15 sett. 2013 A Monselice (PD) Macchine da Guerra del Medio Evo
ANTICHE MACCHINE DA GUERRA A MONSELICE
Continua con sempre più successo questa particolare Sfilata in costume che vede fedelmente ricostruite antiche macchine belliche che appassionati giunti da ogni parte d’Italia hanno pazientemente elaborato.
Testi e foto di MATTEO TOSO
GIOSTRA DELLA ROCCA |
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LA STORIA | ||
Narra la storia che nel 1239, l’imperatore Federico II diretto a Padova passò per Monselice. La nostra Giostra ripercorre le tradizionali gare di abilità, forza e destrezza che caratterizzarono le feste medievali. Le gare degli arcieri, la prova di forza alle macine, le gare di corsa in velocità, il torneo di scacchi, la giostra con la lancia e il torneo a cavallo, sono le caratteristiche competizioni del Palio di Monselice. | ||
Nove sono le Contrade che hanno riscoperto gli usi e i costumi antichi dei quartieri e dei borghi. Le contrade, secondo il ferreo regolamento rinnovato di anno in anno, si contendono la vittoria nelle diverse gare ed insieme vanno a costituire il grande Corteo Storico che sfila tra le vie principali della città. Una nota particolarmente interessante è costituita dalla minuziosa ricostruzione delle grandi macchine da guerra: torri, balestre, catapulte, caldaia della pece, arieti ed altri minori strumenti bellici. | ||
Le contrade della Giostra della Rocca sono: |
1. CARMINE
2. CA’ ODDO
3. MARENDOLE
4. MONTICELLI
5. SAN BORTOLO 6. SAN COSMA
7. SAN GIACOMO
8. SAN MARTINO
9. TORRE
CARMINE |
Colore: bianco-rosso
Simbolo: Atlante. La statua che dall’alto di una rotonda, sul Monte Ricco, domina la vallata reggendo il mondo. Atlante
Personaggio storico: Arcivescovo Fontana
Macchina da guerra: Torre d’assalto
Bottega artigiana: I bottai
Dominata dalla possente presenza del Monte Ricco, la Contrada conserva sulla cima del colle resti antichi quali l’eremo di Santa Domenica e la villa ex Cini, costruiti su un castello. Accanto vi è la chiesetta di San Giovanni Battista con il grazioso chiostro rifatto, legato un tempo alla annuale salita dei devoti abitanti di Monte Ricco. Anche la vecchia chiesa del Carmine che sorge vicino alla stazione ferroviaria è un piccolo e antico gioiello. Un tempo venerata dai cittadini della frazione monselicense, la chiesetta, oggi restaurata, è adibita a sala polivalente. La Contrada bianco-rossa ha come simbolo Atlante, poiché una statua dell’antico dio che sorregge il mondo, sorge sulla sommità del colle. A partire dalle sue pendici, il corteo di Monte Ricco parte verso la città, sventolando bandiere e festoni, pronto per sostenere la nuova sfida. Nel corteo spicca la poderosa torre d’assalto in legno costruita dalla bottega della Contrada. I cortigiani, i nobili, le dame e i cavalieri nei loro eleganti costumi accompagnano l’Arcivescovo Fontana e i suoi prelati.
CA’ ODDO
Colore: Bianco-rosa
Simbolo: La popolata. E’ un pioppo centenario che al centro della frazione presta la sua lunga vita ad una leggenda che racconta la storia di una terribile strega imprigionata tra le sue radici
Personaggio storico: Araldo e Monte
Macchina da guerra: L’ariete
Bottega artigiana: I fabbri
La misteriosa “Povolata”, simbolo della Contrada, secondo la fantasia popolare possiede dei poteri magici e si dice che addirittura affondi le sue radici nella terra degli inferi. Il centenario pioppo della frazione convive con la residenza degli Oddo, risalente al XIX secolo e costruita sui resti di un antico castello. Nella campagna monselicense essa costituisce un’affascinante ed esclusiva presenza insieme al lussureggiante parco della villa. Il grande e secolare pioppo che domina la piccola frazione è stato eretto quale suggestivo emblema della contrada. I due personaggi caratteristici, Araldo e Monte, i due attentatori alla vita di Ezzelino, durante il corteo vengono incatenati e sospinti lungo le vie della città.
