Un Campionato del Mondo è sempre e comunque un insostituibile tassello per costruire il futuro, sia degli atleti che vi partecipano sia delle strategie delle Federazioni per il raggiungimento degli obiettivi per una crescita mirata.

 

GLI ITALIANI

Indipendentemente dal risultato è quindi doveroso ringraziare i nostri due portacolori che si sono messi in gioco pur con tutte le difficoltà e pur conoscendo a priori lo strapotere di compagini nazionali forti di un’organizzazione, un sostegno, una preparazione dove nulla è lasciato al caso.

In alto la squadra di Johann Weitlaner con il Capo Equipe ed il Veterinario di squadra e sotto la squadra di Marco Perinotto

Bravi dunque, Weitlaner e Perinotto e bravo tutto il piccolo team che ha lavorato nell’oscurità rimboccandosi le maniche e senza mai ricevere nemmeno una pacca sulla spalla! Grazie ad Angelika Irschara, Paola Pissardo, Simone Boerio, Gianluca Addondi ai quali si è aggiunto per dare una mano anche Luca Cavallari.  Grazie per esserci stati, per averci provato, per aver dimostrato che l’Italia esiste e che intende comunque puntare ad un miglioramento, un passo alla volta, sempreché siano create a monte le condizioni perché questo si possa realizzare. Già il fatto di essersi qualificati e di essere arrivati fin lì è per l’Italia una vittoria, anche se poi le cose non vanno sempre come si desidera. Le premesse erano abbastanza incoraggianti ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.

 

Il veterinario, Dott. Giacomo Botticini, osserva i pony del Team Italia durante la prima ispezione: tutti dichiarati “fit to compete”

 

Tra gli aspetti positivi vi è senz’altro la prova di dressage di Perinotto (60,00 penalità), che ha migliorato di 5 punti il risultato ottenuto nell’ultimo mondiale di Breda (Olanda) dove la giuria era stata in generale molto più di manica larga: in media le penalità di quest’anno erano di 5 punti superiori a quelle di Breda. Non è stato il caso dei nostri, ma anche questa volta si sono viste da parte della giuria (4 su 5 giudici di 4° livello), soprattutto nei Singoli, valutazioni molto contrastanti, con lo stesso concorrente piazzato 4° da un giudice e 39° da un altro, o una votazione di 7,5 e di 3 nella stessa figura – e non è un caso isolato! Questo a testimonianza che le critiche spesso mosse ai giudici italiani sono alquanto anacronistiche. Si guarda sempre agli stranieri come ai detentori del sapere, ma a quanto pare così non è. Per Weitlaner un risultato forse un po’ al di sotto delle sue possibilità, con 55,22 penalità (piazzamenti dei singoli giudici dal 6° al 22° posto), che comunque gli hanno permesso di insediarsi all’11° posto nella prima prova su 33 partenti.

 

Johann Weitlaner con la sua pariglia di Haflinger e la groom Angelika Irschara

 

La maratona: innegabili le difficoltà dei nostri, tra l’altro difficoltà di intesa con i pony che si sono presentate per la prima volta. Entrambi sono in grado di fare molto meglio ma questa evidentemente non era la loro giornata. Weitlaner, con 15 punti di distacco dal primo classificato, ha comunque compromesso il discreto risultato della giornata precedente mentre Perinotto, dopo un inizio in linea con le sue possibilità, non è riuscito a mano a mano che gli ostacoli si susseguivano, a mantenere il controllo, accumulando 40 penalità in più del vincitore della maratona. Peccato, perché prima della partenza, in campo prova, sotto lo sguardo attento del suo trainer personale, Bram Chardon, i pony erano perfettamente agli ordini.

