Addio e Grazie, Cav. Roberto Baroni
UN ULTIMO SALUTO AL CAV. ROBERTO BARONI CHE CI HA LASCIATI, MA PRIMA DI ANDARSENE A TUTTI COLORO CHE HANNO SAPUTO ASCOLTARLO … HA INSEGNATO QUALCOSA.

A sin. ROBERTO BARONI (85 anni) REDINI ALLA MANO CON A FIANCO MATTEO TOSO presso l’AZ. CORTE MILANA a PAPOZZE (RO)

A sin. ROBERTO BARONI A 84 ANNI, A des. TANTI ANNI PRIMA NELL’AZ. DI FAMIGLIA.
SIAMO ALL’ULTIMO SALUTO CAV. ROBERTO BARONI
Poco tempo fa avevamo parlato di Lui, Roberto Baroni, lo avevamo anche intervistato io e l’amico Ivo Caprili (Resto del Carlino-Rovigo), insieme avevamo intravisto sul suo volto e nelle sue parole, una sempre più rimarcata “disaffezione” a questi tempi moderni e “strani”. Una persona che con i cavalli (insieme alla Famiglia) aveva innalzato a grandi livelli la reputazione e la credibilità Italiana nel mondo degli allevatori e non solo, trovarsi oggi a passeggiare accanto a librerie dove si acquista “Italiani Volta gabbana”, in mezzo a una folla che il lunedì ti saluta, il sabato no… no e poi no, non sono più i tempi adatti a persone con la spina dorsale diritta e lo sguardo fiero come il Cav. ROBERTO BARONI !

A sin. ROBERTO BARONI RICEVE LA BANDIERA DA DIONIGI RUGGERI
Visto il suo attaccamento ai cavalli e alle tradizioni di Casa Savoia, in collaborazione con il Comm. Dionigi Ruggeri, vicario prov. per Bologna degli ordini dinastici della Real Casa Savoia, gli venne fatto omaggio di una antica bandiera Italiana con al centro lo stemma Sabaudo. Bandiera che nel passato una mano ignota e maleducata gli aveva sottratto da casa propria.

ADDESTRAMENTO E LAVORO

TIRO A TRE CAVALLI CON CARRO E RIMORCHIO

CAVALLI AL LAVORO NEI CAMPI
I RICORDI
L’Azienda di Famiglia a vocazione agricola, faceva capo al padre, Ermenegildo Baroni che diede grande impulso all’allevamento dei cavalli. Non bisogna dimenticare che stiamo parlando dei primi 20 anni del ‘900 quando tanti lavori in agricoltura venivano ancora svolti a “trazione animale”. Qui nacque la Razza Padana, (cavalle venete + stalloni bretoni), una razza di cavalli che in tempi di pace, doveva avere una buona muscolatura per i lavori agricoli ma anche una bella morfologia degna di un nobile essere come il Cavallo. Amava dire il padre “I cavalli in Azienda si devono guadagnare la biada con il lavoro, come facciamo noi.” Con il passare degli anni chiaramente si intensificò il commercio e migliorando la razza arrivarono anche cavalli “Campioni” in diverse specialità. Tanto per fare un po’ di numeri diremo che in Azienda erano presenti 54 fattrici selezionate e 8 stalloni , calcolando i puledri nati ogni anno, è facile intuire che dopo i primi tre, quattro anni il numero complessivo dei capi superava i 200 esemplari. Fiore all’occhiello dell’allevamento il primo premio alla Fiera dell’Agricoltura di Verona del 1955 con lo Stallone EBANO primo su 130 soggetti presenti.

PREMIAZIONE A VERONA NEL 1955 CON L’ALLORA MINISTRO DELL’AGRICOLTURA E AUTORITA’ , SOTTO “EBANO”

SEMPRE PRESENTE IN SFILATE E CONCORSI DI ELEGANZA

LE CORSE AL TROTTO (curiose) ANCHE CON DUE CAVALLI
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A sin. BRUNO e IL PADRE, A des. UNA DELLE TANTE GRATIFICAZIONI RICEVUTE PER I SEMPRE MAGNIFICI CAVALLI ALLEVATI. ( Foto di sin. www.mymilitaria.it )
UN ANNEDOTO CURIOSO
Come vuole la consuetudine, sempre di moda anche con il passar degli anni, un bel cavallo dell’allevamento piacque particolarmente ai massimi vertici Istituzionali del tempo, e si ritenne opportuno fare un “doveroso omaggio” a chi, per il momento, si stava prodigando per lo sviluppo della Nazione. Così una mattina del 1941 dall’allevamento Baroni di Baricetta (Rovigo) partì un luccicante cavallo sauro di razza Padana con tanto Hackney dentro, balzano da quattro, di nome Orlando diretto a Roma. Un emissario di Benito Mussolini aveva destinato quel cavallo al figlio Bruno. Arrivati che furono a destinazione e scaricato il cavallo nei pressi delle scuderie, ecco la brutta sorpresa; comunicano agli uomini al seguito del cavallo che il destinatario del regalo, Bruno, figlio del Duce, nottetempo era precipitato con il suo aereo ed era deceduto. L’incaricato governativo con grande senso di signorilità, prima di accomiatarsi dal gruppo, prese dalla scuderia una sella della Real Selleria Masetti in cinghiale con relativa briglia e la sistemò sul garrese di “Orlando”, a quel punto, un saluto di cordoglio per l’accaduto poi, ritorno a Rovigo.
La sella in cinghiale “Masetti” fa parte di una collezione privata non visitabile e il Sig. Baroni ci aveva promesso che ce la faceva fotografare, non fa nulla, ci accontentiamo della foto originale che vedete qui sotto, scattata poche ore dopo l’evento. L’importante è che Roberto Baroni su quella sella e con quel cavallo ci fece belle passeggiate ed energiche galoppate, ora dentro un Museo, insieme ad altre selle è solo un “bel pezzo di pelle-cucita”.

“ORLANDO” DI RITORNO DA ROMA CON SELLA E BRIGLIA
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GRAZIE GENTILUOMO E CAVALIER ROBERTO BARONI.
Il Cav. Baroni teneva con molto ordine e cura tanti album fotografici che descrivevano con rara bellezza l’ultimo pezzo di mondo antico che inesorabilmente doveva lasciare il passo alle tecnologiche, affascinanti e … poco faticose “Automobili”. Buona visione con “Come Eravamo”