“Arvedze a gioba ‘n bot” (arrivederci a giovedì all’una): con questo annuncio liberatorio si è concluso martedì 5 marzo 2019, dopo la tradizionale Marcia Funebre – uno dei momenti più toccanti del Carnevale – la manifestazione incominciata ufficialmente, anche se ancora in sordina, all’indomani dell’Epifania, entrata nel vivo delle celebrazioni il 17 febbraio, terzultima domenica di carnevale, per poi esplodere in tutta la sua inebriante apoteosi negli ultimi 10 giorni.

 

 

I reportage degli eventi clou, tra cui la famosa Battaglia delle Arance, le motivazioni storiche, le tradizioni culinarie, le manifestazioni di contorno, trovano ampiamente posto sul web, a cominciare dal sito ufficiale https://www.storicocarnevaleivrea.it/  ma non solo e non a caso, visto che questo Carnevale attrae ogni anno grandi folle di persone, qualunque sia la loro motivazione per non mancare all’appuntamento. Gli Eporediesi (gli abitanti di Ivrea) vivono tutto l’anno per il Carnevale, così come i cittadini di Siena lo fanno per il Palio. Non esiste un abitante della zona che, se non direttamente implicato nel complesso palinsesto della kermesse – e sono veramente tanti -, diserti il campo almeno in qualità di spettatore fortemente coinvolto a livello emotivo perché quella è la “sua gente”, è la tradizione in cui è nato e cresciuto, è il tessuto connettivo che lega i cittadini al territorio. Per i tanti turisti si tratta di uno spettacolo ineguagliabile, anzi, più che uno spettacolo, un’esperienza, con un’atmosfera che, se non vissuta direttamente, è difficile da percepire, assimilare e raccontare con la giusta intensità. Una conferma dalle cifre: 20.000 ingressi paganti nella sola giornata di domenica 3 (esclusi bambini e residenti) con accesso obbligato da 6 varchi, misura messa in atto per questioni di sicurezza.

 

“I Baroni del Castello”, tiro a quattro guidato da Graziano Vallino che ha ottenuto il punteggio più alto dalla giuria dei cavalli / finimenti / guida

 

In quanto agli amanti dei cavalli, in quale altro luogo viene offerta l’opportunità di ammirare circa 200 cavalli, tra i 140 che tirano i carri e i 60 che fanno parte del Corteo, tutti semplicemente magnifici?

E’ proprio ai silenziosi protagonisti, imponenti e fieri, che rivolgiamo quest’anno la nostra attenzione, dopo esserci occupati in passato dei carri da getto e averli analizzati fino nei minimi particolari costruttivi. (http://www.carrozzecavalli.net/2017/02/carnevale-di-ivrea-2017-dietro-le-quinte-di-un-carro-da-getto/)

Forse non tutti sanno che per i cavalli viene nominata un’apposita giuria, costituita quest’anno da Mariangela Beverina, Lorenzo Gatti e Pierre-Louis Sola. Ecco un loro breve profilo tratto dal sito ufficiale.

 

 

Compito della giuria nella penultima domenica di carnevale, in occasione della presentazione dei carri da getto e lontani dalla frenesia della Battaglia, assegnare dei punteggi ai tre elementi oggetto di valutazione, ovvero cavalli, finimenti e guida, con un approccio in generale che, pur tenendo conto dei vari particolari, esprime su ognuno di essi un giudizio d’insieme.

 

“L’Armata del Generale”, pariglia guidata da Alessandro Bodrino, che ha ottenuto il punteggio più alto della sua categoria dalla giuria dei cavalli / finimenti / guida

 