 

Marco Perinotto con il tiro a quattro di pony Welsh, i groom Paola Pissardo, Simone Boerio e Gianluca Addondi e con il suo trainer Bram Chardon

 

A questo punto per noi i giochi erano fatti. La prova coni poteva rappresentare per noi solo un OTTIMO esercizio per quelle che sono le aspettative dei costruttori di percorso di oggi, visto che entrambi sono già partiti demotivati. Due palline per Weitlaner e quattro per Perinotto con qualche penalità per superamento del tempo per entrambi. Che il percorso fosse una sorta di mission impossibile lo dimostra il fatto che, a parte i singoli dove, pur non offrendo sempre un bello spettacolo, ben 7 concorrenti hanno messo a segno un percorso netto nel tempo – forse troppi secondo gli standard normali di un campionato – nelle altre categorie l’optimum della difficoltà è stato sicuramente raggiunto: 2 soli percorsi netti nel tempo per le pariglie ed 1 unico nei tiri a quattro! D’altra parte basta osservare il grafico del percorso per rendersi conto di quanto fosse complicato il tracciato.

Abbiamo raccolto dai diretti interessati le loro impressioni a caldo.

 

Johann WeitlanerE’ stato un bel mondiale, ben organizzato ma molto difficile. Purtroppo nel dressage mi è capitato quello che non si era mai verificato negli ultimi 3 anni da parte proprio del castrone che aveva già esperienza di mondiale: subito dopo l’entrata in campo ha dimostrato un certo nervosismo, ha rotto in un’allungata e al passo trottignava. Senza questi errori avrei potuto ottenere un punteggio migliore. In quanto agli ostacoli di maratona, erano molto tecnici e molto stretti, adatti ai pony di piccola taglia che in effetti hanno ottenuto i migliori piazzamenti nella prova. Io ho cercato di spingere per fare dei tempi buoni, ma forse proprio questo mi ha penalizzato in quel tipo di ostacoli. Infine la prova coni era ancora peggio di come appariva sulla carta: non avevo mai visto un percorso così poco fluido, oltretutto brutto da vedere! Sono ovviamente deluso perché so di saper fare meglio ma anche questa esperienza mi servirà”.

 

Marco PerinottoPurtroppo le cose non sono andate come avrei voluto e come avrebbero potuto andare. Ci eravamo preparati e per la prima volta sentivo che non andavo allo sbaraglio. Anche il mio trainer, Bram Chardon, condivideva la mia consapevolezza che un discreto risultato era alla mia portata. Infatti sono stato contento del dressage: 60 punti di penalità, con una media applicata dai giudici di circa 5 punti superiore al consueto stavano ad indicare che non avevamo lavorato male. Invece nella maratona i problemi si sono presentati fin dal primo ostacolo. Uno stiramento al braccio sinistro, quello che lavora di più? Un accumulo di tensione che si è trasformato in acido lattico? Una scarsità di allenamento fisico specifico? Purtroppo i pony ne hanno risentito subito ed anche per loro la coordinazione è andata in tilt. L’unica alternativa al ritiro era quella di proseguire tranquillamente, senza spingere, per cercare almeno di terminare la prova e sono arrivato alla fine con un braccio che sembrava di cemento. Quando ti capita un problema fisico, sedici zoccoli che vogliono galoppare non sono una bella prospettiva! Ovviamente il morale è andato sotto terra e il giorno successivo, nei coni, la motivazione non c’era più. E’ andata così. Servirà se non altro per ripensare a tutto quanto va impostato in maniera diversa a tutti i livelli, se veramente si vuole essere competitivi in ambito internazionale. E’ un peccato perché è stato veramente un bel Campionato, organizzato in maniera impeccabile, dove ogni eventualità era già stata prevista”.

