IL  MULO "LEVRIN" e VERO

IL MULO “LEVRIN” e VERO

Testi e foto di  GIANCARLO  BINA che così ha voluto ricordare due cari amici, uno dei quali se ne è andato … per sempre.

 

La storia di Levrin e Vero è molto semplice, stracolma di sentimenti come l’affetto che li legava, il rispetto reciproco e la cocciutaggine di stare uniti fino all’ ultimo in luoghi molto disagiati
come l’ alta val Trebbia, dove il lavoro corrisponde ad un’ enorme fatica. Vero ha acquistato Levrin da puledro, l’ ha domato sia a basto che a slitta. Il nome Levrin significa in ligure piccola lepre,
infatti come si può notare dall’ immagine è un mulo di piccola taglia adatto a procedere con passo sicuro su sentieri impervi tipici di quelle zone. Era figlio di un asino locale e di una cavalla
bettolese, una sottorazza bardigiana.

Ho avuto il sommo piacere di giudicare, più di 20 anni orsono, in una rassegna equina, uno stallone di questa sotto razza, oramai estinta, proveniente da Carrega Ligure.Il Bettolese, originario di Bettole di Piacenza, era fino agli anni 50, molto diffuso sui nostri appennini.Cavallo morfologicamente simile al bardigiano, ma con scheletro più gentile e di peso corporeo leggermente inferiore. La resistenza alla fatica e la vivacità si presume sia stata data a questo cavallo da un insaguamento di uno stallone arabo acquistato agli inizi del settecento da un nobile
di Bettole ed incrociato con le cavalle locali. Anch’ io ho un legame particolare con questa sotto razza, il mio nonno la sera del 9 dicembre del 50 con la sua cavallina bettolese attaccata ad un calesse munito di capotta è andato a prendere l’ ostetrica ad un paese vicino che mi ha aiutato a venire al mondo. Per tornare al nostro Levrin, dopo qualche anno dalla doma, Vero ha compreso la cosidetta stoffa e l’ ha posizionato in prima fila rispetto agli altri muli come lider. Il lavoro principale era portare legna a valle dai folti boschi della zona e materiale edilizio sia ai privati che alle imprese che edificavano tralicci per le linee elettriche.

Questo lavoro, Levrin l’ ha portato avanti per più di 30 anni, ma una triste mattina non è più riuscito ad alzarsi, le sue esili gambe usurate dal troppo lavoro hanno deciso di non reggerlo più e purtroppo per il nostro amico è arrivata la fine, vi lascio immaginare lo stato d’ animo del suo padrone. Vero, oramai anche lui avanti con gli anni e solo al mondo,minato dal dispiacere della perdita, ha venduto anche l’ ultimo compagno di Levrin e ha cessato l’ attività di mulattiere, interrompendo una attività antichissima e forse irripetibile.

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L’ “Amico” Giancarlo Bina, (nella foto) con il cuore e non con la penna, ha voluto ricordare così il MULO “LEVRIN” .