate dai concorrenti passati prima di loro e gli errori di percorso si riducono ad un minimo con le correzioni di chi da fuori mantiene sempre la lucidità necessaria.
Un altro aspetto che ho avuto modo di rilevare in quanto capo equipe è il fuoco di fila a cui vengono sottoposti i giudici e gli altri ufficiali di gara nel corso delle riunioni. Altro che ascoltare in silenzio: tutto viene esaminato, sezionato, discusso, contestato, persino le spesso inspiegabili variazioni di punteggio fra un giudice e l’altro nelle varie figure del dressage. E la minaccia di fare segnalazioni alla FEI incombe sempre come una nuvola che preannuncia il temporale. Insomma: ogni capo equipe difende a spada tratta la sua squadra, costi quel che costi.”
VILMOS JAMBOR – L’Organizzatore
“E’ finito. So che non tutto era perfetto. Ci sono state delle difficoltà con l’impianto elettrico e forse anche altri problemi. Ma ci abbiamo provato. La nostra piccola, anzi piccolissima squadra ha fatto di tutto per realizzare un campionato pensato per i concorrenti. Forse siamo stati troppo accondiscendenti e abbiamo fatto troppe concessioni. C’erano molti, molti più van e roulottes di quelle preannunciate. Ci sono stati sovraccarichi elettrici pazzeschi. Abbiamo passato giorni e notti ad aggiustare per accontentare tutti. Questo è possibile solo con la collaborazione, che in gran parte c’è stata, ma non sempre. Ci dispiace molto.
E’ stato molto difficile lavorare con il Presidente di Giuria, cosa che non capisco: Mark mi è sempre piaciuto e l’ho sempre rispettato, pensavo fossimo buoni amici. Forse aveva semplicemente una settimana storta. Noi però dobbiamo lavorare nello spirito dello sport e non permettere che una brutta giornata a livello personale rovini un evento. In quanto a me, ho sentimenti contrastanti. Sono estremamente felice per la mia cara amica a cui mi sento molto vicino, Pille Rijn. Sono estremamente felice per i vincitori e per tutti i concorrenti. Sono estremamente felice per gli spettatori che sono stati fantastici. Sono estremamente felice perché nei minuti immediatamente successivi al mio dressage ero euforico. Lo stesso vale per la cerimonia di chiusura. Sono estremamente felice per tutto il sostegno avuto dopo la vergognosa decisione della giuria. Sono estremamente felice per lo sforzo comune di giganti dello sport che mi hanno aiutato. Non faccio nomi questa volta. Tuttavia mi sento anche molto triste e vuoto. Posso dire solo una cosa. Grazie ragazzi, voglio bene a tutti voi. Ora il mio compito è quello di mettermi al vostro servizio e fare in modo che questi problemi non si presentino mai più. Grazie.”
IVANO CAVINA – Uno spettatore italiano
“Ho vissuto insieme ai fan italiani tutto il Campionato e mi sono veramente divertito. Ho visto tante cose belle e interessanti. Andrea ha messo a segno un concorso veramente super, comportandosi in modo esemplare in tutte le prove, tenuto conto anche della sua breve esperienza ad alto livello. Purtroppo la questione Calzavara non ci voleva: forse se non avessero deciso di scambiare i pony all’ultimo momento la situazione avrebbe potuto essere sempre critica ma magari meno tragica. Del senno di poi … Ovviamente a quel punto anche il guidatore era nervoso e ciò non aiuta. A sospettare un problema fisico è stato il Presidente di Giuria che dopo il dressage ha mandato l’attacco al controllo da parte del veterinario, a cui tuttavia non ha fatto seguito alcun verdetto.”
Conclusioni
L’augurio è che, sulla scia di questa partecipazione a tutti gli effetti positiva, dalla folta schiera di giovani talenti attualmente agli esordi agonistici emergano degli elementi capaci di rimpolpare le fila di coloro che vorranno emulare Andrea, impegnandosi a fondo con seri obiettivi: il lavoro è tanto, ma per chi ama non solo i pony ma è pronto anche a mettersi in gioco, le soddisfazioni sono infinite. L’importante è che questi giovani e le loro famiglie vengano adeguatamente supportati.
Vista la bella prestazione ai massimi livelli, sarebbe auspicabile che ad Andrea venisse rilasciata d’ufficio la patente attacchi di 2° Grado onde evitare l’inutile forzatura a cui è andato incontro per tutta la stagione che lo ha costretto a gareggiare fuori classifica per poter eseguire il testo di dressage previsto per i mondiali. E’ una forma di rispetto anche nei confronti degli altri driver con patente di 1° Grado che non hanno ancora fatto il suo stesso salto di qualità.
I pony presenti a questo Campionato erano in gran parte dei cavalli di piccola statura, che nulla hanno da invidiare ai loro fratelli più grandi. Come nell’intero settore, la qualità degli soggetti impegnati è salita in maniera vertiginosa negli ultimi anni. Questo deve far riflettere sugli obiettivi possibili per la nostra realtà italiana, dove spesso programmazione e sostegno sia in termini di crescita tecnica che a livello economico lasciano a desiderare.
Riguardo all’attrezzatura, si nota come ormai gli eleganti finimenti a collana vengano usati solo da pochissimi concorrenti vuoi per questioni economiche, vuoi per praticità di impiego e adattamento a diverse tipologie di cavalli/pony. Inoltre persino a questi livelli si è visto chi affronta il dressage magari con un appariscente tiro a quattro ma attaccato ad una spartana carrozza da maratona con carreggiata posteriore allargata. Anche in termini di abbigliamento, si sta lentamente diffondendo l’uso del casco da parte dei driver anche in dressage e prova coni, a testimonianza del trend sempre meno tradizionale e sempre più improntato a pura disciplina agonistica, dove anche la carrozza diventa un semplice attrezzo sportivo.
La morale di questo campionato può riassumersi in due semplici parole e quello di Andrea è il chiaro segno che tutti possono ambire a buoni risultati: basta crederci!
per le foto si ringrazia Krisztina Horvath/Hoefnet