 

LA PRIMA VOLTA DI PANNY

Se la presenza del dott. Giacomo Botticini come veterinario di squadra è ormai una consuetudine acquisita e felicemente consolidata, preziosa in molte occasioni e finalmente all’insegna di quella coesione e spirito di squadra che fa la differenza, Minden ha visto il debutto come Capo Equipe di Gabriele Panier Suffat, per tutti “Panny”. Il nostro più attivo costruttore di percorso ha accettato la sfida e la scelta si è rivelata un vero successo. Sempre presente, 24 ore su 24, nelle vicinanze dei pony e dei team, rinunciando alle comodità di un albergo e di pasti consumati a fine giornata con le gambe sotto un “vero” tavolo, il primo sul campo alla mattina e l’ultimo a ritirarsi, attento a tutte le comunicazioni di servizio, prodigo di sostegno tecnico a livello di valutazione degli ostacoli, sia fissi che mobili, ma anche con quel tanto di autorevolezza che ha permesso all’Italia di essere considerata non come i soliti cugini di campagna, ma come una squadra seria. Per fortuna gli Attacchi rappresentano ancora una disciplina dove i contatti umani sono al primo posto, tutti sono sempre disponibili e collaborativi, nessuno viene isolato a priori se non è per colpa del proprio brutto carattere e la considerazione che ci si guadagna sul campo dipende più da fattori umani che da risultati agonistici: ognuno fa quello che può.

 

Per il Capo Equipe Gabriele Panier Suffat, detto Panny … buona la prima!

 

I concorrenti sono stati molto contenti del suo operato e del suo sostegno in tutti i sensi. Insomma: finalmente un ringiovanimento della categoria con un elemento tecnicamente valido, super-disponibile e … per nulla esoso – anche se un riconoscimento se lo sarebbe meritato!

E lui, Panny, come ha vissuto questo suo primo coinvolgimento?

“L’esperienza è stata decisamente positiva e sono contento di aver fatto parte di quell’élite, calcando la scena dall’altra parte della staccionata: ho potuto vedere da vicino come gira quel mondo e non mi sono per niente trovato come un pesce fuor d’acqua. Anzi: in alcune occasioni sono stati gli altri che mi hanno copiato! Inoltre ho avuto la possibilità di farmi una mia idea precisa sulle manchevolezze del nostro sistema che necessita di un cambiamento di rotta se si vuole che i bravi vadano avanti e che i principianti possano crescere. Ripeto: riflessioni personali! Una cosa che ho gradito molto in questo Campionato sono stati la disponibilità e la cortesia dimostrati da tutti gli addetti ai lavori, compresi i vari capi équipe, il DT, il Chief Steward, la segreteria, insomma tutti: è stato un piacere lavorare con loro”.

 

(dall’alto e da sinistra) Il Presidente di Giuria Dr. Klaus Christ, i Giudici Anne-Marie Turbé e Barna Fejer, il Giudice Henk van Amerongen, il Giudice Hanspeter Rueschlin, il responsabile dell’Ufficio Calcoli Helmut Brinkmann, il Costruttore dei Percorsi Jeroen Houterman, il Chief Steward Jan Devaere, il compitissimo Steward all’entrata in campo Philipp Aigner e il Delegato Tecnico Richard Papens

 

Facendo un passo indietro, era stato proprio il Dott. Botticini che, a seguito di un problema ad un arto del pony di Cividini, per fortuna già completamente rientrato, aveva espresso parere contrario ad una sua partecipazione al mondiale che avrebbe comportato anche due lunghi trasferimenti. Cividini, sempre rispettoso dei suoi cavalli, ha quindi accettato di buon grado il consiglio e ha concesso al suo Aron un periodo di convalescenza con frequenti uscite al prato e con sessioni di lavoro leggero. D’altra parte la sua defezione non ha compromesso l’eventuale partecipazione dell’Italia come squadra, dato che sarebbero occorsi almeno 2 singoli e 2 pariglie e il contingente era comunque incompleto. Sull’atavica piaga del mancato interesse dei guidatori italiani per i pony torneremo più avanti.

