Il carretto degli antichi pastori del Monte Cimone
Modena è alle nostre spalle, transitiamo dalla capitale della ciliegia, Vignola per poi affrontare una serie di tornanti che superati i 900 metri di altitudine ci portano a Montese, ancora una manciata di chilometri ed eccoci a Castelluccio, davanti a noi la maestosa sagoma del Monte Cimone, sotto di noi un viottolo ghiaiato che si perde in mezzo ai boschi della Azienda Faunistico Venatoria “LA SELVA”.
Seguiamo il sentiero che ci conduce al classico Rifugio di Caccia, meta prediletta degli ultimi veri appassionati dell’arte venatoria che in questi locali dall’arredo un po “retrò” possono soggiornare per più giorni, e pranzare tutti in compagnia al tepore del grande camino decorato da suggestivi trofei di caccia. La giornata è fredda, ma il sole alto nel cielo terso ci invita a percorrere gli antichi sentieri dei dintorni meglio conosciuti come “Le vie dei Pastori”. Poche centinaia di metri e arriviamo davanti un piccolo agglomerato di case in pietra a vista, probabili rifugi di antichi Pastori, qui tra non molto sorgerà un Agriturismo con Fattoria Didattica che ci auguriamo riesca a coniugare i piaceri della buona cucina alle antiche tradizioni di queste terre.
L’auspicio si concretizza immediatamente quando spalancando una porta ci troviamo al cospetto di un carretto a due ruote che una mano-amica ha voluto salvare dalle incurie del tempo, con un restauro meticoloso che ha riportato alla mente le fatiche e le gioie dei vari proprietari che nel corso degli anni si alternarono nel condurlo su e giù per quei monti.
UN PO DI STORIA
Pare oramai accertato che i primi abitanti di queste zone ai piedi del Monte Cimone furono i “Liguri-Friniati”, presenti dal II secolo A.c. arrivati in questi territori provenienti dalla pianura padana e dediti ad attività di agricoltura e pastorizia. Dai precisi racconti di Adolfo Galassini apprendiamo che l’esodo delle greggi iniziava a settembre e ogni famiglia si sceglieva una persona detta “il Pastore” che aveva l’incarico di condurre le greggi verso climi più temperati. Le mete più propizie erano il Modenese, il Ferrarese, il Mantovano e la Maremma Toscana. Il rientro poi degli armenti avveniva verso il mese di maggio. Un personaggio che resterà per sempre una leggenda era “Il VERGAIO”, un Pastore che possedeva un gregge molto numeroso e che si offriva ad ospitare assieme ai propri capi anche piccole greggi di altri proprietari al fine di contenere i costi della lunga trasferta.
UN CAPOLAVORO DI INGEGNO
In tempi passati ed in zone impervie come queste dove fino al 1930 le vie di comunicazione erano un problema, un solo mezzo doveva assolvere a più funzioni possibili coniugando la praticità alla convenienza ed al tempo stesso essere robusto e leggero. Ma cosa poteva trasportare questo ingegnoso carretto multi-uso? Innanzitutto la famiglia al completo la domenica mattina per la Santa Messa, la spesa grossa per le provviste di casa, caricare vitelli, maiali e pecore grazie al pianale molto basso, animali da cortile vivi da vendere ai mercati che per evitare la loro fuga erano coperti da una rete in corda, togliendo poi le due sponde laterali si otteneva un comodo pianale di carico per trasportare fieno, paglia o legname.
DIMENTICAVO … Un paio di grossi scarponi da montagna accanto al carretto forse vogliono dirci che “scarpa grossa, cervello fino”.
AFV ” LA SELVA ” a Castelluccio di MONTESE (MO) E-mail- info@afvselva.it