Per la Festa De “Patrie dal Friùl” la “Briscje” Svela i suoi Segreti
IN CAMMINO VERSO COLLOREDO DI PRATO – UDINE * 3 APRILE 2016
PER LA FESTA DE “Patrie del Friùl” LA “Briscje” SVELA I SUOI SEGRETI
Oggi la Redazione di Carrozze & Cavalli è in marcia verso Colloredo di Prato (UD) per visitare la prima mostra che mai sia stata realizzata di “BRISCJE Furlane e Gurizane”. L’evento è unico nel suo genere e sarà accompagnato da una sfilata di antiche carrozze con cavalli vivi e vegeti, dunque non vogliamo neppure arrivare in ritardo. Dopo qualche centinaio di chilometri percorsi, a pochi minuti dall’arrivo però una fermata siamo stati costretti a farla, è stato più forte di noi, quasi la vecchia automobile si rifiutasse di proseguire il cammino. Sul muro di una Chiesa abbiamo notato un’antica meridiana che indicava ai passanti che ore sono. Alcuni ferri ad arte infissi sul muro e poche parole “pesanti” come Chiesa e campanile messi insieme. A lettura terminata “crediamo” di aver capito che ore sono … è ora di voltar-pagina! Proseguiamo il cammino.
A molti sarà capitato di imbattersi in un oggetto quasi del tutto dimenticato dentro un polveroso cassetto o in un vecchio magazzino abbandonato e scoprire con stupore e meraviglia che affascinante “carico” di storia è racchiuso in lui. Il manufatto rigorosamente in ferro e legno della nostra storia di oggi è la Briscja, carrozza versatile dai 1.000 utilizzi, pietra miliare dei trasporti terrestri a trazione animale nelle zone di Friuli, Slovenja, Croazia, Istria e Dalmazia.
La Briscje in esposizione (foto in alto) era per il trasporto del latte, ma a volte e a quei tempi, si usava anche la bicicletta per trasportare i pesanti bidoni del latte. Diego Verzegnassi ci mostra l’oggetto stranissimo che veniva sistemato ad incastro nella parte anteriore della bicicletta per “distanziare” i due bidoni del latte che avrebbero urtato i raggi della bicicletta.
La Mostra-espozizione delle antiche Briscje è stata promossa e curata dall’ Associazione Friulana Appassionati Carrozze (AFAC) nelle persone di Renato Bolzon che in prima persona ha curato i tantissimi dettagli organizzativi incluso la romantica passeggiata in carrozza, dal Presidente dell’AFAC Giuliano Maule e con il contributo di Battista Battiston che in veste di Giudice ed esperto di settore, ha redatto una classifica con relativa scheda tecnica di tutte le Briscje esposte nella Mostra che erano quasi una trentina di esemplari.
Leggiamo ora con attenzione questa dettagliata scheda Storico-tecnica che ha preparato per noi RENATO BOLZON, curatore in primis di questa esposizione.
Renato Bolzon “” L’evento si pone come obbiettivo la conservazione, la tutela e la valorizzazione delle tradizioni friulane. Si è scelto la giornata del 3 aprile perché è la giornata in cui si fa risalire la nascita dello Stato patriarcale friulano (la Patrie dal Friûl). Oggi, la Festa del Friuli rappresenta un momento fondamentale per ricordare la nostra storia e rinnovare la coesione del popolo friulano nei suoi principi di unità e autonomia. Commemorare il 3 aprile significa, infatti, riscoprire le nostre origini e quel sentimento di identità che, come friulani, dobbiamo avere in quanto popolo. Riappropriarsi della propria storia, cultura, tradizioni e della propria lingua, significa conoscere le proprie radici. Si vuole perciò valorizzare le ricchezze floro-faunistiche dei prati stabili di Martignacco e Pasian di prato luogo il quale la tradizione popolare vuole che abbia trovato la morte il Patriarca di Aquileia Bertrando di San Genesio, nell’anno 1350.
Introduzione
In Friuli fino a pochi decenni fa il principale mezzo di trasporto per la popolazione rurale era Le Briscje. Se si chiede ad un friulano di vecchia generazione di parlarti di carrozze la prima che ti nomina è la Briska. Questo legno ha segnato la storia dei viaggi e degli spostamenti di una parte di questa regione in maniera molto profonda. È in questa terra, incrocio tra Austria, Slovenia e Italia, che si è costruita la Briska Goriziana, che racchiude in se la mescolanza di diversi stili e culture tipiche di questa terra.
Questo rotabile può essere sia signorile che rurale. E pur essendo impiegato ancor oggi in queste zone, è derivato, per successive modificazioni da un modello antichissimo. L’archetipo era un carro rustico del mondo agricolo slavo, ma che ,esportato nell’area “padana”, si era ingentilito assumendo un aspetto un po’ più “borghese”. L’origine è testimoniata dai nomi “Briscje” che è tipicamente slavo, e “gurizzane” che sta ad indicare l’area da dove è iniziata la sua diffusione in Friuli. La Briska caratteristica del Friuli Venezia Giulia per cui viene chiamata anche “Goriziana”, ma gli stranieri la chiamavano quasi tutti “Briska” o “Fata”.