 

IL CONCORSO

Abbiamo già fatto cenno alle valutazioni del dressage. In quanto al campo di gara non si può negare che fosse quanto di più consono ad un mondiale ci si potesse aspettare. Ben tenuto, livellato anche se con qualche avvallamento invisibile da fuori campo, con un tappeto erboso da fare invidia anche … alla moquette di un salotto, insomma ottime condizioni per eseguire una ripresa ai massimi livelli  – se non fosse per l’atmosfera stessa di un evento mondiale che ci mette lo zampino e può mandare in tilt sia i guidatori che i pony più emotivi. Il tempo è stato abbastanza clemente: un po’ di pioggia qua e là durante il giorno, qualche precipitazione notturna, ma in genere variabile come si conviene in terra germanica anche nel mese di agosto!

 

La singolare cerimonia d’apertura nel centro del paese di fronte ad un grande magazzino

 

Archiviata la cerimonia d’apertura piuttosto insolita, con tutte le squadre trasferite in paese e presentate una per una su un rimorchio a pianale mentre dalle finestre il capo équipe sventolava la bandiera della nazione chiamata all’appello, ecco che si sono aperti i giochi.

Per il dressage gli attacchi sono stati suddivisi in 3 tranche, con il dressage dei singoli, 41 in tutto, al mercoledì, seguiti dalle 33 pariglie al giovedì e dai 24 tiri a quattro al venerdì.

 

 

Il giorno della maratona è iniziato con una leggera pioggerellina che non ha provocato troppi danni. Gli 8 ostacoli erano molto lunghi e stretti, ben costruiti e coreograficamente ben vestiti, con un ostacolo d’acqua dal fondo perfetto mentre quella che era poco più di una pozzanghera in un altro era stata costruita recentemente e non era ancora consolidata. Pochissimi gli errori sul percorso: quella che ha fatto la differenza è stata solo la velocità, quindi l’abitudine, l’addestramento, il lavoro giornaliero di preparazione da parte del concorrente ma anche il continuo monitoraggio del tecnico, il tutto per aver ragione delle difficoltà tecniche inserite in un percorso da mondiale. Se una volta un bel dressage era un buon viatico per i vertici della classifica finale, ora non si può prescindere dalle altre 2 prove per assicurarsi il successo. Per arrivare ad una familiarità con gli ostacoli tuttavia occorre avere non solo tante occasioni per lavorarci, ma anche una grande continuità nell’essere seguiti da un preparatore con cui i concorrenti riescono a stabilire un feeling. E non tutti i “bravi” sono dei validi “trasmettitori”!

 

 

Veniamo adesso alla prova coni. Quando si dice “un percorso da campionato” – ebbene, era esattamente questo. E’ incredibile come si possano distribuire su un campo 20 ostacoli in maniera così insidiosa. A parte lo zig-zag e l’onda, 5 ostacoli di cui 2 oxer presentavano porte di larghezza ridotta a 140 cm (carreggiata + 15 cm). E questo passi, ma se ci si arriva dopo una curva a 90° e un tragitto breve, le cose si fanno complicate! Il percorso per i tiri a quattro ha goduto di qualche concessione in più con lo spostamento di alcune porte ma il concetto dell’estrema difficoltà è rimasto comunque intatto.

 

 

Tanti i già pluri-medagliati in precedenti edizioni, con alcune new entry che hanno messo tutti in riga. Ovvio lo strapotere della Germania che giocava in casa, forte della possibilità di schierare 7 attacchi anziché i 5 concessi alle altre nazioni e 21 erano effettivamente gli equipaggi tedeschi ai nastri di partenza; questo dopo una selezione da parte del trainer che ha lasciato a casa attacchi di assoluto primo piano! L’Olanda aveva da difendere la medaglia d’oro a squadre di Breda ma ha optato per l’inserimento di molti giovani, dovendo alla fine rinunciare al gradino più alto del podio ma forte di elementi che alla prossima edizione, in Ungheria, daranno sicuramente del filo da torcere anche ai più titolati.

