IMG_3538bis

 

Il Sediolo

Il Sediolo esposto nella “Sala delle Armi” al Museo Civico di Modena

 

IMG_2713bis

 

Il sellino fissato sopra una sella da equitazione

Il sellino fissato sopra una sella da equitazione

 

L’ANTICO  “SEDIOLO”  ERA DA CORSA O DA PASSEGGIO?

Sedioli di pregevole fattura arrivati fino ai giorni nostri se ne contano meno che le dita di una mano, di quelli poi che conservano intatto il finimento originale del cavallo adibito all’attacco, pare ci sia rimasto solo ed unicamente questo esemplare conservato ed esposto al MUSEO CIVICO di MODENA.

Per informazioni:  www.museicivici.modena.it   –  Cristina Stefani, Curatrice Museo d’Arte e Gipsoteca Graziosi.

Ci troviamo presso il Palazzo dei Musei di Modena all’interno della Sala delle Armi in compagnia di Cristina Stefani  che ci illustra alcune particolarità, strane e curiose, riguardo questo Sediolo.

 

Vano porta oggetti sotto il sedile di guida

Vano porta oggetti sotto il sedile di guida

 

Cristina Stefani,   Curatrice Museo d’Arte e Gipsoteca Graziosi  del Museo di Modena.                                            “”La prima cosa che immediatamente balza agli occhi del visitatore, sono le bellissime decorazioni ad intaglio attribuite al celebre intagliatore parmense, Antonio Luigi Del Buttero, che per lunghi anni prestò la sua opera alla Corte Estense. La Struttura è in legno di faggio e le decorazioni ad intaglio con motivi di ispirazione neoclassica, suggeriscono una datazione tra la fine del XVIII secolo ed i primi decenni del XIX.

Proprio la ricca decorazione a intaglio dorato, oltre alla presenza della predella del palafreniere, fanno supporre che questo Sediolo non fosse destinato tanto alle corse, ma a passeggiate o per funzioni di rappresentanza. La conformazione della seduta del guidatore, pare avvalorare l’ipotesi, infatti sotto il cuscino, chiuso da una assicella scorrevole, si trova un vano abbastanza capiente dove è possibile depositare oggetti di piccole dimensioni.

 

Particolare del "bilancino"

Particolare del “bilancino”

 

Le ricche decorazioni ad intaglio e la "predella" del Palafreniere fissata su 4 cinghie

Le ricche decorazioni ad intaglio e la “predella” del Palafreniere fissata su 4 cinghie

 

Si

Si noti l’estrema eleganza del “sellino” con le apposite regolazioni del “reggi-stanghe” che poteva essere regolato (più alto o più basso) a piacere.

 

Tra l’altro, Valdrighi, nel suo “Dizionario storico-etimologico delle contrade e spazi pubblici di Modena” (1880), racconta come sin dall’inizio del Settecento buona parte del perimetro murario della città fosse praticabile in carrozza e vi si svolgesse il passeggio.  Nel Museo civico di Piacenza inoltre, è presente un sediolo della fine del XVIII secolo utilizzato nelle corse che reca il marchio della ditta “Simonazzi  Remigio in Modena”.  La paternità modenese di questo Sediolo, testimonia la passione cittadina per le competizioni ippiche già documentate nel Seicento. “”

 

 Un quadro all'interno del Museo, avvalora l'ipotesi del doppio uso di questo mezzo.

Un quadro all’interno del Museo, avvalora l’ipotesi del doppio uso di questo mezzo.

 

Antica stampa del '600

Antica stampa del ‘600. Il “Sediolo o Brouette” ad un posto con palafreno dietro

 

Dalle parole di Cristina Stefani  abbiamo appreso tutto quello che al momento, ci è dato sapere.  Probabilmente con tempo e pazienza si potrà andare più a fondo nella ricerca perché questo particolarissimo “legno” se lo merita!

Per ora ci abbiamo dedicato solo qualche ora, e pare emergere che un certo marchese Giuseppe Galliani-Coccapani, introdusse nel ‘600 a Modena un mezzo ippotrainato a due ruote importato dalla Francia chiamato “ Brouette o Chaise a deux roues”.  Questa notizia pare confermata dalla vecchia stampa in basso che raffigura un Sediolo da passeggio (o Brouette) per due persone, assolutamente uguale nelle fattezze a quello per una sola persona esposto qui nel Museo Civico di Modena.

