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Il Palazzo Altieri è una residenza nobiliare che si trova ad Oriolo Romano, un comune in provincia di Viterbo. Acquistato dallo Stato Italiano e proprietà del MIBACT, dal dicembre 2014 è gestito dal Polo museale del Lazio. Si trova in piazza Umberto I di cui è l’architettura più rilevante. Fu ampliato dalla famiglia Altieri nel 1674, durante il papato di Clemente X, l’esponente più rilevante della famiglia. La facciata è sobria. L’interno contiene molti affreschi: le sette immagini di Roma, storie dell’Antico Testamento e paesaggi che rappresentano luoghi appartenenti all’epoca alla famiglia: Vicarello, Castello di Rota, Monterano ed altri. Il palazzo contiene nell’ala est anche la Galleria dei Papi, una collezione di ritratti di tutti i papi della chiesa cattolica. La galleria servì da modello per i ritratti dei papi di San Paolo fuori le mura che erano andati distrutti dopo l’incendio del 1823.

Il palazzo Santa Croce (poi Altieri), fu edificato nel corso degli anni 1578-1585 per volontà di Giorgio III Santa Croce quale fondatore, e di suo figlio Onorio III che ha nel tempo proseguito la realizzazione del palazzo la cui costruzione corrisponde ai diversi periodi di presenza delle tre famiglie storicamente proprietarie del palazzo: i Santacroce dalla fondazione nel 1578 al 1604, gli Orsini dal 1604 al 1671, gli Altieri dal 1671 al 1971.

Il Museo è articolato al suo interno in 14 sale, disposte a destra e sinistra del Salone degli Avi, fulcro del palazzo, la Cappella S. Massimo opera degli Orsini, e la Galleria dei Papi. Il Salone d’ingresso, atrio, ha nella volta rappresentato Fetonte che guida i cavalli del Sole, a seguire il Salone degli Avi con i ritratti degli Altieri con i loro stemmi e blasoni, la Sala di passaggio, la Sala di Giuseppe e delle Belle, dove rimangono nove degli undici ritratti delle sorelle Mancini dipinti da Jacob Ferdinand Voet, tra gli affreschi delle pareti vi è una preziosa immagine del palazzo prima degli interventi operati dagli Orsini e dagli Altieri. La Sala da pranzo, presenta dipinti tardo-settecenteschi che raffigurano i feudi circostanti, il palazzo e la via Altieri di Oriolo Romano.

A seguire vi è la Sala affrescata da Giovanni Baglione, la Sala del sogno di Giacobbe, la Sala di Giosuè, la Sala di David, la Sala di Eliseo, la Saletta delle Vedute o di Riposo, la Sala del Sacrifico di Elia, la Sala dell’Eterno, la Sala del Trono ed infine la Galleria dei Papi. Delle collezioni presenti nel Museo, la più originale e di notevole importanza storico-documentaria è la Galleria dei Papi, voluta da Clemente X, che comprende ritratti raffiguranti i papi che si sono succeduti nella storia della Chiesa. Ideatore della collezione fu il cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, adottato come nipote dal papa Clemente X, che nella seconda metà del XVII commissionò ad alcuni artisti la realizzazione delle effigi papali, tratte da antiche fonti iconografiche e corredate da stemma araldico, cartiglio con le qualità del pontefice, eventi storici del suo pontificato, un motto in latino.

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La raccolta è particolarmente importante poiché è l’unica completa esistente di tutte le serie di ritratti papali, tra cui le più famose sono quelle del palazzo Colonna di Marino e della Basilica di Superga. Quando con l’incendio del 1823 della Basilica di San Paolo fuori le mura vennero distrutti i medaglioni con le effigi dei Papi, la loro copia fu tratta da quelli della galleria di Oriolo, che attualmente consta di 268 ritratti di sommi Pontefici, dal primo S. Pietro, a Giovanni Paolo II, mancano Benedetto XVI e l’attuale Papa Francesco. La lunga galleria si sviluppa per 70mq in una sequenza di nove sale, la maggior parte dei ritratti, esattamente 242, è stata eseguita prima della fine del seicento. L’uniformità stilistica e di composizione fa presumere come esecutori artisti della medesima scuola. Il ritratto di molti dei papi del cinquecento e del seicento è copiato da esemplari eseguiti da artisti famosi: Giulio II è copia da Raffaello, Paolo III da Tiziano, Paolo V dal Caravaggio. La disposizione dei quadri è in ordine cronologico: San Pietro è posto sulla prima fila in alto a destra di chi entra dalla porta, mentre il più recente nella fila in basso a sinistra.

In una dimora signorile non poteva mancare il giardino per conferirle la connotazione completa di villa patrizia secondo i canoni stilistici del XVI secolo. Attualmente il giardino è di proprietà comunale. Giorgio III aveva già previsto il parco annesso al palazzo e i lavori per la sua sistemazione iniziarono nel 1582 e proseguirono a lungo.

L’area del giardino originario è quella attuale, circa 8 ettari, disposti sul lato di ponente, si accedeva da in portale sormontato dallo stemma della famiglia Altieri o direttamente dal palazzo tramite un ponticello, e fungeva da giardino di caccia. Ne risulta l’immagine di un parco naturale con ampie aree di campagna al suo interno, e anticipa curiosamente la tipologia del giardino ottocentesco inglese.