Anno 1939 loc. MONTOVOLO (BO)  gita sulla TREGGIA

Anno 1939 loc. MONTOVOLO (BO) gita sulla TREGGIA

 

LA  TREGGIA  RACCONTATA  DA  UN  TESTIMONE  OCULARE

Un viaggio ai confini della realtà ma realmente accaduto.

Proseguiamo i nostri approfondimenti storici sul più antico mezzo di trasporto  utilizzato dall’uomo circa 5000 anni fa ma  che per vari motivi ha continuato a circolare migliaia di anni dopo la scoperta della ruota.  Quello che ora vi andiamo a raccontare con la viva voce del testimone risale al  1939 in località Montovolo ( BO )  Abbiamo raggiunto “il testimone” che risponde al nome di Dionigi Ruggeri nel romantico casolare di campagna oggi trasformato nell’ Azienda Agrituristica Pradone  gestito dalle figlie e che si trova in località Piumazzo di Castelfranco Emilia (MO)    Ci sediamo nel suggestivo ristorante che ha mantenuto soffitti e colonne dell’antica stalla, teniamo bene a mente che  in queste zone venne inventato, assaggiato e venduto il primo “tortellino” tanto per muoverci l’appetito e finalmente dopo l’aperitivo di rito ecco il Sig. Dionigi che ci indica nella foto un paffutello bambino di un anno sorretto amorevolmente dalla mamma,  insieme al papà e alla nonna, dentro un comodo “cestone in vimini” , ecco, quel bambino sono io 73 anni fa!    Complimenti dico io, ma ora ci racconti le sue impressioni :

 

Il Sig.DIONIGI RUGGERI  oggi in giacca e cravatta nel 1939 festeggiava un anno di vita sulla TREGGIA

Il Sig.DIONIGI RUGGERI oggi in giacca e cravatta nel 1939 festeggiava un anno di vita sulla TREGGIA.

Dionigi Ruggeri “ faccio un passo indietro per farvi meglio capire, a quei tempi la mia era una famiglia benestante e naturalmente come mezzi di trasporto ne  avevamo più di uno, come possiamo vedere in questa  foto che raffigura mio nonno Dionigio Ruggeri  sul calesse scattata a Vimignano (Grizzana Morandi-BO ) nel lontano 1898, e vi chiederete perché usare proprio la treggia, è presto detto;  oggi siamo abituati a vedere i sentieri di montagna battuti, ben ghiaiati e ben livellati ma una volta non era così, bastava un mese di siccità che dalla sera alla mattina si aprivano delle crepe nel terreno dove se vi entrava la ruota di un carro o una carrozza ne usciva completamente distrutta, stessa cosa quando si incontravano zone palustri dove con acqua e fango le ruote sprofondavano nella melma ed era impossibile proseguire il cammino.  Ebbene, può sembrare strano ma la treggia con la sua struttura unita alla poderosa forza della coppia di buoi risolveva brillantemente entrambi i problemi.   Ma ora veniamo alla foto, era una bellissima giornata primaverile, io avevo da poco compiuto il mio primo anno di vita così con tutta la famiglia, nonna inclusa, ci recammo a fare visita a parenti che abitavano piuttosto lontano. La treggia con il suo ampio e comodo cestone era il mezzo ideale che permetteva anche ai più deboli come vecchi e bambini di poter compiere lunghi tragitti, e per dovere di cronaca c’è da dire che per  tantissime persone che “ai tempi” abitavano queste montagne il  viaggio più lungo che facevano in tutta la loro vita era dalla casa al campo e dal campo a casa. “   

A fianco  del guidatore il nonno Sig. DIONIGIO  RUGGERI in una foto a VIMIGNANO (Grizzana Morandi) nel 1898.

A fianco del guidatore il nonno Sig. DIONIGIO RUGGERI in una foto a VIMIGNANO (Grizzana Morandi) nel 1898.

 

  Ringrazio e saluto il Sig. Dionigi Ruggeri per l’incredibile testimonianza, poi salgo in auto e cerco di dimenticare immediatamente tutto quello che ho sentito perché appena scatta il semaforo verde se non parto nel giro un secondo e due decimi le quattro auto dietro di me si mettono a suonare all’impazzata!