 

Top-001-bis

 

 

IMG_3537bis

 

Non è da escludere che il bellissimo lavoro dell’intagliatore Del Buttero che operò verso la fine del ‘700 e nella prima metà dell’ 800, sia stato eseguito sopra una base di telaio pre-esistente, considerato il telaio e ruote di un colore diverso dal seggio ed i mozzi con l’assale completamente in legno.

Altra cosa invece confermata è il doppio uso di questo sediolo visto che la predella su cui poggiava il palafreniere era facilmente e rapidamente smontabile tramite quattro cinghie di cuoio.

Un’ultima particolarità che abbiamo notato consiste in due “lunghe tirelle” che partono da sotto l’assale e terminano nei puntali delle stanghe. Queste due “tirelle?” che corrono entrambe sotto le stanghe del Sediolo sono fissate alla punta delle stanghe anteriormente, mentre nella parte terminale posteriore possono essere allungate o accorciate tramite una vite a manovella.

 

le frecce

La freccia 1 indica le cinghie di sostegno della predella del palafreno. La freccia 2, il meccanismo a vite che regola la “lunga-tirella”

 

La "lunga-tirella" corre sotto entrambe le stanghe

La “lunga-tirella” corre sotto entrambe le stanghe

 

La parte terminale della "lunga-tirella" che termina fissata al sellino

La parte terminale della “lunga-tirella” che termina fissata al sellino. (Al momento lo scopo di questa lunga-tirella non ci è chiaro)

 

Passiamo ora al finimento in cuoio predisposto per questo attacco che al momento pare rappresentare l’unico pezzo del genere esistente. Ad una prima occhiata ci pare di capire che il finimento fu realizzato espressamente su-misura e che, viste le quattro “chiavi passa-redini” sopra il “sellino”, doveva servire per un attacco a “Tandem”

Ci sarà anche un perché riguardo il “sellino” che regge le stanghe, stranamente fissato sopra una “sella da equitazione”.

Da non scartare l'ipotesi di un attacco simile a questo. (Tandem sellato)

Da non scartare l’ipotesi di un attacco simile a questo. (Tandem sellato)

 

Parte terminale delle redini in tessuto ricamato

Parte terminale delle redini in tessuto ricamato

Osservando la parte terminale delle redini, completamente in robusto tessuto ricamato, dobbiamo ammettere che l’antico proprietario e guidatore del Sediolo aveva risolto brillantemente il problema del grasso depositato sulle redini che “solitamente” imbratta mani e vestiti.

Non si conosce per ora chi fu l’ultimo proprietario-guidatore di questo sediolo, unico indizio le “corone” da marchese sul “frontalino” della briglia che attestavano inequivocabilmente la proprietà ad un Nobile Gentiluomo.  Molto bello (anche se leggermente sotto-misura) il cavallo ligneo che indossa i rarissimi e unici finimenti.

Per tutti gli appassionati di Carrozze d’epoca e legni rari, una visita alla Sala delle Armi presso il Museo Civico di Modena è un appuntamento imperdibile. Un altro motivo di grande interesse è la collezione rarissima di antiche imboccature da cavallo (morsi) in bella vista accanto il Sediolo.

 

Particolare del mozzo in legno, in uso fino alla prima metà del '700

Particolare del mozzo in legno, in uso fino alla prima metà del ‘700

 

Alla "briglia" si nota che erano agganciate altre parti del finimento.

Alla “briglia” si nota che erano agganciate altre parti del finimento andate perdute.

 

Il finimento possiamo dire che è al completo al 90%

Il finimento possiamo dire che è al completo al 90%

 

 

 

IMG_2772bis

 

Ci teniamo a precisare che all’interno del Palazzo dei Musei di Modena, nell’ingresso a fianco il Bar, si trova un assortitissimo punto vendita con tantissimi libri e cataloghi sugli oggetti esposti del Museo. I libri sono in vendita e considerato che l’ingresso al Museo Civico dove troverete il Sediolo è gratuito, non sarebbe male acquistare prima o dopo la visita il libro “dedicato”. Per tutte le informazioni: www.museicivici.modena.it

 

Topbis

 

 

IMG_3503bis

 

IMG_3496bis

 

IMG_3529bis

 

IMG_3473bis