LE PROVE

Senza voler esaminare a fondo le classifiche, ci limiteremo a mettere in risalto alcune curiosità che aiuteranno il lettore a trasformare dei nomi su un foglio di carta in una familiarità che li sproni a seguirli anche nel prosieguo della loro carriera agonistica.

IL DRESSAGE

Nella categoria Singoli, ad esempio, vittoria di … un HAFLINGER! D’accordo, si tratta di uno stallone iscritto nell’albo genealogico dei soggetti con una percentuale di sangue arabo superiore all’1,56% previsto per il libro ufficiale di razza: Nakuri infatti ne ha il 3% ma in quanto a bellezza, espressività e andature non ha eguali, tanto è vero che il famoso sito austriaco di informazioni sugli attacchi Hippoevent lo ha scelto come testimonial per molte sue pubblicità di concorsi. Il driver, Herbert Rietzler, è attivo nel settore da 30 anni, prima come dipendente nei depositi stalloni di Schwaiganger e Warendorf, poi dal 2001 nel proprio centro attacchi nel sud della Germania, con corsi ed attività di addestramento a tutti i livelli.

 

Mi presento: sono Nakuri, Haflinger di sangue nobile

 

Sempre nel dressage Singoli si classifica al 3° posto una new entry, la 22enne tedesca Marlena Brenner che i nostri giovani agonisti conoscono bene perché ha vinto nel 2016 la medaglia d’oro nella categoria Young Driver agli Europei di Schildau. Parte del merito va riconosciuta anche alla grande esperienza del suo pony Leonardo di 20 anni.

Nella categoria Pariglie tre tedeschi occupano le prime tre posizioni nel dressage: in testa il 40enne maniscalco Jan-Felix Pfeffer, già vincitore del dressage nel 2015 a Breda, attivo con le redini lunghe dall’età di 15 anni, seguito dal padrone di casa e organizzatore del Campionato, il 49enne imprenditore Christoph Weihe (sua la ditta Gewe), al quale è stato attributo il merito di aver saputo mettere in piedi un evento ”fatto da guidatori di pony per guidatori di pony”. In gara anche la figlia, Jacqueline Walter che nel 2015 si è accaparrata il tiro a quattro della compianta Mia Allo, con il quale ha brillantemente difeso i colori nazionali anche in questo campionato con il 6°  posto in classifica finale. Chiude il trio Dieter Baackmann, 54enne piastrellista al suo 5° Campionato del Mondo con al suo attivo un 4°, un 2° e un 1° posto in dressage nelle ultime 3 edizioni.

A proposito di “new entry” vittoria nei tiri a quattro di Edith Chardon, figlia (e sorella) d’arte che già all’età delle elementari scorrazzava in percorsi allestiti in fiere di cavalli lasciando tutti a bocca aperta. Ha 22 anni, studia veterinaria e ha deciso all’inizio dell’anno scorso di dedicarsi, oltre che al completo montato ed al salto ostacoli al pari della madre e delle sorelle, anche in maniera seria agli attacchi approfittando del tiro a quattro di pony Welsh con il quale suo fratello Bram, ora passato ai cavalli, ha vinto la medaglia d’oro agli ultimi tre campionati del mondo e che le trasmette tutti i segreti del mestiere, coadiuvandola come groom anche durante la maratona.

A tallonarla il connazionale Jan de Boer, 53 anni, che ha partecipato alle ultime 7 edizione dei Mondiali Pony, vincendo con la squadra 5 medaglie d’argento e 2 d’oro: scusate se è poco!

In terza posizione troviamo la 33enne concorrente belga Tinne Bax, tecnica di laboratorio, anch’essa al suo 7° Mondiale, alla guida di un tiro a quattro di pony Welsh. Cresciuta in una famiglia amante dei cavalli, ha iniziato a montare all’età di 3 anni, a 10 ha preso in mano per la prima volta una pariglia di pony e a 14 è passata al tiro a quattro! Forse in questo caso conviene dire “non è mai troppo presto”!