MARENDOLE
Colore: bianco-nero
Simbolo: Il drago. Una leggenda racconta che un terribile mostro rifugiatosi sul monte Fiorin, dopo aver ingoiato un bambino, scomparve nelle viscere della terra alla presenza di un vescovo esorcista, e che sul posto sia stata posta dalla comunità una lapide con la scritta “In Domino confido”
Personaggio storico: il Cardinale Simone Paltanieri
Macchina da guerra: La catapulta
Bottega artigiana: Gli scalpellini
La Contrada, situata nella parte ovest del territorio comunale, un tempo conviveva in armonia con il monte Fiorin, che ormai divorato dalla cementeria ha perso le sue originarie sembianze. Il drago, rievocazione esplicita del mostro, troneggia, nella bandiera bianca e nera, mentre l’imponente catapulta, sempre scortata dai soldati e il lancio della pece bollente rappresentano due fra i più importanti strumenti bellici di difesa allora in uso. Il corteo è aperto dal gonfalone e da grandi bandiere seguite da damigelle, piccoli paggi e tamburini. Il personaggio storico della Contrada di Marendole è il Cardinale Paltanieri cui spetta il merito di aver favorito la costruzione del Duomo Vecchio con al suo seguito i rappresentanti del clero. Compare poi il nobile casato dei Capodivacca, seguono le dame di corte e i jolly che intrattengono con i loro giochi e scherzi. La bottega che caratterizza la contrada è quella degli scalpellini: ricorda il diffuso mestiere dell’estrazione e lavorazione della trachite che ha sostenuto per tanti secoli l’economia locale.
MONTICELLI
Colore: rosso-nero
Simbolo: il Capitello. Questa singolare presenza di fede al centro della borgata innalzata a mo’ di vela verso il cielo, é stata stilizzata e presa a simbolo per la Contrada
Personaggio storico: Francesco Petrarca
Macchina da guerra: la catapulta
Bottega artigiana: i mugnai
Monticelli è un piccolo borgo situato a nord di Monselice. Il suo cuore palpita lungo le pendici di una collinetta. La frazione vanta alcune presenze di grande valore storico. Dall’alto dell’originale Altare, simbolo della Contrada, è possibile dominare la splendida tenuta Lispida con Villa Italia quartiere generale di Vittorio Emanuele III durante il primo conflitto mondiale e costruita nell’Ottocento sui resti dell’antico convento di Santa Maria. Volgendo lo sguardo verso Arquà, un terzo colle, l’Arlecchino, ospita Villa Renier, circondata di cipressi e di singolari composizioni architettoniche, custodi gelose di un immaginario soggiorno foscoliano. Una comunità di 600 abitanti unita nello sforzo di riaffermare Ia propria identità. Il personaggio storico della Contrada è Francesco Petrarca, che qui a Monselice godeva di un piccolo beneficio canonicale.
SAN BORTOLO
Colore: verde-rosa
Simbolo: la Capa Santa. Si trattò della “capasanta” usata un temo per la questua
Personaggio storico: i Domenicani
Macchina da guerra: ariete
Bottega artigiana: gli ortolani
La Contrada di San Bortolo sorge dirimpetto all’attuale zona industriale di Monselice e ha perso con il tempo i segni visibili delle sue antiche origini. Da alcuni documenti storici, tra i quali il famoso Catastico detto di Ezzelino III, risulta accertata la presenza nella frazione di una chiesa dedicata a San Bartolomeo in epoca medievale. La frazione ha quindi sicuramente un passato degno di prestigio confermato anche dai reperti archeologici e dalle tracce di strutture insediative di epoca romana che la campagna ha restituito. L’apparato militare della Contrada è assai ricco e presenta soldati in uniforme ed altri addetti alla carica dell’ariete assieme ad un nutrito numero di tamburini. Accanto al gruppo storico dei domenicani, presenti in città già dai tempi ai quali si ispira la Giostra, nobili e dame sfilano sfoggiando i loro ricchi costumi. Suggestive le figure dei contadini che portano con se i prodotti della terra. Il simbolo della Contrada è la Capa Santa, tipica dei pellegrini, pronta a raccogliere l’entusiasmo dei concittadini, e perché no, a porsi come amuleto porta fortuna per ripetere le vittorie delle precedenti edizioni della giostra.
SAN COSMA
Colore: bianco-verde
Simbolo: il grappolo d’uva; la coltivazione della vite é stata caratteristica della contrada fin dai tempi antichi e viene tuttora praticata nonostante l’avvento di nuove colture agricole
Personaggio storico: crociati a cavallo
Macchina da guerra: arcobalestra
Bottega artigiana: i vignaioli
Alla contrada monselicense questo nome fu assegnato solo una cinquantina d’anni fa. Infatti ancor oggi è conosciuta come Stortola denominazione antica che deriva da un toponimo latino, Stratega, cioè via minore inghiaiata della documentata centuariazione romana cui venne sottoposto il territorio monselicense. La chiesa parrocchiale di recente costruzione è dedicata ai Santi Cosma e Damiano, ma in passato esisteva una chiesetta (in via Chiesa Vecchia), la cui esistenza è documentata in uno scritto del 1221. Nel ‘600 ospitava ancora qualche eremita e fino a qualche tempo fa vi si celebrava la messa per i contadini e i braccianti del territorio Venne sostituita dal nuovo tempio nel 1925. Il corteo della Contrada si apre con gli sbandieratori e i tamburini seguiti da uno stuolo di soldati, palafrenieri, dame, signori, papi e crociati a cavallo. Il simbolo di San Cosma è il grappolo d’uva, segno dell’importanza che ancor oggi la coltivazione della vite riscuote nella frazione. Particolarmente originale il gruppo dei contadini che accompagnano il carro, sul quale, oltre all’uva, fanno bella mostra di se gli attrezzi per questa lavorazione.