Viene usata soprattutto nelle provincie asburgiche (dopo il 1915 si diffuse però ovunque); si ispirava infatti ai rotabili della zona Danubiana. La Briska sostituisce la vecchia carretta friulana, come mezzo di trasporto per recarsi nei campi, i quali, dato lo spezzettamento della proprietà, tuttora esistente in Friuli, non erano quasi mai attigui alle case coloniche.
Caratteristiche costruttive
Nel corso degli anni sono stati realizzati numerosi modelli di Brische da diversi mastri carrai ma tutte con lo stesso disegno costruttivo, tanto da farle sembrare uscite dallo stesso laboratorio. La lunghezza complessiva di questo veicolo oscilla da 2,20 m ad un massimo di 3 m, la cassa è diritta con passaggio di ruota ed ornata da mezze colonnine tornite a sostegno delle sponde laterali. Sulla Briska si poteva portare infatti fino a 5 quintali. La Briska era sempre a 4 ruote, senza mantice, con freno e un solo sedile anteriore a tre posti. Le ruote, cerchiate in ferro, hanno un diametro, che a seconda del modello va da 80/100 cm per le ruote posteriori ai 50/70 cm delle anteriori, contornate da parafanghi ben ricurvi in legno. Le sospensioni sono a quattro molle ellittiche.
Sui sedili, sempre fronte marcia, anch’essi ornati da colonnine tornite, possono prendere posto 3 o 4 persone. Vi sono anche degli esemplari con due sedili e le stanghe al posto del timone, ma sono delle modifiche attuate dai proprietari che utilizzano le vecchie Brische in uso nei tempi di guerra. Le Brische hanno di solito un solo fanale da carro che veniva appeso sotto il pianale della stessa. Quasi sempre vi è attaccato un solo cavallo al timone.
I cavalli usati erano principalmente soggetti da tiro leggero, gli ungheresi o i lipizzani e di taglia non molto alta. Il finimento utilizzato era o con la collana (comât) con ornamenti in ottone, o a pettorale. La frusta era di tipo spezzato in legno di bagolaro Il colore è sempre e solo in patina naturale con tutte le parti in ferro nere. Il legni usati per la costruzione erano il frassino nelle parti curve (parafanghi, stanghe, o timone e sedili), la robinia per le ruote e l’abete per il fondo cassa e le sponde.
L’uso
La Briska si può considerare un Break da servizio privato, usata per il trasporto di piccole merci durante la settimana e per il trasporto della famiglia nei giorni festivi. Inoltre era usata come accompagnamento alla caccia o recupero selvaggina. Relativamente all’impiego , la Briska potrebbe essere rapportata all’attuale pick-up in quanto serviva per il trasporto promiscuo di persone e materiali oppure ad una comoda vettura per rappresentanti commerciali.
Nelle famiglie contadine il veicolo veniva impiegato per recarsi al mercato per la vendita dei prodotti dell’azienda agricola. Dal mercato, dopo la vendita di quanto prodotto nell’azienda familiare, ritornava carico di merci delle qualità più varie per soddisfare tutti i bisogni della famiglia. Oppure veniva caricato di animali dell’azienda agricola per il trasporto legato alle esigenze di accoppiamento.
Quasi tutti i bottegai possedevano una briska e un cavallo. Chi non l’aveva trovava un contadino per i trasporti. Il commerciante riforniva il suo negozio presso i “grossisti” che nella bassa Friulana erano a Cervignano o a Palmanova. Per quanto invece riguarda l’uso familiare, la briska veniva utilizzata soprattutto la domenica, quando era consuetudine recarsi a pranzo dai genitori della moglie (di regola in Friuli per tradizione erano i genitori del marito che convivevano con la coppia). Allora sul sedile davanti con i vestiti della festa prendevano posto la moglie ed il marito, mentre sul piano retrostante, seduti su una balla di fieno o su una coperta, sedevano i figli.
Era tradizione utilizzare la briska anche in occasione delle nozze: di regola una settimana prima della celebrazione lo sposo ed il testimone di nozze si presentavano all’imbrunire alla casa della sposa con la “Briscje” il cavallo e l’”enciar” (il cocchiere), per prendere in consegna la dote della sposa, che veniva riposta in un grande baule. Il cocchiere stava davanti al cavallo, con la frusta appoggiata a terra.