 

I vincitori della prova di dressage: SINGOLI 1° Herbert Rietzler/Ger (al centro), 2° Tamara Pijl/Ned, 3° Marlena Brenner/Ger – PARIGLIE 1° Jan-Felix Pfeffer/Ger (al centro), 2° Christof Weihe/Ger, 3° Dieter Baackmann/Ger – TIRI A QUATTRO 1° Edith Chardon/Ned (al centro), Jan De Boer/Ned, Tinne Bax/Bel

LA MARATONA

Notiamo innanzitutto che dei primi 3 classificati nella prova di dressage, nessuno è riuscito a duplicare il proprio piazzamento nella prova di maratona. Solo Marlena Brenner, Singolo, è riuscita a difendere un encomiabile 6° posto mentre Rietzler e Pijl hanno terminato rispettivamente al 23° e 32° posto. Nelle Pariglie Pfeffer terminava 13°, Baackman 15° e Weihe si ritirava dopo il 5° ostacolo. In quanto ai Tiri a Quattro, i tre capolista del dressage ottenevano rispettivamente un 11°, un 9° e un 8° posto.

Vincitore della maratona Singoli è risultato il 23enne studente belga Gilles Pirotte, figlio d’arte, il cui padre lo assiste tuttora in qualità di groom. Anche Gilles proviene dalle fila dei Campionati Europei per Giovani Guidatori dove nel 2012 ha vinto la medaglia d’oro nella categoria Junior. Pare dunque che l’istituzione di questo campionato europeo riservato a driver dai 12 ai 21 anni sia una tappa importante nella formazione dei campioni di domani.

In testa nelle Pariglie il tedesco Niels Kneifel, 25enne al suo esordio in un mondiale, figlio di driver di pony e fratello del guidatore di tiro a quattro pony Sven.

Al terzo posto nella maratona dei Tiri a Quattro il 28enne britannico Roger Campbell, saldatore di professione, al suo terzo mondiale. Si è avvicinato agli attacchi facendo da groom a sua nonna ma dopo il secondo ribaltamento ha pensato che forse gli conveniva impugnare le redini personalmente! Molto importante nella sua formazione fu quando, a 16 anni, trascorse l’estate lavorando per la campionessa britannica di tiri a quattro cavalli Georgina Frith. Dopo aver attaccato per qualche anno un cavallo in Singolo, nel 2011 è passato ai pony partecipando alle edizioni 2013 (singolo pony) e 2015 (pariglia pony) dei Campionati del Mondo e classificandosi in maratona rispettivamente al 4° e 5° posto. Attualmente vive in Germania, proprio a Minden, e gareggia con il tiro a quattro messole a disposizione da Jacqueline Walter, figlia dell’organizzatore del Campionato.

 

I vincitori della maratona: SINGOLI 1° Gilles Pirotte/Bel (al centro), 2° Erich Puerstinger/Aut, 3° Claire Lefort/Fra – PARIGLIE 1° Niels Kneifel/Ger (al centro), 2° Jean-Frédéric Selle/Fra, 3° Karel van Kekem/Ned – TIRI A QUATTRO 1° Jannes Kinds/Ned (al centro), 2° Michael Buegener/Ger, 3° Roger Campbell/Gbr

I CONI

Per l’ultima gara del concorso vale lo stesso discorso già fatto per la maratona: tranne Jan de Boer e Roger Campbell nei Tiri a Quattro, gli altri concorrenti classificatisi tra i primi 3 di ciascuna categoria non avevano piazzamenti nelle precedenti prove. Anzi: il terzo delle Pariglie, con tanto di premio in denaro (niente di eclatante, si badi bene: le altre discipline equestri a questi livelli appartengono ad un altro pianeta) è il concorrente svizzero Christoph König che era stato eliminato nella maratona e quindi risulta eliminato anche nella classifica finale!

