Dalla mia carrozza. Poesia di Guia Risari
Dalla mia carrozza
Poche cose son belle nella vita
come sentir guizzare tra le dita
la tenacia di redini impastate
che guidan del cavallo le falcate
La criniera sobbalza vaporosa
la schiena è curva e poderosa
E l’animale splendido divora
i lunghi viali in neanche un quarto d’ora
Il suono dei suoi zoccoli è deciso
più assiduo di un cronometro preciso
Io chiudo gli occhi e allungo le braccia
dimentico di avere corpo e faccia
La mente è sciolta al galoppo
pensare – a volte – è di troppo
Si confonde tra i crini serici
di circuiti devianti, periferici
Non sono più io e nemmeno so
se bisogna essere e però
osservo dalla mia carrozza il mondo
e per un attimo lo conosco a fondo
Con occhi grandi, occhi da equino
che vedono ovunque un principio divino
e un muso vellutato e spugnoso
dove l’universo è esploso
Il verde è più verde, il giallo più giallo
La vita non è più un breve intervallo
La vita è presente nell’attimo stesso
non puoi rimandarla: non è lo stesso
La corsa assorbe ogni altra energia
divorando chilometri via via
Il vento mi sussurra tra i capelli
e gli alberi più spogli sembran belli
È questa – credo – la felicità
chi va in carrozza di certo lo sa
che gambe e ruote portano più in alto
di qualsiasi altro salto
Perché il movimento non è verticale
ma attraversa di sbieco il reale
per portare il cavallo e l’umano
in un terreno comune e arcano
Il Regno del cielo e della terra infinita
da percorrere tutto in una vita
in armonia, a cassetta
senza nessuna ansia, nessuna fretta
Guia Risari
Torino, 19 ottobre 2012