Molto più articolate invece le valutazioni espresse sulle schede compilate nelle giornate di domenica e lunedì, a monte dell’entrata in campo per la battaglia, dove ad esempio, per i soli cavalli sono ben otto i punti da giudicare, dalla ferratura al portamento, dall’impulso alla morfologia, dall’unitarietà di modello a quella del mantello visto che si tratta sempre di attacchi multipli, dalla cura di code e criniere allo stato del pelo. Se il disciplinare apre la partecipazione a qualsiasi razza di cavalli, la preferenza, dato anche il compito da svolgere, viene attribuita alle razze di cavalli tipicamente carrozzieri dai movimenti il più possibile eleganti e dalla struttura adatta e sufficiente al traino dei carri, ognuno dei quali raggiunge a pieno carico i 25-26 q.li per le pariglie e i 30-31 q.li per i tiri a quattro. Questo ha fatto sì che al Carnevale 2019 fossero presenti quasi esclusivamente cavalli Gelder olandesi o derivati e cavalli Frisoni, con le uniche eccezioni di una pariglia di cavalli polacchi pezzati e di un tiro a quattro di cavalli ungheresi. Sempre molto omogenea la statura, con un’eventuale concessione per i cavalli di volata che possono essere anche di statura leggermente inferiore, ma tutti comunque identici nell’apparenza in quanto a mantello e molto similari anche nella presenza di marcature bianche sulla testa e sugli arti.

 

140 cavalli, tutti bellissimi e tutti preparati con molta cura e fantasia

 

I giudici sono stati tutti concordi nel valutare molto buona la qualità e la cura dei cavalli, compresa la pulizia e la condizione del pelo, caratteristica quest’ultima che deriva da attenzione al loro benessere nel lungo periodo, fondato sull’alimentazione e sull’allenamento costante: in maniera molto profana, si sarebbero potuti definire tutti come assolutamente “in ordine”.

 

Armonia di colori in ogni particolare per il carro A, “I Falchi di Re Arduino”, guidato da Luciano Moirano

 

Se per i cavalli la qualità di base è andata via via migliorando nel corso delle edizioni, non altrettanto può dirsi della qualità dei finimenti, obbligatoriamente a collana. Se un tempo essi rappresentavano delle vere e proprie opere d’arte spesso uscite dalle mani di un artigianato locale che ha saputo imporsi a livello mondiale, oggigiorno i finimenti hanno decisamente rappresentato l’elemento che più ha risentito di realtà contingenti. Da una parte i costi proibitivi in tempi di economia stagnante, dall’altra la poca influenza del particolare nella composizione globale dei punteggi per l’assegnazione del premio finale hanno decretato in generale una notevole perdita di qualità sia del cuoio usato e della sua lavorazione che delle fibbierie inserite. Sempre molto coreografici anche se in sintonia con la qualità dei finimenti, gli abbellimenti come le sonagliere che scendono sia lungo le testiere che lungo i fianchi dei cavalli.

 

 

Grande fantasia, come sempre, nelle decorazioni per criniere e code dei cavalli, come nastri sapientemente lavorati, copertine sotto-sellino elegantemente tagliati e rifiniti, ampio uso di raffia, materiale che affonda le radici nella tradizione più genuina. Anche in tema di pennacchi tuttavia, al posto di quelli tradizionali in vere piume di cigno o altro animale oppure in materiale sintetico, sempre con colori in armonia con l’abbigliamento degli occupanti, si sono visti i primi manufatti figli delle ultramoderne apparecchiature in grado di tagliare forme metalliche di qualsiasi foggia che però tolgono molto al fascino dell’insieme.

 

Si va dai pennacchi tradizionali in vere piume e da quelli di foggia classica ma in materiale sintetico per una più facile manutenzione a quelli moderni in lamina di metallo ritagliata

 

In quanto alla guida, si è visto con piacere un forte ricambio generazionale. Tranne che per l’esuberanza di qualche guidatore, la maggioranza dei conducenti ha dimostrato di avere i cavalli bene nella mano, si è presentato con tutti gli elementi obbligatori in ordine (grembiule, berretto, maschera nei giorni della battaglia, guanti nonché frusta sempre in mano), e ha tenuto un comportamento molto corretto sia nei confronti dei membri della giuria che dei volontari addetti ad impartire le direttive per uno svolgimento fluido e sicuro della manifestazione. Sono state in generale proprio le nuove leve a distinguersi per l’inserimento nel contesto carnevalesco più rispettoso delle regole e per un contegno che è di buon auspicio per le future edizioni. Se ai guidatori è imposta l’acquisizione del Brevetto per la guida degli attacchi rilasciato dalla Federazione Italiana Sport Equestri sulla base di un esame, anche sul piano sanitario nulla è lasciato al caso. I veterinari di servizio hanno dovuto controllare tutti i documenti dei cavalli evidenziando, ove necessario, la presenza di eventuali irregolarità a tutti i livelli.