Come sempre entusiasmanti gli ultimi percorsi dove i risultati provvisori talvolta distaccati di pochi decimi di punto lasciano ampio margine al rivoluzionamento delle classifiche. Molto opportunamente, per incrementare il pathos, sono partiti prima i concorrenti di tutte e tre le categorie iniziando dall’ultimo e fino all’11° in classifica provvisoria. Alla fine la scena è tutta per i 30 “papabili” che hanno veramente dovuto dimostrare tutto il sangue freddo di cui disponevano per non soccombere alla pressione. E lo spettacolo ha ampiamente ripagato gli spettatori della lunga attesa per applaudire i nuovi campioni.

Vincitrice della prova Coni nei Singoli la 25enne tedesca Katja Helpertz, studentessa di legge, sposata con il maniscalco Max Berlage, anch’egli qui in gara ma con una pariglia e terminato al 5° posto in classifica finale. I coniugi Berlage sono soliti partecipare ai concorsi entrambi, potendosi scambiare nelle vesti di groom e contenendo così le spese, cosa che in un Campionato non è permessa.

 

I vincitori della prova coni: SINGOLI 1° Katja Helpertz/Ger (al centro), 2° Annegret Zaayer/Ned, 3° Céedric Scherrer/Sui – PARIGLIE 1° Pieter van den Broeck/Bel (al centro), 2° Birgit Kohlweiss/Ger, 3° Christof Koenig/Sui – TIRI A QUATTRO 1° Marijke Hammink/Ned (al centro), 2° Jan de Boer/Ned, 3° Roger Campbell/Gbr

LE MEDAGLIE

Decisamente uno splendido exploit nei Singoli per Marlena Brenner (Ger), medaglia d’oro al suo primo mondiale, reduce dalla vittoria nel Campionato Europeo Giovani, seguita da Cédric Scherrer (Sui) e Katja Helpertz (Ger).

 

I vincitori delle medaglie a titolo individuale: ORO Marlena Brenner/Ger (Singoli), Tara Wilkinson/Gbr (Pariglie), Michael Buegener/Ger (Tiri a Quattro) – ARGENTO Cédric Scherrer/Sui (Singoli), Jan-Felix Pfeffer/Ger (Pariglie), Jan De Boer/Ned (Tiri a Quattro) – BRONZO Katja Helpertz/Ger (Singoli), Pieter van den Broeck/Bel (Pariglie), Tinne Bax/Bel (Tiri a Quattro)

 

Analogo curriculum anche per la 20enne britannica Tara Wilkinson, vincitrice della medaglia d’oro al suo primo mondiale, alla guida di una pariglia messale a disposizione da Emma Burge che l’aveva condotta personalmente ai mondiali 2013 e nel 2015 l’aveva affidata a Roger Campbell. Tara ha vinto nel 2012 il Campionato Giovani, cat. Junior, quando ancora non si svolgeva sotto l’egida della FEI e in seguito si è aggiudicata la medaglia di bronzo nel Campionato Europeo FEI Giovani 2014 in Polonia, avendo poi la fortuna di essere scelta come groom da Boyd Exell per la stagione agonistica 2016. Argento per Jan-Felix Pfeffer, Germania, grazie alla vittoria nel dressage, pur avendo ottenuto solo un 13° posto in maratona e un 16° nei coni. Bronzo per Pieter van den Broek, Belgio, vincitore della prova coni ma solo 24° in maratona e autore di un buon risultato nel dressage con un 5° posto.

Per il vincitore nei Tiri a Quattro, Michael Buegener, è stato fondamentale il risultato della maratona (2°), potendo comunque contare su due ottimi piazzamenti nelle altre prove (5° in dressage e 7° nei coni). Quasi lo stesso discorso vale per la medaglia d’argento, l’olandese Jan de Boer, 2° sia in dressage che nei coni ed un buon 9° posto in maratona. Il bronzo è andato alla belga Tinne Bax, 3° in dressage, 8° in maratona e 7° nei coni.