A carico ultimato, acceso il lumino dietro la “Briscje” veniva segnata a terra con la frusta una croce beneaugurate per la famiglia che sarebbe andata a formarsi, e il convoglio rientrava a casa dello sposo, ove di regola attendeva un fisarmonicista per i festeggiamenti. “” (Testi di Renato Bolzon)
TANTI I COMUNI COINVOLTI NELL’EVENTO
Siamo di fronte ad un evento di una notevole importanza che investe le tradizioni e la storia di una intera Regione, il Friuli, pertanto svariate Amministrazioni Comunali hanno voluto presenziare e dare il loro contributo fattivo all’evento. Nel corso della mattinata di questa Domenica 3 Aprile 2016 presso gli spazi antistanti la piccola Chiesetta della Madonna dei Roveri, si sono susseguiti tutti i discorsi delle Autorità, lo svolgimento della Santa Messa con Benedizione di cavalli, briscje e guidatori, fino al momento del rinfresco offerto dagli organizzatori che si è concluso con l’esibizione dei ballerini del Gruppo Folkloristico di Pasian di Prato e la premiazione delle Briscje più meritevoli tra tutte quelle esposte.
“FIESTE DE PATRIE DAL FRIUL” DI COSA SI TRATTA?
In questa nostra epoca dove tutti (o quasi) stanno cavalcando lancia in resta il cavallo-alato della Globalizzazione, queste notizie molto poco pubblicizzate, danno una vaga impressione di note da “gossip rosa” che, seguendo schemi consolidati tipici “Italici”, vengono poi visti in parte come un bicchiere mezzo pieno e in parte come un bicchiere mezzo vuoto. Per quanto ci riguarda i “fatti” sono questi: il 3 Aprile 1077 con Bolla dell’Imperatore Enrico IV° nasceva lo Stato Patriarcale Friulano denominato La Patrie di Friul, un’istituzione che per quei tempi rappresenterà un esempio unico e lungimirante di amministrazione democratica. Con il passar degli anni sono inevitabilmente cambiate le mode e gli stili di vita e gli incartamenti e relativa “Bolla” di 939 anni fa sono rimasti chiusi in un cassetto. Come ci insegna la Storia, oggetti e carte si possono rinchiudere in un cassetto, ma le idee e le tradizioni di un Popolo … NO! E’ stato così che l’anno passato, il 2015, è stata “ufficializzata” con legge Regionale la “Fieste de Patrie dal Friul” che avrà da oggi in poi, il suo giorno dedicato tutti gli anni il 3 di Aprile.
FORSE SIAMO DI FRONTE AD UN CASO UNICO
Abbandoniamo il labirinto delle Politiche-etniche (non è il nostro settore) e puntiamo l’obbiettivo su di una innovativa IPPOVIA-CICLABILE-PEDONALE (??) Ci è giunta all’orecchio la notizia che negli anni passati il Comune di Passian di Prato ha investito, unitamente ad altri Comuni, svariate risorse economiche per la costruzione di una ippovia. Oggi 3 Aprile 2016 a corollario di questa manifestazione sulla Patrie dal Friùl si è svolta una passeggiata in carrozza attraverso le campagne circostanti, alla quale ha potuto partecipare anche la cittadinanza su apposite carrozze messe a disposizione dagli organizzatori. Nel corso della passeggiata abbiamo potuto osservare, “forse” in esclusiva per l’Italia, il primo esempio di Fratellanza eco-sostenibile tra diverse popolazioni-sportive; cavalieri e guidatori di carrozze, ciclisti e passeggiatori. Tutti uniti sotto la Bandiera di un Mondo più vivibile.
Nella foto in alto notiamo a sinistra un percorso asfaltato tipico delle piste ciclabili, mentre a destra una stradina sterrata per Cavalli e Carrozze. Naturalmente gli appassionati passeggiatori o corridori-maratoneti a piedi possono a loro discrezione scegliere il percorso che meglio li soddisfa. Senz’altro qualcuno obbietterà che non basterebbe una enciclopedia di leggi, leggine, decreti e clausole per fare andare d’accordo tutti quanti. Sbagliato! E’ sufficiente l’applicazione del vecchio Galateo (buone maniere, cortesia, rispetto ecc.) e per chi sbaglia ancora qualcosa di vecchio, qualche regoletta della Repubblica Cisalpina.
Ci riserviamo di avere in seguito notizie più dettagliate e certe su questo Percorso Verde, perché se l’iniziativa avesse un seguito si aprirebbero le porte a tutta una serie di attività turistiche e ricreative sotto il segno del rispetto ambientale a impatto “zero”. Ad un primo e sommario colpo d’occhio ci pare di capire che se i pochi ciclisti che frequentano le piste, insieme ai pochi cavalieri, ai pochissimi guidatori di carrozze ed ai rari camminatori, frequentassero tutti insieme un unico percorso invece che un percorso differente per ognuno di loro, oltre a “ottimizzare” le spese ci sarebbe un aumento senza limiti del Pubblico divertimento all’aria aperta.
Siamo riusciti a trovare un interessante articolo a firma DELIA BASELLI, che ci apre una finestra poco conosciuta sulla storia di questo mezzo a trazione animale che, come tanti altri, ha contribuito in maniera determinante al cammino del genere umano verso il progresso. L’articolo è leggibile sulla Rivista cartacea “TERRA FRIULANA” o sul sito-web: www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/economia-imprese/agricoltura-foreste/tiere-furlane e anche su FB : TIERE FURLANE
Nelle immagini che seguono, alcuni momenti della bella passeggiata di oggi; 3 Aprile 2016