Ringraziamo WIKIPEDIA per le immagini

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DON MARINO DALE'

DON MARINO DALE’

 

  DON  MARINO DALE’

  Parroco di Gombito e San Latino (CR)

 

 

 

 

  Cari amici, inizia l’avvento e con esso il periodo che la Chiesa dedica alla    preparazione del Natale.   Già con questa preparazione, i cristiani, che sono abituati  (almeno lo erano fino a questi tempi) a dialogare con il mondo dei segni, dei simboli  e dei rimandi alla Sacra Scrittura, intendono sottolineare due cose fondamentali  circa l’avvento.

1)    È il ricordo (con tutta una serie di rimandi alle Sacre Scritture e alle profezie sull’arrivo del Messia, atteso dalle genti ) di un fatto accaduto più di duemila anni fa. In Gesù di Nazareth, una buona parte del popolo Ebraico ha visto il Messia che si attendeva per la salvezza.

2)    È l’attesa del ritorno del Signore che “di nuovo verrà nella Gloria a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine” come ci ricorda il Credo.

 

Naturalmente, lasciando un attimo in ombra l’aspetto storico del ricordo, noi oggi ci concentriamo, per quello che ci può interessare sul secondo aspetto che è quello che più direttamente ci coinvolge.  Mi piace citare un libro della Bibbia molto nominato e poco conosciuto, oltretutto ha qualche addentellato con la nostra comune passione legata al mondo dei cavalli: L’APOCALISSE.

 

i cavalieri

 

 

In questo testo, per certi versi misterioso, troviamo 4 cavalli uno bianco,  uno rosso, uno verde e uno nero: i famosi “cavalli e cavalieri dell’Apocalisse”. Rappresentano i castighi legati alla fine del mondo: pestilenza, guerra, conflitto, morte. Non occorre molta fantasia per vedere come questi cavalli siano sempre stati presenti nella storia dell’uomo e come lo siano ancora al giorno d’oggi, nonostante le nostre sicumere scientifiche, politiche, economiche, sociali ecc.  Tutto questo per dire che ogni momento della storia è l’attesa del ritorno del Signore, un’attesa che si manifesta anche come continua purificazione del nostro cuore, della nostra mente e, più in generale, della nostra vita.

Per lanciare uno sguardo sull’attualità che viviamo in prossimità di questo Natale potremmo fare alcune semplici considerazioni; il mondo va a rotoli in mille modi, si sciolgono come neve al sole i legami familiari, politici, ideali che tenevano unita la Società. E questo può essere anche un effetto del “progresso” (ammesso che si possa ancora parlare di progresso e non di pericolosa involuzione). L’interrogativo che nasce, tuttavia, è legato a ciò che stiamo preparando con questi sconvolgimenti … in definitiva: dove vogliamo andare e dove stiamo andando?  Con il crollo delle grandi ideologie si aveva l’impressione che si sarebbe respirata un’aria di maggiore libertà, e invece pare sia arrivata una nuova lugubre tempesta, la “dittatura dell’economia” che sottomette a sé tutti gli altri valori calpestando tutte le altre cose. Pertanto una cosa diventa bella, buona e giusta se è “redditizia” e non è più buona se non produce più reddito o guadagno.  Da qui discendono tutti i problemi che ci attanagliano e a cui vorremmo vedere almeno un tentativo di soluzione.

Noi persone della strada (ricordo, e me ne vanto, di essere un Parroco di campagna …) vediamo in TV e leggiamo sui giornali cronache di intere popolazioni cacciate dalla propria terra  e decapitati senza processi e senza remore, nell’indifferenza generale! Perché? Forse perché non vi sono sotto sufficienti fonti di guadagno che potrebbero impedire questa ignobile carneficina ai danni di minoranze religiose.

Vediamo un incontrollabile flusso migratorio proveniente dai più svariati paesi che approda in Italia. Se l’accoglienza del profugo e dello straniero sono certamente un valore (anche e soprattutto cristiano) quantomeno questo valore andrebbe coniugato con le Virtù Cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza) che già il filosofo Seneca ricordava … in modo da evitare scontri sociali così forti come quelli che oramai accadono quotidianamente nelle nostre città, e che non sono certamente valori … ma forse qui da “guadagnare” ne hanno un po’ tutti … e allora va bene così.

DUM ROMAE CONSULITUR, SAGUNTUM EXPUGNATUR (Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata) è l’amaro commento di Tito Livio riguardo alla seconda Guerra Punica. Il fatto è che tale sarcastico commento potremmo ripeterlo anche noi “oggi” dopo tanti secoli. Mentre si discute continuamente di diritti, poco di doveri, una massa sterminata di persone si riduce progressivamente in povertà e miseria con buona pace dei tanti “soloni” di oggi che ci vorrebbero illudere dell’imminente arrivo di una stagione di prosperità … e tra questi possiamo tranquillamente mettere Politici, Economisti, Banchieri, forse qualche giornalista e magari anche qualche Ecclesiastico.

 

 

Potrei continuare a fare qualche esempio ma lo scalpitio dei cavalli dell’apocalisse è sempre più forte … e prima che il cavallo verde (quello della morte) ci raggiunga, conviene che sappiamo usare bene il tempo che abbiamo a disposizione. Così il Natale assumerà quella sua nota di verità oltre che di poesia e ci permetterà di gustare gli attimi di luce in questo mondo di tenebre … e ce ne sono tanti di questi attimi di luce … cerchiamoli, guardiamoli, conserviamoli il più possibile e contribuiamo al loro moltiplicarsi …

BUON AVVENTO e BUON NATALE

         Don Marino Dalè        Parroco di Gombito e San Latino (CR)   

e-mail:  gregorioXIV@infinito.it