 

Le squadre vincitrici delle medaglie: ORO alla Germania, ARGENTO all’Olanda, BRONZO al Belgio

 

La classifica finale a squadre, 7 in tutto quelle in gara, ha visto sul gradino più alto del podio, come da pronostici, la Germania, seguita dall’Olanda e dal Belgio.

 

STATISTICHE

Per gli amanti delle statistiche: 98 concorrenti in provenienza da 13 nazioni, di cui 41 Singoli, 33 Pariglie e 24 Tiri a Quattro, con una leggera prevalenza di guidatori maschi rispetto alle donne, segno che queste categorie sono particolarmente ambite dal gentil sesso, soprattutto nei Singoli dove prevalgono di gran lunga. La concorrente più giovane è Maria Buchwald (Danimarca, classe 1999) che batte di un paio di mesi la svedese Linnea Kristiansen mentre il concorrente più anziano è Karel van Kekem (Olanda, classe 1952). In quanto ai pony, tantissimi i Welsh, molti anche i pony da sella tedeschi, ma anche qualche Haflinger e persino dei Fjord. E non si creda che siano tutti di alta genealogia, acquistati a peso d’oro!

Se tra i concorrenti ci sono dei coniugi (Helpertz/Berlage), dei padri e delle figlie (Weihe/Walter, Udo/Maria Buchwald), non mancano neppure i fratelli: così gli svizzeri Cédric Scherrer, secondo nei Coni alla guida di una pariglia, e Yannik Scherrer, 6° in maratona con un tiro a quattro ed i gemelli tedeschi Niels (6° nelle pariglie) e Sven Kneifel (12° nei tiri a quattro).

 

Vogliamo parlare di socializzazione? Nella tradizionale Cena delle Nazioni, dove ogni paese offre agli altri le proprie specialità, davanti al tavolo dell’Italia c’era una coda interminabile in attesa di gustare gli agnolotti con burro e salvia cotti al momento! Poi speck, formaggi, dolci e tanto, tanto buon vino! I concorrenti di alcune nazioni avevano preparato anche delle scenette e l’allegria ha come sempre fugato un po’ di stress accumulato durante il giorno.

 

Per questa volta ci ritiriamo in buon ordine, ma non è finita qui!

RIFLESSIONI

Come dicevamo all’inizio, è un peccato che i nostri guidatori siano così poco propensi a dedicarsi agli attacchi di pony. Molto più facili da gestire, anche legati a meno costi, con concorrenze numericamente più accettabili a livello internazionale, spesso adatti anche ai giovanissimi: la lista sarebbe infinita ma è come il gatto che si morde la coda. In Italia questo settore è poco incentivante perché i concorrenti sono troppo pochi e rischiano sempre di doversi confrontare con i cavalli, ma se nessuno mai inizia, non ci saranno mai categorie riservate ai pony. E se non ci sono i concorrenti, come si può fare una selezione seria degli equipaggi più meritevoli e promettenti? Speriamo che tale tendenza s’inverta grazie alle giovani promesse che hanno iniziato l’anno scorso il percorso di crescita con il Campionato Europeo di Schildau, ai quali speriamo che se ne aggiungano molti altri.

Un’altro nodo fondamentale da sbrogliare è l’impostazione della preparazione e del sostegno da parte della Federazione. Non ci si può lamentare se i nostri concorrenti incontrano delle difficoltà nella maratona, quando nell’intera stagione agonistica, prima dei mondiali, viene organizzato un solo concorso completo! Le tematiche sono tante ma i tempi corrono veloci e il rischio che ci siano più abbandoni che nuovi adepti è grande.

 

 

Classifiche

 

Per le foto si ringraziano i nostri partner Krisztina Horvath/Hoefnet, Hippoevent nonché André Ebbers e Gabriele Panier Suffat