SAN GIACOMO
Colori: bianco-azzurro
Simbolo: le mani: sono le mani di San Francesco e di Gesù a cui il convento della contrada è dedicato
Personaggio storico: i Carraresi
Macchina da guerra: catapulta
Bottega artigiana: i tessitori
Il Convento di San Giacomo ha le sue origini nel lontano marzo 1162, quando, venne fondato come Ospedale per pellegrini. Venne trasformato quasi subito in monastero benedettino e nella seconda metà del XVII secolo fu affidato ai ai Frati Francescani. La Contrada prende quindi il nome dal grande monastero francescano. Com’è noto la Signoria dei Carraresi ottenne il. dominio su Monselice sin dall’inizio del ‘300 e i suoi esponenti dimorarono nel castello della città della Rocca. Il gruppo delle comparse prende spunto dalla nobile: famiglia carrarese e ne rappresenta la vita di palazzo nelle sue molteplici sfumature. Accanto ai nobili; compaiono dame di compagnia, cavalieri, soldati, artigiani e popolani. La bottega artigiana della contrada è quella dei tessitori. La macchina da guerra della Contrada è la catapulta: perfettamente riprodotta, ripropone l’antico modo di far guerra sotto le mura assediate.
SAN MARTINO
Colore: giallo-blu
Simbolo: il pane di Santa Lucia, protettrice della vista e patrona della contrada
Personaggio storico: Federico ll di Svevia
Macchina da guerra: balestra lancia-tronchi
Bottega artigiana: i conciatori di pelli
Il corteo di San Martino rievoca l’entrata di Federico II in Monselice nel 1239 ed è costituito da due parti: i cittadini che escono ad accogliere l’Imperatore ed il Gruppo Imperiale che entra in città con i dovuti onori. La prima parte è aperta dall’araldo che chiama a raccolta i contradaioli per aggregarsi al corteo ed accogliere l’Imperatore. I primi ad aggregarsi sono i bambini: poi arrivano gli artigiani conciatori di pelle con il loro stendardo di Corporazione: nel medioevo il Borgo Costa era sede di importanti concerie e di laboratori per la lavorazione delle pelli. Poi fa strada la massima autorità cittadina: il Podestà Giudice, che si presenta maestosamente con la scorta e lo stendardo del Santo protettore, San Martino, attorniato da damigelle festanti recanti gli emblemi delle attività produttive e il simbolo della Contrada. La seconda parte si apre con l’altra arma da guerra delle truppe imperali preceduta dal proprio stendardo portato dai soldati balestrieri e guidata dai servienti: la balestra lancia tronchi serviva per lo sfondamento a distanza di porte e cinte murarie. Dopo l’arma da guerra, appare l’Imperatore Federico II di Svevia, preceduto da soldati e nobili a cavallo, che entra in Monselice. E’ storicamente accertato che alla sua venuta nel 1239 I’Imperatore insediò due guarnigioni di guerrieri Saraceni proprio a Monselice e a Valbona, ponendole al comando di un suo fido capitano: Guardalupo di Puglia.
TORRE
Colore: bianco-rosso
Simbolo: la torre. L’antica costruzione che s’innalza nel cuore della città è diventata il simbolo della contrada che rappresenta il centro di Monselice
Personaggio storico: Ezzelino III da Romano
Macchina da guerra: catapulta da difesa
Bottega artigiana: i burocrati
Le parti delle mura oggi visibili, sono l’ultimo dei cinque ordini che cingevano la città. A questo appartiene pure la torre, simbolo di Monselice risalente pare al 1224 e rimaneggiata nei secoli successivi. La Torre non rappresenta, come per le altre contrade, una specifica bottega artigiana, ma considerando la sua collocazione urbana predispone la sfilata di burocrati i cui costumi sono frutto dl un’approfondita indagine appurata sui documenti esistenti. Su tutti i figuranti domina la figura di Ezzelino III. Il sigillo, la bandiera della città, ragazze con fiori e simboli accompagnate dal gonfalone e dal rullo dei tamburi aprono il corteo. Mercanti, mastri orafi e lo scrivano Padre Gerardo (biografo di Ezzelino) seguito dalla nobiltà arresasi al tiranno precedono i castellani La sfilata è chiusa dai mercanti di stoffe e dai nobili che ritornano dalle battute di caccia.
Per ulteriori informazioni potete consultare il sito : www.monseliceturismo.it