 

A. Formia, il conducente più giovane in assoluto di questa edizione (classe 1994) con tiro a quattro seguito a ruota da A. Anselmo nelle pariglie (classe 1989) ricevono il testimone dai conducenti meno giovani: E. Bianco (classe 1936) per i tiri a quattro e F. Giachino (classe 1944) nelle pariglie

 

Lo Storico Carnevale di Ivrea è una manifestazione molto complessa, fatta di mille sfaccettature, di molti “figuranti” ed “interpreti” ed i cavalli rappresentano solo un elemento del tutto, anche se senza di loro un evento così unico al mondo sarebbe impensabile. Infatti, oltre a quanto detto finora riguardo a cavalli, finimenti e guida, vi sono altri particolari che concorrono a formare il giudizio finale: il design dei carri da getto, decorati in parte con serigrafie, in parte letteralmente dipinti a mano, la cui valutazione è affidata ad una giuria di esperti in materia, e il comportamento di ogni singola squadra durante la battaglia vera e propria, ovvero l’ardore e la correttezza nel tiro. E’ bene ricordare che i cavalli rimangono esclusi dalle traiettorie di tiro di arance, tanto quanto gli spettatori che indossano il caratteristico berretto frigio, norma che tutti si impongono di rispettare.

 

Membri della giuria, spettatori supernoti, partecipanti a proprio agio in qualsiasi situazione – tutti insieme per la passione – per i cavalli, ovviamente!

 

Spesso le classifiche finali purtroppo raccontano un’altra storia e agli amanti dei cavalli rimane a volte un amaro in bocca nel constatare come il loro lavoro di preparazione dei cavalli durato un anno a cui hanno fatto seguito delle valutazioni oggettive di merito ad opera di una giuria di esperti venga stravolto dagli altri elementi che con i cavalli non hanno nulla a che fare. Per fortuna di questa carenza si è fatto carico in parte il Gruppo Italiano Attacchi, nella persona di Massimo Nicolotti, membro del Direttivo, che ha premiato almeno il miglior punteggio alla voce finimenti e quello relativo alla guida, sia della categoria Pariglie che dei Tiri a Quattro.

 

Vittoria finale nelle pariglie per “I Paladini di Sant’Ulderico”

 

Per la cronaca, questi i vincitori assoluti dell’edizione 2019 (su 32 Pariglie e su 19 Tiri a Quattro, in tutto 51 partecipanti):

Prima classificata tra le squadre degli Aranceri: la Pantera Nera

Primo classificato per i Carri da Getto con pariglia: I Paladini di Sant’Ulderico (n. 15, alla guida Gaetano Capula)

Primo classificato per i Carri da Getto con tiro a quattro: I Cavalieri del Borghetto (lettera R, alla guida Luca Alberico)

 

Si classificano al primo posto assoluto per i tiri a quattro “I Cavalieri del Borghetto”

 

Vincitori dei Trofei offerti dal Gruppo Italiano Attacchi:

Primi per la Guida: I Tiranni di Sant’Ulderico (n. 6, alla guida Osvaldo Adorno) per le Pariglie e I Guerrieri di Re Arduino (lettera Y, alla guida Massimo Noviello) per i Tiri a Quattro.

Primi per i Finimenti: I Cavalieri del Borghetto (lettera R, alla guida Luca Alberico) nei Tiri a Quattro e secondo L’Armata del Generale (n. 58, alla guida Alessandro Bodrino) nelle Pariglie.

 

Meritati i premi offerti dal Gruppo Italiano Attacchi rispettivamente per la guida (in alto)e per i finimenti (in basso)

 

Un ringraziamento speciale va alla “Fondazione per lo Storico Carnevale di Ivrea” che ogni anno regala al mondo questo evento unico e senza la quale tutto ciò non sarebbe possibile.

 

“Arvedze a gioba ‘n bot”

 

per le foto si ringraziano Giovanni Vitale e Moreno Benvenuti